Le dichiarazioni dei dirigenti

Oggi le ultime campanelle. Si torna a scuola tra cauto ottimismo e problemi da risolvere

La Redazione
Oggi le ultime campanelle. Si torna a scuola tra cauto ottimismo e problemi da risolvere
Molti istituti sono riusciti a garantire le lezioni in presenza, ma c'è chi deve fare i conti con pochi spazi sia all'interno che all'esterno. Ecco la situazione delle scuole coratine
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Dopo sei mesi torna a suonare la campanella. Molti istituti hanno riaperto tra il 24 e il 25 settembre e oggi tocca alle ultime scuole. Ma come sono andati questi primi giorni di scuola? Quali sono stati gli interventi e le criticità affrontati nella preparazione di questi mesi? Lo abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici che hanno fornito un quadro tutto sommato omogeneo per quanto riguarda le misure adottate, con specifiche difficoltà a seconda dell’istituto.

Partiamo dalle similitudini, dalla fatica e dal sacrificio di tutti i dirigenti che hanno dovuto spesso superare ostacoli complessi grazie all’impegno di famiglie, insegnanti e personale Ata i quali, con passione, si sono spesi per garantire un diritto fondamentale a tantissimi ragazzi e bambini.

Uguali per tutti le misure di sicurezza che seguono le linee guida nazionali. Un metro tra un banco e l’altro (a proposito, quelli promessi dal governo non sono ancora arrivati) e distanza di due metri dalla cattedra, mascherine obbligatorie (arrivate col contagocce rispetto al fabbisogno della scuola), segnalazione dei percorsi e cartellonistica informativa, ingressi diversificati spesso con scaglionamento dell’orario d’entrata, integrazione di nuovo personale tra docenti e collaboratori scolastici, orari ridotti e metodi d’insegnamento alternativi.

Ai punti in comune si aggiunge il punto di vista personale dei dirigenti. Cominciamo dal liceo classico che potrà usufruire delle aule dei padri redentoristi di San Gerardo. «Ringrazio la città metropolitana, i proprietari e i cittadini che si sono mossi per permetterci di riottenere quegli spazi – dice la dirigente Angela Adduci – in questo modo possiamo assicurare alla quasi totalità delle classi di fare didattica in presenza. Poche sono quelle che ricorreranno alla didattica a distanza. A questo proposito, per quanto concerne l’Ipsct Tandoi, abbiamo provveduto a ricablare tutto l’edificio per poter potenziare la DaD». Il rientro in classe è stato positivo: «I ragazzi nei primi giorni si sono comportati benissimo, sono arrivati tutti con la mascherina e sono entrati con ordine. Ho chiesto loro di stare attenti quando non sono a scuola. Dal canto nostro, oltre alle misure previste dal decreto, abbiamo fornito i docenti di mascherine lavabili e abbiamo acquistato un macchinario per la sanificazione per poter rendere la scuola ancora più sicura».

Soddisfatta anche Nunzia Tarantini, dirigente dell’Itet Tannoia. Il suo istituto ha affrontato la ristrutturazione di alcune aule (i lavori sono stati ultimati in tempo), adattate per poter permettere il distanziamento necessario. «L’obiettivo del restyling eranpermettere le lezioni in presenza per l’intera classe. Per farlo abbiamo previsto un calendario alternato con giorni in presenza e giorni a distanza per tutte le classi. Così i miei studenti potranno fare più della metà di ore in presenza e in istituto non sarà presente più del 55% della popolazione scolastica. Nei primi giorni abbiamo fatto entrare gli studenti gradualmente per testare le misure adottate. Da lunedì (oggi ndr) lavoreremo a pieno ritmo». È cambiata anche la “geografia” della scuola. «L’abbiamo divisa in tre in settori che corrispondono grosso modo ai tre piani. Ognuno di essi ha un varco diningresso, un percorso definito e servizi igienici dedicati. Le aule più piccole sono state destinate ai diversamente abili (che lavoreranno in presenza ndr) e alla didattica a distanza, potenziata con un nuovo cablaggio».

Il dirigente del liceo artistico Federico II, Savino Gallo, pone l’accento sul trasporto pubblico. Nella sua scuola, infatti, arrivano ragazzi da dieci comuni diversi. «Ci hanno segnalato che, per alcune direttrici, gli autobus sono stracarichi e questo porta a ritardi da parte degli studenti. È un problema che io non posso risolvere perché di competenza regionale. Toccherà a loro ampliare il numero di mezzi perché sicuramente le aziende di trasporti non se ne faranno carico». Tranquillo il rientro in classe. «Niente da segnalare tranne la necessità di avere banchi idonei, alcuni studenti stanno utilizzando i cavalletti da disegno che sono scomodi. Mi ritengo fortunato perché la struttura, relativamente nuova, ci permette di fare lezioni in presenza per tutti. Abbiamo limitato l’utilizzo dei laboratori per evitare troppi spostamenti».

