Un regalo sospeso nel negozio sotto casa. Nasce a Corato l’iniziativa del “dono sospeso” che, con un ideale filo rosso, si lega allo storico “caffè sospeso”, usanza nata tra i cuori generosi dei vicoli di Napoli e divenuta oramai pratica solidale in molti Paesi del mondo.
In questi ultimi anni, infatti, la tazzina solidale è uscita dai confini partenopei per salire lungo tutto lo stivale, attraversando le regioni e mutando il volto della solidarietà in innumerevoli forme: “pane sospeso”, “farmaco sospeso”, “carrello sospeso”, “piatto sospeso”, e così via. E se fare un regalo solidale a Natale è una buona idea, farlo pensando di poter aiutare qualcuno ancora di più.
Anche a Corato, diversi saranno gli esercenti commerciali che aderiranno al progetto, ideato dalla Fidapa di Corato in collaborazione con le associazioni Orizzonti, Adisco Corato, Admo Puglia, Aido Corato, Bice Fino, AVIS di Corato, Centro Jobel, Co.Han.S.I.E., Gocce nell’oceano, Rosiba, Unitalsi e con il patrocinio del Comune di Corato.
Chi lo desidera, potrà recarsi presso i centri convenzionati cittadini in cui è depositata una scatola decorata dalle associazioni partecipanti e contrassegnata dall’adesivo “dono sospeso”. Al suo interno potrà essere riposto un giocattolo, un bene o, semplicemente, un piccolo contributo destinato ai bambini meno fortunati della città che, a Natale, rischiano di trovare alcunché sotto l’albero. La raccolta fondi, infatti, sarà devoluta ai bambini bisognosi individuati dalla Caritas cittadina, dai Servizi sociali del Comune di Corato e segnalati dai dirigenti degli Istituti Scolastici.
L’iniziativa, rientrante nel più ampio progetto “Sagome a colori”, si aprirà giovedì 12 dicembre con la presentazione dell’albero del dono – gentilmente offerto da Ausonia Group e collocato in via Duomo – e si concluderà il 6 gennaio, giorno dell’Epifania.
«L’obiettivo di fondo – sottolineano gli organizzatori – è fare rete perché sempre più si rafforzi l’idea di una solidarietà di comunità utile ad eliminare le barriere sociali purtroppo ancora esistenti».
Le barriere sociali sono sempre esistite, esistono ed esisteranno sempre, e quell'avverbio “purtroppo”, è pleonastico. L'uomo, come spesso ho affermato, è stato “programmato” male: troppo egoista, anche se vi sono esempi di altruismo e di solidarietà, nel mondo animale. La sensibilità, ricevuta in dote dai genitori o inculcata anche dalla Chiesa o dall'ambiente, e la cultura vera, patrimonio personale trasferito da docenti in gamba, aiutano in modo assai egregio a contrastare la tendenza a pensare solo a se stessi o alle persone di cui si ha interesse, e questa encomiabile iniziativa ne è la prova.
Non condivido questa iniziativa, non esiste il povero o meglio l'indigente, esiste solo il povero di dignità, abituato a spacciarsi povero per vivere alle spalle altrui.
Il povero non possiede macchinoni, SUV, cellulari ultimo grido, vizi di gioco, di fumo, e che dire dei tatuaggi, palestre, centri estetici, ecc. ecc.
Poi con il reddito di cittadinanza, ahimè senza lavorare conducono una vita meglore di chi lavora.
Quella gente ha solo bisogno di essere educata a non sperperare.
Noi la nostra parte l' abbiamo fatta ora spetta a chi ha sensibilità e crede nelle buone azioni condividere e mettere un soldino nel salvadanaio (che non ci cambia la vita ) , poi ognuno la può pensare come vuole, sarà la nostra coscienza che ci farà da guida . Certo ragionare sempre in negativo o portare rancori non si va da nessuna parte, questo ho imparato dalla vita.
Non credo che la vita, per l'epilogo che poi annulla ogni sforzo, meriti più di tanto. Quindi ogni considerazione sull'opportunità o meno, la correttezza o meno di fare della beneficenza, diventa solo un esercizio di retorica. Ma visto che sia l'esercizio che la retorica esistono, avranno anche un loro valore: quello del dialogo e dell'esposizione delle proprie idee. E visto che ora si ascolta, specie alla tv, solo quello che gli altri dicono, e senza poter intervenire, ben vengano queste occasioni di scambio di opinioni.