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Sei vignette per ricordare Francesco Tedone e il suo viaggio attraverso la vita

La Redazione
L'illustrazione
Un'illustrazione per ricordare il giovane studente che, tornato dal Giappone, perse la vita nel tragico incidente ferroviario del 12 luglio 2016
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Un’illustrazione per ricordare Francesco Tedone, il giovane studente che, tornato dal Giappone, perse la vita nel tragico incidente ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Corato-Andria. Nel suo ricordo è nata l’associazione che porta il suo nome, creata dai fratelli Tiziana e Natale e dai suoi amici che, in questa lettera, raccontano questo progetto.

«Il 12 luglio è per tutti noi un giorno importante: è il giorno in cui le vite di tutti noi sono cambiate per sempre. Basta una sola vita spezzata per cambiare tante persone, per far riflettere un’intera comunità. Ogni anno noi vogliamo ricordare Francesco e i suoi sogni, e vogliamo anche spronare gli altri a inseguire le proprie ambizioni. Il modo migliore che abbiamo trovato per farlo è il Komorebi, l’evento con cui ogni anno cerchiamo di combattere contro la morte, armati di musica, arte, poesia, danza, sport.
n

Perdere Francesco all’improvviso, in modo così inaspettato dopo aver atteso per un anno il suo ritorno dal Giappone, è stata una cosa terribile per ciascuno di noi. Abbiamo perso un figlio, un fratello, un cugino, un nipote, un amico di vita e di quotidianità, un confidente. La cosa che ci è riuscita meglio, dopo questa esperienza, è stata quella di trovare riparo nei nostri affetti e nei nostri sogni.n

Dopo una perdita, è giusto trovare del tempo per riflettere sul proprio dolore, è giusto darsi del tempo per essere tristi. Ma crediamo che sia anche giusto poi rialzarsi e trovare un modo per andare avanti, anche per la persona che non c’è più. Da quel 12 luglio, ci siamo resi conto che vogliamo vivere la vita al doppio, perché ciascuno di noi deve e vuole viverla anche per Francesco.n

Vorremmo che chiunque soffra per la perdita di qualcuno sappia questo: che non è solo, che c’è sempre un motivo per andare avanti, e che quel qualcuno che non c’è più non vorrebbe mai che smettessimo di vivere anche noi. Speriamo che il Komorebi infonda negli altri spirito di iniziativa, gioia, voglia di mettersi in gioco, e soprattutto la forza di andare avanti in ogni circostanza.n

Purtroppo quest’anno l’emergenza sanitaria ci ha impedito di organizzarlo come avevamo progettato, e abbiamo deciso di passare la giornata coi nostri cari, sempre con lo stesso spirito. Ciò che però l’emergenza non ci ha impedito di fare, è stato di ricordare Francesco anche agli altri: è da questo presupposto che nasce l’idea di questa illustrazione così particolare.n

Noi dell’Associazione crediamo fermamente nel potere dell’arte, e ancora una volta l’abbiamo utilizzata per farci sentire, ma soprattutto per far conoscere a tutti i passi di Francesco, ripercorrendo il suo viaggio. Per realizzarla c’è stato un bel lavoro di squadra: chiacchierandone un po’ in famiglia e coi vari membri dello staff, ci siamo subito trovati concordi sul come realizzarla. Nella pratica, poi, Tiziana e Titti si sono occupate dei disegni; Alessia li ha digitalizzati; Rosanna le ha “incorniciate” con le parole.

Le vignette sono sei, ognuna di esse cerca di sintetizzare i passi più importanti del suo viaggio in Giappone e sono accompagnate dalle parole di Rossana Calò (che riportiamo in corsivo).n

Nella prima vignetta, abbiamo simbolicamente rappresentato Francesco che partiva per il suo viaggio, lasciandosi alle spalle ulivi e trulli, simboli della Puglia. Il filo rosso che lo circonda è il filo rosso che da sempre seguiamo: è il filo del suo viaggio e della strada che ci ha lasciato, e che noi abbiamo deciso di percorrere.n

Abbiamo promesso che avremmo ripercorso i tuoi passi.nQuesto è solo un altro modo per farlo: ripercorrere il tuo viaggio in Giappone di cinque anni fa.nÈ iniziato tutto ad agosto. Hai preparato la valigia, hai infilato le scarpe e hai deciso che avresti percorso il mondo consumandone le suole.nTi sei lasciato alle spalle cicale, ulivi e campagne, e ti sei avviato verso il mondo che avevi sempre sognato guardando i tuoi anime preferiti.nLa strada era lunga, ma la tua voglia e ambizione lo erano di più.n

Nella seconda vignetta, è rappresentato l’arrivo in Giappone di Francesco. Abbiamo scelto di rappresentare proprio l’istante in cui era in macchina con suo padre giapponese, perché quel giorno si fermò l’auto per strada: fu la prima piccola avventura di Francesco con la sua nuova famiglia.n

Arrivato in Giappone, la tua nuova seconda famiglia era lì ad aspettarti.Eri intento ad osservare mille nuovi colori fuori dal finestrino, quando ecco che al tuo babbo-giapponese (è così che chiamavi sempre il tuo papà-italiano: “babbo”) si ferma l’auto. In molti si sarebbero sentiti a disagio in una situazione simile, ma invece è stato in quel momento che tu e la nuova famiglia siete scoppiati in una fragorosa risata: il tuo viaggio era appena iniziato, i legami che da quel momento avresti stretto in modo indelebile erano appena sbocciati.n

