«Erano già tra 500 e 700 le famiglie coratine di cui la Caritas cittadina si prendeva cura. Adesso, e dopo la fine dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, riteniamo che possano diventare più di mille»: a dirlo è il vicario zonale don Giuseppe Lobascio.
Nei giorni scorsi la Caritas ha lanciato una campagna dal titolo #aiutaciadaiutare – Carità senza confini. Una iniziativa pensata «per chi è in difficoltà, per chi ha bisogno di aiuto o conosce famiglie che stanno attraversando un momento difficile». È stato predisposto un numero di telefono dedicato, 349.8963002, disponibile anche alla ricezione di messaggi tramite whatsapp: «troveremo insieme una soluzione» scrive la Caritas.
«Nelle ultime ore – fa sapere don Peppino Lobascio – c’è stato un notevole aumento di richieste, ma siamo certi che ne arriveranno tante altre. Questa emergenza sanitaria sta creando una nuova povertà: chi riusciva a mantenersi con lavoretti precari, assistendo gli anziani, affiancando le famiglie nella gestione dei figli o nello svolgimento delle faccende domestiche, adesso è stato costretto a fermarsi.
Purtroppo siamo certi di una cosa: è vero, oggi stiamo vivendo tutti una situazione non semplice ma quella di dopo sarà ancora peggio. Dobbiamo essere realisti: molti perderanno il lavoro o vedranno delle aziende chiudersi. Per non farci trovare impreparati stiamo cercando di fare una mappatura sul territorio individuando nuove famiglie che avranno vita meno semplice. Chi si trova per la prima volta a vivere questa situazione farà più fatica a chiedere aiuto: dobbiamo essere capaci noi di andare loro incontro. Di fondamentale importanza sono le disposizioni delle istituzioni governative e, di conseguenza, quelle del Comune. Solo collaborando e organizzando al meglio gli aiuti disponibili potremo offrire un servizio valido alla nostra comunità».
È di ieri la notizia della istituzione da parte del Comune di uno specifico tavolo tecnico, in collaborazione con l’Associazione Imprenditori Coratini e la Caritas Cittadina, per definire le modalità di aiuto alla cittadinanza, realizzazione e gestione di un banco alimentare. E oggi a Palazzo di città è previsto un ulteriore incontro in tal senso per capire come muoversi.
Eppure c’è speranza. «Quella sempre, senza non potremmo andare avanti. E si rende concreta ogni giorno: accanto alle difficoltà vediamo crescere anche la generosità e la disponibilità all’aiuto. Stiamo continuando la raccolta solita di generi alimentari perché il primo problema urgente da affrontare è proprio la necessità di “fare la spesa” per “portare il cibo a tavola”. Non stiamo parlando di altro in questo momento: vanno aiutare le famiglie monoreddito, magari con un mutuo o un affitto da pagare ogni mese, che stanno dando fondo ai pochi risparmi messi da parte. Per loro i buoni spesa sono un ottimo aiuto».
Accanto ai bisogni materiali ci sono quelli legati alla sfera psicologica e sociale. «Esatto, e non sono meno importanti. Anzi. Tutti i parroci stanno utilizzando ogni mezzo per rimanere accanto ai loro parrocchiani. La gente è disorientata, spaventata, timorosa per il futuro. Con i più giovani la tecnologia è di grande aiuto. Per gli adulti e gli anziani i telefoni sono imprescindibili come la televisione. La preghiera del Papa ha avuto una grande risonanza.
Anche la Chiesa, con la sospensione assoluta delle celebrazioni, sta vivendo un fatto che rimarrà alla storia. In questi giorni decideremo anche come “attraversare” la Settima Santa. Non sarà facile, inutile nasconderlo, ma anche quest’anno troveremo il modo per rivivere la Resurrezione di Cristo».
Caro don Peppino, la finalità dell'aiuto ai poveri è buona ma bisogna stare attenti che non diventi un pretesto per ridurre la Chiesa ad una associazione filantropica, come ce ne sono tante.
Buona sera sono disoccupato e non lavoro non cio niente da mangiare mi potete agliutarmi grazie qualche bonus spesa..
Buon giorno sono una disoccupazione non o un lavoro e non so come tirare avanti di tante cose ecc