Attualità

Il cuore di Corato batte per la ricerca

La Redazione
Il “Concerto di fine anno” di Aldo Caputo
Freddo e pioggia non hanno scoraggiato il pubblico che ha affollato il teatro per il concerto di fine anno del tenore Aldo Caputo. Il ricavato è stato destinato all'associazione "Il sorriso di Antonio"
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«L’applauso finale del pubblico mi ha commosso». Così il tenore Aldo Caputo ha commentato la serata di ieri, il suo tradizionale “Concerto di fine anno” inserito nel cartellone ufficiale del teatro comunale.

Le basse temperature e la pioggia non hanno scoraggiato il pubblico, presente in sala come sempre numeroso. Quest’anno il concerto ha avuto un duplice scopo: oltre che essere una esperienza musicale tutta da vivere, è stata un’occasione per compiere un gesto di solidarietà. Il ricavato, per volontà di Caputo, è stato infatti destinato all’associazione coratina “Il sorriso di Antonio” che si occupa di finanziare la ricerca scientifica per sconfiggere il linfoma non Hodgkin, una forma violenta di leucemia.

Insieme a Caputo, sul palco sono saliti il violista Gunther Sanin, primo violino dell’Orchestra dell’Arena di Verona, il pianista Vincenzo Rana, il baritono del teatro Regio di Torino Lorenzo Battagion e la giornalista Micaela Ferrara.

«Quando qualcuno guarda lo stemma di Corato, nota al centro un cuore e si domanda il significato – commenta Caputo – Io credo che sia il simbolo della sensibilità che i coratini hanno dimostrato in mille occasioni e ieri sera in particolar modo, nel sostenere questo progetto dedicato alla raccolta fondi destinati alla ricerca per sconfiggere il linfoma non Hodgkin. Voglio solo aggiungere due parole: ringraziare i miei colleghi meravigliosi che hanno tenuto altissima l’asticella della qualità della serata e ringraziare gli oltre 400 spettatori che sono venuti in teatro nonostante il freddo e la pioggia: hanno creduto nel progetto e nella proposta culturale del “Concerto di fine anno”.

È doveroso da parte mia ringraziare anche il Teatro Pubblico che ha voluto scegliere ancora una volta il mio concerto tra gli appuntamenti di musica del Comunale e coloro i quali, a vario titolo, si sono spesi perché questo progetto andasse in porto: quando parlo della sensibilità dei coratini mi riferisco anche alle associazioni ed ai singoli cittadini che, con grande disponibilità di cuore, si sono impegnati a coinvolgere più persone possibili nel progetto. Pensando a tutti loro ho scelto di eseguire un repertorio in grado di accontentare tutti i gusti, volevo che quella di ieri fosse una grande festa in musica e così è stato».

Vicinanza e sostegno anche dal direttore del Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia, Aldo Patruno. «Anche questa sera posso dire con orgoglio che la nostra terra è in grado di esprimere grandi eccellenze. Abbiamo investito sulla Cultura e possiamo dire di aver fatto bene, questo concerto ne è l’ennesima dimostrazione. Sapere che esserci oggi significa anche sostenere la ricerca scientifica riempie il cuore e ci spinge ad impegnarci sempre di più».

A riassumere il concetto c’è stata anche un’imponente opera d’arte, quella di un’altra eccellenza coratina, Vincenzo Mascoli. «Volevo dimostrare che “combattere con il sorriso” è possibile – conclude Aldo Caputo – e l’opera di Mascoli, che ringrazio di cuore e con grande stima, ne è la sintesi perfetta. Simboleggia la disfida di Barletta in cui a combattere sono i bimbi, con i loro giochi, con i loro occhi grandi pieni di dolcezza. Mi piace immaginarci tutti così nella lotta contro battaglie grandi quali possono essere le malattie: con il sorriso sulle labbra e armati di speranza».

lunedì 30 Dicembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 8:54)

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Falco
Falco
4 anni fa

Grazie ad Aldo Caputo per il concerto. Grazie per la somma che sarà destinata in beneficienza pera ricerca. Che somma di denaro verseremo all'associazione ?

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Ho frequentato il ginnasio e il liceo col padre di Aldo, Giuseppe: era molto solare ed assai disponibile. Aveva i capelli rossi, che lo rendevano ancora più simpatico. Anche un altro compagno di classe, Michele Lotito, divenuto poi professore di lettere, era fulvo, ed anch'egli aveva le stesse caratteristiche di simpatia: una particolarità caratteriale, evidentemente, dei pronipoti degli uomini del nord, giunti in Italia, nei secoli scorsi, al seguito di Federico II. Da un papà così, date anche per scontate le qualità materne, non poteva nascere un figlio diverso.