La terza vignetta è un po’ quella della quotidianità giapponese di Francesco: c’è la sua adorata scuola; il cibo giapponese che tanto amava; due racchette da badminton (lo sport a cui si era appassionato).
E c’è lui in sella alla sua bicicletta. Non ci avremmo mai creduto, eppure in Giappone Francesco era diventato molto sportivo. Ogni giorno andava a scuola in bicicletta, percorrendo più di 10 km.n

Le cose da vedere, da assaggiare e da tastare erano troppe, e così hai deciso che per assaporare tutto nel migliore dei modi dovevi essere pronto e rapido: in sella alla tua bicicletta, hai percorso le strade di Oita infinite volte, ascoltando nelle cuffie a ripetizione sempre la stessa melodia e lasciando il segno in ogni posto.nA scuola i professori si stupivano del fatto che sin da subito tu prendessi appunti di biologia e chimica in giapponese e che ti fossi subito integrato nel club di badminton: e anche noi un po’ ci stupimmo, visto che in Italia non eri un amante dello sport.nIl Giappone ti ha cambiato, e tu hai cambiato un po’ il Giappone.n

La quarta vignetta è un po’ la sua “comfort-zone”: è piena di simboli inerenti ad anime, manga e videogiochi. Il mondo video-ludico e degli anime ha accompagnato Francesco fin dall’infanzia, e l’ha anche legato ad alcuni dei suoi migliori amici. Ad esempio, il Pokemon visibile in primo piano è Gengar: lo utilizzava sempre nei tornei di Pokemon con i suoi amici, a scuola media. Il joystick del Gamecube vuole ricordare le partite a Super Smash Bros coi suoi migliori amici. Quello che sembra un enorme robot davanti a lui appartiene al mondo di Evangelion, il suo anime preferito. La bambolina scura a destra appartiene ad un rituale fatto coi suoi amici dopo la visione dell’anime Corpse Party, e la cui storia è davvero suggestiva… Magari un giorno la racconteremo meglio. Ci sono ancora tanti simboli nella vignetta, ma potremmo stare ore a parlarne e spiegarli tutti.n

Ti sei avvicinato alla cultura giapponese grazie ad anime e videogiochi: un mondo immenso che era parte di te e di cui tu eri parte attiva.nHai vinto tornei e tornei di LoL; hai asfaltato i tuoi amici di sempre ai Pokemon con la tua squadra di Darkrai e Gengar; hai giocato innumerevoli volte a Super Smash Bros; impazzivi per il Waltz for the moon di Final Fantasy; costringevi tutti a guardare Evangelion; in bici ascoltavi sempre l’SSS theme di Angel Beats; hai creato coi tuoi amici quello strano rituale della bambola di Corpse Party; e la tua anima è ancora legata a questo mondo, come quella di Al in Fullmetal Alchemist.nTu sei ancora qui, e tutti questi simboli ce lo ricordano ogni giorno.n

La quinta vignetta rappresenta la lunga conversazione che Francesco ebbe con un monaco davanti ad un tempio giapponese. Siamo legati a questa immagine, perché rappresenta alla perfezione l’idea che Francesco aveva della sua esperienza: un anno in cui doveva impegnarsi il più possibile per vivere il Giappone a fondo, cercando di conoscerne usanze, costumi, religioni, abitudini, lasciando magari anche un pezzettino dell’Italia lì. La scritta “See you again” è quella che i suoi compagni di classe gli lasciarono sulla lavagna il giorno prima della sua partenza per tornare in Italia, tra lacrime e abbracci.n

Tu non hai “visitato” il Giappone: lo hai vissuto.nNe hai amato la cultura e le tradizioni, le hai conosciute e hai voluto esserne parte.nHai parlato con un monaco buddista per ore, perché volevi conoscere un punto di vista differente dal tuo.nLa visita a quel tempio ha impresso un ricordo indelebile in te, così come tutte le altre esperienze vissute: quando il 10 luglio sei tornato in Italia, hai parlato alla tua famiglia per ore e ore di ciò che avevi visto e fatto e conosciuto.nHai raccontato loro con nostalgia di quel “See you again” che i tuoi compagni di scuola avevano scritto sulla lavagna per te, l’ultimo giorno di scuola, con le lacrime agli occhi.nL’11 luglio hai rivisto i tuoi amici dopo tanto tempo: sono bastate poche ore affinché tutti si accorgessero subito che qualcosa di meraviglioso in te era cambiato.n

L’ultima vignetta parla da sé: il 12 luglio è arrivato, Francesco è tornato in Italia, ma c’è un binario che spezza il filo rosso che finora aveva circolato in lungo e in largo. Però, ci sono delle mani che afferrano quel filo: quelle mani sono le nostre. Siamo noi che abbiamo deciso, seguendo le orme di Francesco, di consumare le suole delle scarpe per conoscere il mondo e realizzare i nostri sogni.
E così facendo, speriamo di poter realizzare anche i suoi: creare un ponte ideale tra Giappone e Italia.n

Il 12 luglio sei andato ad Andria, alla tua scuola. Poi hai preso un treno per tornare a Corato e fare colazione coi tuoi amici. Ma nessuno di loro ha più fatto colazione, quella mattina. Hai perso la tua vita su quel treno. Quel binario ha spezzato il filo della tua vita e dei tuoi sogni. “Tieni un capo del filo, con l’altro capo in mano io correrò nel mondo. E se dovessi perdermi, tu tira”, scriveva Margaret Mazzantini. E allora stai tranquillo, perché mentre tu correvi nel mondo, il tuo filo lo tenevamo noi. E anche ora, il tuo filo lo abbiamo riannodato noi, e lo stringiamo più forte ogni 12 luglio, con ogni Komorebi. La strada da percorrere era lunga, ma i tuoi sogni e le tue ambizioni lo sono di più.

giovedì 6 Agosto 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 23:56)

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