Quando ha potuto esprimere la sua prima preferenza per il sindaco di Corato, Lucia De Laurentis aveva 32 anni. Era il 31 marzo del 1946 e per la prima volta Corato eleggeva liberamente il suo primo cittadino. Era anche la prima espressione del suffragio elettorale. Vinse il democristiano Antonio Addario che si dimise il 4 giugno dello stesso anno, esasperato dal clima incandescente che c’era in città.n
Oggi Lucia di anni ne ha ben 107 e ieri pomeriggio ha esercitato il suo importante diritto, frutto di anni di battaglie civili. Si è recata, accompagnata dai suoi nipoti, al seggio numero 41 del Cifarelli. Ad accoglierla l’applauso scrosciante dei presenti. È entrata in cabina e quando ha allungato il braccio per imbucare la scheda, il presidente di seggio ha inclinato dolcemente l’urna.n
«Il mio voto sarà decisivo», ha scherzato con i presenti. Forse lo sarà, forse no, ma l’immagine di nonna Lucia, con i suoi capelli raccolti e la mascherina sul viso, è una bella lezione di civismo, allegoria di un diritto molto spesso sottovalutato. Ha sempre votato tranne al primo turno di quest’anno. «Dover gestire tre schede e la paura del Covid l’hanno fatta desistere», racconta suo nipote Dino.n
«Oggi, dopo aver pranzato tutti insieme – continua il nipote – stavo uscendo per andare a votare. Mi ha detto: “Vengo anche io, voglio scegliere il mio sindaco”». E così ha fatto l’elettrice più longeva della nostra città.n
Spero non abbia votato la “vecchia politica”
Grande esempio di civiltà politica. Si deve sempre andare a votare. È morta parecchia gente per consentirci.
Purtroppo ho paura che stanno organizzando la chiusura della democrazia. Vero? Soprattutto per chi ha votato SI al referendum con la scusa di risparmiare un caffè al giorno
Complimentoni sign.ra De Laurentis… splendida…
Mi permetto di essere fiero di conoscere nonna Lucia, visto che è una amica di mia madre, che a 73 anni veniva aiutata de nonna Lucia per incamminarsi a ricevere l’eucarestia nella parrocchia di San Domenico. Inoltre per chi abbia votato non è importante, quanto il suo nobile gesto di civiltà e di massimo rispetto per tutte quelle giovani vite immolate per la Patria e che ci hanno permesso di vivere in questa nazione libera.