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Nasce la rete territoriale anti-violenza dell’ambito Corato-Ruvo-Terlizzi

La Redazione
Nasce la rete territoriale anti-violenza dell'ambito Corato-Ruvo-Terlizzi
Si costituirà domani a Corato il tavolo di coordinamento
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Si costituirà domani, mercoledì 12 febbraio, sotto la direzione del Comune di Ruvo di Puglia il tavolo di coordinamento della Rete Territoriale Antiviolenza dell’Ambito Corato-Ruvo-Terlizzi.nLa riunione si terrà a Corato, alle 10.30 nella sala giunta del Comune, in piazza Marconi 12.

Sono invitati tutti i soggetti istituzionali con competenze nei campi della prevenzione e del contrasto alla violenza maschile contro donne e minori e della protezione delle vittime di violenza.

nnIl tavolo, a cui aderiscono centri antiviolenza, case rifugio, servizi sociali e sanitari territoriali, forze dell’ordine, magistratura, presidi ospedalieri e sevizi per il lavoro, avrà lo scopo di organizzare sotto un’unica regia e in un’ottica di complementarietà e di unità di intenti le azioni dei diversi soggetti, definendo priorità, strategie, obiettivi,ma anche i linguaggi e le prassi operative . Il tavolo si propone anche di attivare forme di collaborazione con forze dell’ordine e magistratura secondo le procedure previste dalla nuova Legge n. 69 del 19 luglio 2019 cosiddetta “Codice Rosso”.

n«Siamo orgogliosi – ha detto Monica Montaruli, assessora alle Politiche Sociali di Ruvo di Puglia – di essere tra i primi ambiti territoriali ad aver dato avvio a questa importante azione di contrasto alla violenza domestica.nL’Amministrazione di Ruvo, che ha il coordinamento dell’area antiviolenza dell’ambito, ha lavorato intensamente e messo a disposizione competenze e personale per fare in modo che il percorso tracciato dalla regolamentazione regionale trovasse attuazione concreta nel nostro territorio; l’obiettivo è quello di impegnare tutte le istituzioni nella tutela delle vittime definendo procedure condivise in grado di leggere e interpretare i segnali della violenza e di impedire situazioni di vittimizzazione secondaria».

martedì 11 Febbraio 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 7:10)

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Maria P.
Maria P.
4 anni fa

Speriamo solo che i cosiddetti centri antiviolenza non servano a riempire le case famiglie.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

E' un'altra iniziativa quasi obbligata a nascere, per ormai cercare di contrastare un fenomeno che è maturato e cresciuto nel tempo. Probabilmente le varie e tristemente note piaghe sociali, esasperatesi quasi contemporaneamente per aver trovato nel crollo dei valori la loro simultanea fonte di vita (l'inizio è grosso modo post sessantottino, miccia ai famigerati “anni '70”), sono sfuggite, nella loro drammaticità, alle Istituzioni, formate da gente, allora e dopo chiaramente inadeguata, ed ora, presa finalmente coscienza, si vuole correre a disperati rimedi, chiamando a raccolta una pletora di rappresentanze. E' certamente la “quantità” (il numero di casi interessati), ma ancor più la “qualità” (il tipo di violenza espressa, che spesso sfocia in assassinii), ciò che colpisce e preoccupa.