In giorni difficili come questi, che ci stanno abituando a convivere più da vicino con il concetto del lutto, è fondamentale ricordarsi di celebrare la vita. Nell’ultimo mese, all’ospedale Umberto I, sono nati circa 80 bambini. Un numero rimpinguato anche da diverse mamme biscegliesi giunte nel presidio sanitario coratino. Da quando il Vittorio Emanuele II è diventato ospedale Covid, è infatti stato temporaneamente disattivato il reparto di ostetricia e ginecologia.
Oggi le mamme partoriscono senza il supporto dei famigliari ai quali è impedito l’accesso al reparto. Lontano dall’affetto dei parenti sì, ma coccolate dal personale sanitario. «Ostetriche e infermieri stanno facendo sforzi maggiori per assistere completamente le gestanti, sin dall’inizio» spiega Lucio Nichilo, dirigente del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Umberto I.
Le disposizioni Asl impongono restrizioni importanti per ridurre al minimo il rischio contagio. Quando la partoriente arriva in ospedale viene subito applicato il pre-triage all’ingresso principale. Misurazione della temperatura, anamnesi e dichiarazione di non essere venuta a contatto con soggetti positivi e di non provenire da quelle che sono state definite inizialmente zone rosse.
È da questo momento che la futura mamma si separa dal padre e dai parenti e viene accompagnata dal personale dell’ospedale nella sua stanza. Anche il trolley e le borse che porta con sé vengono presi in consegna da un addetto. Dal ricovero alle dimissioni, solo il personale autorizzato e dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale, può rimanere vicino alla mamma.
L’unica deroga concessa riguarda il padre che può entrare solo per poter vedere il bambino da dietro un vetro e compilare i documenti per la dichiarazione di nascita da portare in Comune. Tutto a debita distanza e dopo essere sottoposto a pre-triage.
Anche le visite ginecologiche per le partorienti hanno subito delle restrizioni ma sono attive. «Tutte le attività ambulatoriali sono sospese – continua Nichilo – tranne quelle considerate essenziali. L’assistenza alla gravidanza fa parte di queste. Abbiamo diluito gli orari per evitare troppe pazienti».
Se la paziente dovesse essere positiva al coronavirus verrebbe trasferita in un ospedale Covid (il Policlinico o il Miulli di Acquaviva), tranne nel caso di un parto intrasferibile. «Siamo attrezzati anche per questo – rassicura il direttore del reparto – fortunatamente fino ad ora non abbiamo registrato casi di positività tra le partorienti. Ne approfitto per tranquillizzare l’utenza. L’ospedale funziona e siamo operativi».
Ma come vivono la nascita di un figlio, madri e i padri, nel pieno di questa emergenza? Lunedì Viviana ha dato alla luce una bellissima bambina di 3 chili e mezzo. «Partorire da soli si può fare – racconta – basta darsi da fare un po’ di più. Poi c’è il personale medico che ti da una mano». Mancano, però, gli occhi lucidi dei nonni e il caldo abbraccio dei parenti. «Fortunatamente la tecnologia viene in soccorso – continua Viviana – così tra foto e videochiamate le persone più care sono riuscite a vedere la piccola».
Papà Mauro, sua figlia l’ha vista da lontano, oltre il vetro che separa il blocco dal corridoio. Non ha ancora avuto la possibilità di tenerla tra le braccia. «Va bene così. La cosa più importante in questo momento è seguire le regole, per rispetto in particolare di chi lavora in ospedale. Anche un sorriso all’infermiere o all’ostetrica può aiutare a stemperare un’atmosfera sicuramente particolare».
C’è un po’ di paura a essere genitori di questi tempi? «Sì, è vero – ammette Mauro – Il timore nasce da quello che leggi sui giornali, da quello che vediamo in giro. Forse avrò un po’ paura a prendere mia figlia in braccio, ma alla fine non resisterò. Vincerà la gioia di essere genitore».
Chissà se qualche genitore ha chiamato la figlia Corona, magari come secondo nome, o il figlio Vir, nel senso latino di Vero Uomo. io l'avrei fatto. non per goliardia, ma per lasciare un segno degli eventi.
Ostetriche meravigliose …personale infermieristico eccellente…ho partorito nel agosto 2019 e sono stata coccolata da tutti è ho dato alla luce un maschietto di nome Gabriel ginecologi bravissimi dal dott. Lucio Nichilo ad a tutti il resto dei medici Corato lo dico sempre è uno dei reparti più belli che abbiamo …ci sono tutti gli ingredienti pulizia cortesia e rispetto …bravi bravi bravi…..ah dimenticavo io sono Coratina ma sposata in Andria ….ma sono stata seguita fino al nono mese dal mio ginecologo dott..Lucio Nichilo ma operata da Rossi e non ricordo l'altro nome e come ostetrica c'era la Marianna bravissima ….poi anche in sala operatoria sono tutti degli angeli almeno io parlo della mia esperienza……bravi davvero tutti
Un reparto meraviglioso le infermiere dolcissime comprensive ho avuto una bellissima esperienza due anni fa che ho dato la luce il mio piccolo….grazie a tutti voi
Ci sono anche le socio sanitarie che fanno tanto x il reparto e per le partorienti
Mi associo a Stefania..ma stiamo scherzando??solo perché a Corato fortunatamente nn ci sono molti casi nn siamo eroi!Non e rispettoso chiamare un bambino con il nome di un mostro!