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Cannabis light: la coltivazione italiana che aiuta le politiche agricole

La Redazione
Cannabis light: la coltivazione italiana che aiuta le politiche agricole
​La possibilità di tornare a coltivare la canapa, nonché a trasformarla, ha permesso la rinascita di un indotto economico importante, i cui vantaggi stanno ricadendo anche sull'ambiente
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Che la tutela ambientale passi attraverso un’agricoltura consapevole non è una novità. E la legge numero 242 del 2 dicembre 2016, dedicata alla coltivazione della cannabis light, ne è una dimostrazione. La possibilità di tornare a coltivare la canapa, nonché a trasformarla, ha permesso la rinascita di un indotto economico importante, i cui vantaggi stanno ricadendo anche sull’ambiente.
Infatti, è sempre più necessario attuare una politica agricola che guardi alla sostenibilità e al prezioso valore della biodiversità, lo evidenziano gli studi dedicati all’impoverimento dei terreni e all’inquinamento.

Rigenerazione ambientale e futuro sostenibile

Una pianta coriacea e preziosa, attraverso cui avviare un processo di rigenerazione ambientale in nome di un futuro sostenibile. In effetti la canapa è coltivata da millenni e, grazie alla sua versatilità, è molto utile in svariati settori.
Agli inizi del Novecento, l’Italia era il primo produttore mondiale di canapa con circa 90 mila ettari dedicati, più di quanti se ne coltivino in questo momento in tutto il mondo. Così, dopo aver abbandonato questa coltivazione per almeno mezzo secolo, oggi finalmente si torna a guardare a questa pianta come a un’occasione importante in nome della biodiversità e di un’agricoltura amica della natura.

Coltivare la canapa: una soluzione sostenibile

Coltivare la canapa significa scegliere un’agricoltura sostenibile. Le ragioni sono tante e consentono, soprattutto ai giovani che stanno tornando alla terra e che hanno meno pregiudizi su questa coltivazione, di avere uno strumento potente per imboccare la strada del biologico:
– Essendo resistente ai parassiti la canapa non necessita di trattamenti chimici come pesticidi, antiparassitari oppure erbicidi;
– Data la presenza di radici molto profonde, la canapa riesce a compattare il terreno e a ridurre l’erosione del suolo, problematica molto forte in alcune aree italiane;
– Nel suo gambo e nelle sue foglie sono contenuti molti nutrienti, i quali vengono rilasciati man mano nel terreno;
– Numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato che la canapa è capace di assorbire sostanze tossiche come i metalli pesanti, contribuendo a bonificare l’ambiente in cui si trova;
– Grazie ad un processo che si chiama “cattura del carbonio”, la canapa riduce le emissioni di carbonio e rilascia ossigeno;
– Essendo una pianta rigogliosa e fitta rappresenta un’opzione valida per contrastare la deforestazione e la conseguente desertificazione di alcune aree del mondo;
–  La sua coltivazione necessita di una quantità di acqua molto inferiore a quella necessaria per la coltivazione del cotone, il risultato è una produzione sostenibile anche in merito alle risorse idriche. Purtroppo, sono necessari oltre 5.000 litri d’acqua per produrre meno di 1,5 Kg di cotone, una quantità eccessiva che è urgente ridurre, puntando su alternative meno invasive.

I mille usi della canapa

Le numerose buone ragioni per coltivare questa pianta sono avvalorate dai mille usi della canapa. Non solo cannabis light, come erroneamente si è pensato a lungo, ma una quantità rilevante di prodotti preziosi, soprattutto perché tutti figli di una filiera virtuosa. Dagli integratori alle tisane per il settore alimentare, passando alla carta e chiudendo su un’infinità di possibilità in tema tessile ed edile.
Quest’ultimo campo, particolarmente interessato a soluzioni alternative, ha sperimentato molto negli ultimi anni. La canapa si è rivelata un ottimo isolante termico e acustico. Inoltre, grazie alla sua alta igroscopicità, può svolgere anche la funzione di regolatore dell’umidità.
Le sue fibre vengono già utilizzate ampiamente per sigillare le tubature o come materia prima per costruire, in particolare unendole alla calce.

Canapa: la circolare del 2018

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a seguito della legge del 2016, ha emanato una circolare del 2018 con le specifiche per la promozione della coltivazione e della filiera della canapa Cannabis Sativa.
È dato per scontato, ormai, che la coltivazione è consentita senza alcuna autorizzazione o richiesta. Fa eccezione la canapa il cui contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2 per cento ed entro il limite dello 0,6 per cento.
L’attività florovivaistica, che trova grande stimolo in questa circolare, torna a occuparsi di questa pianta resiliente.
Resta obbligatorio che la riproduzione di canapa avvenga soltanto attraverso seme certificato e che non venga contemplata la riproduzione per via agamica. Confermato, anche, che non sia necessaria alcuna autorizzazione per vendere piante a scopo ornamentale.

giovedì 10 Marzo 2022

(modifica il 10 Agosto 2022, 21:30)

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