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Palestre, primo giorno di riapertura: capienze dimezzate e un po’ di timore

La Redazione
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Tre titolari di palestre raccontano la riapertura: un ritorno alla normalità condizionato dalle tante misure anti-contagio giudicate «tardive e poco chiare​»
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Nuove attività tornano a prendere vita. Ieri è stato il turno delle palestre, chiuse per oltre due mesi. Un ritorno alla normalità condizionato dalle tante misure anti-contagio dettate dallo Stato e dalla Regione.

«Misure tardive e poco chiare che hanno reso difficile la riorganizzazione» spiega Nunzio Di Nunno, titolare della Life Club, tra le più grandi del circondario.

L’ingresso è contingentato e si entra su prenotazione (con un intervallo orario stabilito) per evitare di sforare il tetto massimo di clienti a seconda della capienza. Si indossano le mascherine nelle parti comuni ma non durante l’attività fisica. Vanno cambiate le scarpe in aree designate. Chi accede viene registrato e i dati vanno conservati per almeno 14 giorni. «Nel nostro caso – spiega Di Nunno – si entra con scheda e l’accesso viene registrato automaticamente».

All’interno delle palestre vengono segnalati i percorsi da seguire per accedere alle varie sale. Anche i posti negli spogliatoi sono distanti un metro dall’altro e delimitati con degli adesivi. Gli oggetti personali vanno riposti in apposite bustine o dentro i borsoni e gli armadietti vengono sanificati.

In palestra vengono disinfettati gli attrezzi dopo ogni singolo uso. Gli spazi, sanificati prima della riapertura, sono più ampi. Lì dove c’erano dieci tapis roulant oggi ce ne sono cinque. È possibile servire circa la metà dei clienti. Una forbice che va dal 40 al 60% di utenti in meno. «Una mazzata – ammette Antonio Amendolagine della InForma – perché le uscite sono rimaste le stesse mentre le entrate sono dimezzate. Non siamo stati tutelati e i 600 euro erogati dallo stato ci permettono di coprire appena qualche spesa viva. Non lo nego, ho aperto per vedere come va e se vale la pena restare aperti».

Nel tardo pomeriggio, di solito, le palestre si affollano. Il primo giorno dopo il lockdown, invece, la musica pop che fa da sottofondo agli esercizi si sente più forte e nitida. «La risposta del “pubblico” è stata duplice – dice Di Nunno – perché c’era chi non vedeva l’ora di tornare ad allenarsi e chi, invece, è ancora timoroso e che vuole essere rassicurato».

«Di solito i clienti più titubanti – aggiunge Amendolagine – sono principalmente quelli che devono essere “spinti” a venire in palestra. Chi è abituato a frequentarla è tornato subito. Non è neanche una questione di età. Questa mattina una signora di 82 anni, assidua frequentatrice, era in palestra».

C’è anche chi ha preferito aspettare come Hume. «Ci siamo presi una settimana in più per sistemare tutto per bene. – spiega Michele Mangano, uno dei soci – In realtà la nostra è una tipologia di palestra abituata ad avere poche persone all’interno. Siamo una fisio boutique che tende all’approccio one-to-one, quindi abbiamo sempre lavorato con massimo cinque clienti all’ora e su appuntamento. Anche noi prenderemo le dovute precauzioni, in particolare sulle sedute di fisioterapia che prevedono una distanza ridotta. Fondamentale sarà la collaborazione dei nostri clienti che devono essere attenti e scrupolosi quanto noi».

martedì 26 Maggio 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 2:48)

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