Dalle superiori ci spostiamo alle primarie e alle medie. Forse il problema più grande è quello che riguarda la Giovanni XXIII. «Da tempo il Fornelli occupa il primo piano della scuola – spiega la dirigente del comprensivo Battisti-Giovanni XXIII, Pina Modeoma negli ultimi anni gli iscritti sono aumentati ed oggi siamo costretti ai doppi turni per garantire ai ragazzi il diritto allo studio. Dopo le tante pressioni che abbiamo fatto ci hanno offerto la struttura di via Meda ma a livello organizzativo è impossibile da gestire, per questo abbiamo rinunciato. Ora abbiamo bisogno di 4 aule. Spero che la nuova amministrazione risolva subito, almeno fino a Natale, perché la situazione è davvero critica». C’è anche un problema di arredi. «Alcuni sono vecchi di 25 anni e non garantiscono il distanziamento, ne abbiamo commissionati di nuovi che non sono ancora arrivati. Nel frattempo siamo riusciti ad adattarci». Grazie alla pazienza e al lavoro delle insegnanti qualche soluzione è stata trovata: «Abbiamo previsto delle lezioni en plein air e ricorreremo ad una piattaforma streaming certificata per poter fare lezione a più gruppi di alunni. I bambini non devono patire nulla».

Per il Fornelli, invece, la difficoltà maggiore riguarda l’arrivo a scuola perché non esiste un’area dedicata e, come accade da sempre, genitori e bambini si accalcano tra l’extramurale e via Manerba. «Abbiamo provato a mettere dei segnaposti lungo i marciapiedi – dice la dirigente Rosella Lotitoper tenere la distanza appropriata. Ancora più importante è l’attivazione del sistema “pedibus”. I bambini, dal punto di raccolta in piazza don Ciccio Tattoli, arrivano a scuola in fila indiana tenendo in mano una corda. Ad ogni nodo, distante un metro dall’altro, corrisponde un bambino. Abbiamo cominciato con quattro classi ma intendiamo portare avanti il progetto anche per altri». Alla sede centrale vanno aggiunte le famose aule del primo piano della Giovanni XXIII, quelle che si trovano all’Istituto Sant’Antonio e a quelle di via Meda, queste ultime rimesse a nuovo da genitori, docenti e collaboratori scolastici. «Ringrazio pubblicamente i genitori, tutti coloro che si sono adoperati per ridipingere e mettere a nuovo le classi», dice la Roselli.

Poco distante c’è il comprensivo Tattoli-De Gasperi della dirigente Maria Rosaria De Simone. «Speriamo di collaborare positivamente con i genitori che dovranno essere corresponsabili della salute dei propri figli. Noi abbiamo adottato tutte le misure necessarie per poter partire con la totalità delle classi in presenza. Abbiamo creato una commissione anti-covid con un expertize DPO responsabile della privacy, un responsabile alla sicurezza, un medico, e un funzionario della Protezione Civile che collaboreranno con lo staff della scuola. Abbiamo tenuto un corso in presenza della Protezione Civile con tutte le nostre risorse umane sia per la gestione tecnica dell’emergenza sia per poterla affrontare dal punto di vista psicologico. Abbiamo previsto lezioni all’aria aperta nei nostri spazi esterni e stiamo attendendo l’avvio di alcuni lavori di ristrutturazione che verranno effettuati attorno al 18 ottobre».

Dal primo settembre l’istituto comprensivo Cifarelli-Santarella è diretto da Mariagrazia Campione. «Abbiamo gestito bene i primi giorni di scuola, con qualche difficoltà in più per i bambini delle elementari perché i genitori sono abituati ad accompagnarli fin tra le mani delle maestre. Fortunatamente abbiamo un ampio cortile che ha permesso l’accesso ordinato in classe. C’è ancora da regolamentare l’accesso su viale Cadorna perché non è ancora attivo un servizio di vigilanza e quindi, in quel punto, gestire la distanza interpersonale è più difficile». Sulla preparazione. «La collega che mi ha preceduto (Danila Tempesta ndr) ha lavorato quest’estate sulle misure di prevenzione. Siamo riusciti a ridisegnare le classi dividendo i gruppi più numerosi e ottenendo uno spazio in via Morelli dove andrà una quinta. Non faremo i doppi turni».

Chiude l’Imbriani-Piccarreta. «La scuola è iniziata, – dice la dirigente Grazia MalderaIl nostro impegno nel rendere sereno l’avvio dell’anno scolastico è stato grande. I bambini e i ragazzi sono sereni e questo è molto importante perché la scuola deve trasmettere serenità in questo momento così delicato. Abbiamo avuto la possibilità di mantenere invariata l’organizzazione didattica ma permangono delle criticità che cercheremo di migliorare come l’ingresso a scuola. Abbiamo nuove idee che concorderemo con le famiglie». «Sappiamo che ci potrebbe essere la chiusura qualora ci fosse un numero importante di contagi – conclude la Maldera – ma questo non dobbiamo viverlo come un incubo».

lunedì 28 Settembre 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 20:50)

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