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Peppino De Palma, il ricordo commosso: «Mancherai a molti»

La Redazione
Sulla destra Peppino De Palma. A sinistra l'ex sindaco Massimo Mazzilli
Le parole del nipote Vito Bovino, dell'ex sindaco Massimo Mazzilli, del tenore Aldo Caputo e della giornalista Marina Labartino
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Il lutto è ancora fresco. Peppino De Palma ci ha lasciati venerdì, ma in tanti hanno voluto condividere il ricordo di un uomo che, emigrato giovanissimo a Torino, si è sempre impegnato ad accorciare le distanze tra il capoluogo piemontese e la sua Corato.

Il ricordo più prossimo è quello di Vito Bovino, suo nipote: «Era il numero uno», ripete più volte «Per lui valgono tutti gli aggettivi superlativi in accezione positiva. Zio Peppino era una persona squisita, garbata – continua Bovino – mai una parola fuori posto e con un alto senso della famiglia e del lavoro, legato alla fede che per lui era molto importante. Voleva a tutti i costi avvicinare la sua città adottiva alla nostra città e ricordo con che orgoglio e amore ammirava la statua di San Cataldo sfilare per le vie di Torino. La lontananza ti allontana dalla tua terra, lui faceva tutto questo per colmare il vuoto che ti lascia la separazione dalle radici».

In mente si rincorrono i ricordi e si fa fatica a nascondere la voce commossa. «Quando mi laureai, sapevo non sarebbe venuto alla discussione della tesi. A dieci minuti dall’inizio della seduta lo vidi per i corridoi dell’ateneo. “Che ci fai qui?”, chiesi felice e sorpreso. “La famiglia è la famiglia, e voi siete la mia famiglia”, mi rispose. Ecco, questo è stato zio Peppino».

L’ultimo sindaco ad aver partecipato con lui alla festa del Santo Patrono, su a Torino, è stato Massimo Mazzilli. Ha avuto modo di conoscerlo in quell’occasione. «Ho potuto apprezzare in tutte le occasioni, e in particolar modo a Torino, le doti umane di Peppino. Mi ha sempre positivamente impressionato la sua affabilità e rispetto per le istituzioni. È stato capace di inserirsi nel tessuto economico e sociale del capoluogo piemontese tanto da avere buoni rapporti con politici, imprenditori ed ecclesiastici. Ha tenuto vivo la Comunica dei nostri concittadini in Piemonte e notevole era l’organizzazione della processione del Santo Patrono per le strade di Torino, come notevole era lo sforzo di individuare altri nostri concittadini che si erano distinti fuori di Corato. Ho apprezzato la perseveranza, l’impegno e il piacere di organizzare eventi sociali e culturali per la nostra comunità».

«Era persona educata e di spirito – continua l’ex sindaco – ma anche determinata quando si trattava di prendere decisioni. Indelebili i ricordi in occasione dei ricevimenti sociali per i festeggiamenti per San Cataldo a Torino, nei quali assistevo con piacere al modo col quale si relazionava e narrava episodi del passato con i rappresentanti delle Confraternite di Corato e con don Peppino Lobascio e don Francesco Del Conte, anche loro a Torino in rappresentanza della comunità religiosa coratina».

«Peppino, e con lui la sua famiglia, è stata una persona che mi faceva sempre piacere incontrare e sentire per telefono anche in occasione delle festività più importanti. Quando veniva a Corato per vacanza o impegni personali, veniva sempre in Comune a salutarmi. Mi dispiace tanto per la sua dipartita a causa di questo “nemico invisibile”. Sinceramente ne avvertirò la mancanza, ma con spontaneità e col sorriso sulle labbra lo ricorderò con piacere, grato per averlo conosciuto».

Toccante anche il ricordo del tenore Aldo Caputo, che si era esibito in un concerto organizzato da lui. «Andarsene nel venerdì di Passione è una cosa che segna chiunque abbia fede. Se n’è andato un galantuomo, un figlio di Corato che non ha mai smesso di amare e onorare la sua città. Se n’è andato senza nemmeno un funerale degno delle cose grandi che ha fatto per la Sua comunità. Rimarranno indelebili i ricordi del Premio Quattro Torri, ricevuto a Torino nel 2011 – scrive il tenore – Ricordo l’applauso interminabile e gli occhi lucidi dei coratini rescindenti in Piemonte alla fine del concerto che tenni insieme al mio fratellone Lorenzo Battagion. Una emozione che non dimenticherò mai. Grazie per tutto quello che mi hai trasmesso, Peppì. Fai buon viaggio».

Chi con Peppino De Palma ha condiviso tanto è stata Marina Labartino, penna storica de Lo Stradone che con il “giornalaccio” ha seguito da vicino diverse celebrazioni a Torino. «Di Peppino mi resterà il ricordo della sua inconfondibile voce baritonale al telefono. Bastava che dicesse “pronto” e l’avrei riconosciuta tra mille altre. Tante le chiacchierate, la maggior parte per lavoro. I nostri incontri? Per lo più una volta l’anno in occasione delle solenni celebrazioni del nostro santo patrono Cataldo, o per i riti di Pasqua qui a Corato. Talvolta anche a Torino. Ma la stima, il rispetto, la fiducia reciproci andavano al di là della lontananza».

«Sono certa che ad agosto cercherò inutilmente i suoi occhi buoni, il suo sorriso rassicurante, dietro il busto argenteo del santo e mi farà male non scorgerlo. Peppino ha saputo essere un valente condottiero, solido anello di congiunzione di una catena di affetti tra il Piemonte e la Puglia e tra Torino e Corato, spesso anche oltre oceano. L’associazione Quattro Torri si è nutrita a lungo delle sue virtù. Nulla sarà più uguale senza la sua presenza. Toccherà ad altri proseguire il cammino con identici dignità ed equilibrio. Addio Peppino! Mancherai a molti».

domenica 5 Aprile 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 4:44)

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