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Addio al cinema Elìa. Al suo interno giace un tesoro nascosto

Francesco De Marinis
Francesco De Marinis
Addio al cinema Elia. Al suo interno giace un tesoro nascosto
Chiude ufficialmente i battenti dopo oltre vent'anni. In un solo giorno le sale Truffaut e Fellini sono state sventrate, svuotate dei sedili che saranno piazzati altrove.
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«Non lo nego, ho pianto». Nico Cirasola ha salutato così il cinema Elia, il suo cinema, il cinema che è stato di tanti. Chiude ufficialmente i battenti dopo oltre vent’anni. In un solo giorno le sale Truffaut e Fellini sono state sventrate, svuotate dei sedili che saranno piazzati altrove. Rimangono i ricordi di migliaia di film proiettati, delle personalità ospitate, degli eventi culturali condivisi e della magia che posti come il cinema continuano quotidianamente a creare.

Era il 18 dicembre del 1998 e Corato, senza neanche un cinema da tanto, troppo tempo, si ritrovò con ben quattro sale. Aprivano contemporaneamente sia l’Elia che l’Alfieri, rimasto ora l’unico cinema in città. «Nel 1996 proiettai il mio “Odore di pioggia” in una scuola media coratina – ricorda il registra gravinese – e fui colpito dal seguito che ebbe l’evento. 200-300 persone attente e appassionate, dalle quali scaturì un bel dibattito. Quella stessa sera andai in una pizzeria con amici e intorno al tavolo discutemmo sul perché Corato non avesse neanche un cinema. Una città senza cinema e teatro non è una città. Quella sera nacque l’Elia» che esordì con “Celebrity” di Woody Allen e “Gatto nero, gatto bianco” di Kusturica.

Un percorso intenso e condiviso con la famiglia Mininno, proprietaria dello stabile. «Hanno compreso le difficoltà economiche che ho avuto nel tenerlo aperto, soprattutto negli ultimi anni». Di lì sono passati nomi importanti della cinematografica italiana: Sergio Rubini, Valeria Golino, Sabrina Guzzanti, Giuliana De Sio ma anche politici e cantautori come Franco Battiato. Riccardo Scamarcio è stato frequentatore assiduo delle sale del piccolo cinema, aperto grazie ad un grosso mutuo di 800 milioni.

Nel 2018 la porta d’ingresso viene chiusa. «Cerco un nuovo gestore perché non riesco più a tenerlo in vita», disse all’epoca Nico Cirasola. Ma non se n’è fatto nulla. «Speravo, fiducioso, nelle imprese culturali pugliesi, in qualche associazione o imprenditori lungimiranti ai quali cedere la fiaccola. In fondo la mia intenzione era quella di cederlo gratis. Se l’avessero regalato a me l’avrei rilevato di corsa». Qualcuno si affaccia ma non concretizza e allora non resta che chiudere tutto.

Tra poltrone accatastate e vecchi poster giace un vero e proprio tesoro culturale che pochi conoscono. Con moviole, passafilm e altra attrezzatura cinematografica sono accatastate decine di “pizze”, le scatole che contenevano le vecchie pellicole. Tra queste alcune di grandissimo valore storico come l’unica copia italiana di “Chi sta bussando alla mia porta”, esordio di Martin Scorsese datato 1969. Oppure una rara bobina di “Selvaggina di passo” di Fassbinder. C’è anche “L’Italia in pigiama”, controverso film sulla sessualità italiana finanziato da un imprenditore altamurano e documentari di Lorenzo Fiore e Peppino Schito. «Materiale che musei e cineteche mi hanno richiesto», dice Cirasola.

La gemma più preziosa, però, è “Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 a Corato indetta dalle leghe operaie” di Cataldo Balducci, un documento girato nel 1913 (che potete vedere nell’archivio Luce oppure nella versione proposta nel 2008 da CoratoLive.it) con una meravigliosa storia alle spalle. «Trovai questa vecchia bobina nella cassapanca di una parente di Balducci nel 1982. – racconta Cirasola – La pellicola era delicatissima, se l’avessi proiettata si sarebbe incendiata, se l’avessi esposta al sole si sarebbe disintegrata. Grazie al contributo di pastificio Granoro e del Comune di Corato riuscimmo a riversare il film su una nuova pellicola»

Nel film di Balducci, che Cirasola ha mostrato qualche volta all’Elia, c’è la Corato operaia del 1913, quella che si radunava alla Lega dei Lavoratori per il primo maggio. «Una pellicola che stravolge lo stereotipo del meridionale sporco, brutto ed emaciato ma mostra gente ben vestita, sorridente e in salute». La bobina originale è conservata nella Cineteca Nazionale, una delle rare copie è qui all’Elia.

Nico Cirasola, intanto, continua nella sua missione di divulgare la bellezza della settima arte. «Con l’emergenza sanitaria dovremo affrontare tante difficoltà, per questo pensiamo a nuovi progetti ma il cinema non morirà, è ancora tanto importante, tanto da determinare il successo o meno di un film». Il ritorno commosso nel suo di cinema fa affiorare tanti ricordi. «È stata un’avventura meravigliosa, guidata dal piacere di condividere spettacolo e cultura che mi da più forza di ogni altra cosa. Il cinema permette di sognare e il sogno, come diceva Fellini, è il 50% del nostro nutrimento».

domenica 7 Giugno 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 2:22)

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Rossana Arbore
Rossana Arbore
3 anni fa

Un paese che non investe nella cultura è una cattedrale nel deserto, destinata all'erosione del tempo e degli eventi. Una sconfitta culturale!

M.D
M.D
3 anni fa

Spero che qualcuno recuperi questo patrimonio. ….e grazie a Nico Cirasole e agli sforzi fatti ..per aver dato vita al cinema Elia….di cuore!

Gina Micettina
Gina Micettina
3 anni fa

Non ci sono parole. Solo tanta tristezza.

Pino Supino
Pino Supino
3 anni fa

Basta che si son spesi MILIONI di euro al Palazzo Gioia solo per capricci e super Ego. Un paese senza cultura è più facile da governare, vero?

nerdrum
nerdrum
3 anni fa

già immagino le forme di recupero….. un bel supermercato… col nome “corato centro”. la pancia piena allevia il dolore.

Lucio nichilo
Lucio nichilo
3 anni fa

Grazie girasole per quello che ci hai dato

Vincenzo De Robertis
Vincenzo De Robertis
3 anni fa

Sono profondamente amareggiato, come cittadino e come coratino di nascita. Andai via da Corato per trasferirmi a Bari con la mia famiglia nel 1962. Allora c'erano tre sale cinematografiche: l'Alfieri, il Centrale ed il Teatro. Oggi con la concorrenza della televisione e di internet vedo una sola possibilità di sopravvivenza per l'offerta cinematografica: quella di valorizzare la fruizione collettiva che la sala garantisce, attraverso momenti di convivialità post o pre -proiezione, magari con la partecipazione del regista o di un attore o di un critico.

Aldo
Aldo
3 anni fa

Non avevamo il cinema e ci lamentavamo ne abbiamo 2 e andiamo a spendere i soldi all uci a molfetta !! Il coratino brutta bestia schifosa!!

Rossana De Palma
Rossana De Palma
3 anni fa

Grande chapeau al gestore x gli sforzi fatti…chissà che attraverso questo articolo qualcuno ci faccia un pensierino…????

franco
franco
3 anni fa

inutile dire che è stata una agonia proptrattasi per tanto tempo….non certo per colpa dei sigg.MININNO -auguri al NICO CIRASOLA

Nico
Nico
3 anni fa

Peccato….ennesima sconfitta culturale