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Allarme carceri. «A Trani sovraffollamento estremo. Mancano gli spazi adeguati»

La Redazione
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Rotary
Nell'incontro "Oltre le sbarre", organizzato dai Rotary Club di Corato, Bitonto, Bisceglie e Molfetta, si è parlato di sovraffollamento delle carceri, dignità e recupero del detenuto
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Sovraffollamento delle carceri, dignità e recupero del detenuto. Di questi temi si è dibattuto ieri sera durante “Oltre le sbarre”, l’incontro promosso e organizzato dai Rotary Club di Corato, Bisceglie, Bitonto Terre dell’Olio e Molfetta. Al convegno (moderato da Michela Ferrara e introdotto dal presidente del club di Corato, Antonio Papagni) hanno preso parte alcuni degli attori principali che, da più punti di vista, hanno sottolineato soprattutto le criticità e il grande lavoro che c’è attorno al mondo carcerario italiano, con un occhio particolare alle due strutture di Trani.

Giuseppe Altomare, direttore della casa circondariale di Trani, è subentrato all’attuale senatrice Angela Piarulli dopo una lunga esperienza nel settore. «La situazione attuale è di un sovraffollamento estremo – spiega – nel carcere che dirigo c’è un padiglione nuovo di zecca che non si riesce ad aprire per alcune problematiche burocratiche». Un problema evidenziato anche da Daniela Manzitti, madre coraggio che fece arrestare suo figlio per dargli un futuro migliore. «Quando vado a trovarlo mi dice sempre che va tutto bene, invece percepisco che non è così, tra strutture fatiscenti e servizi trascurati».

Tra i relatori anche Claudio Sarzotti, docente di filosofia del diritto dell’Università di Torino ed esperto di diritto penitenziario, che ha spiegato come la riforma penitenziaria del ’75 ha cambiato la legislazione sul tema e il sindaco molfettese Tommaso Minervini, educatore professionale specializzato ed esperto di giustizia ripartiva, che ha raccontato la sua esperienza diretta.

Ci sono, poi, le storie e i progetti che vogliono dare dignità e futuro a chi vive sulla propria pelle l’esperienza detentiva. Da “Ripartiamo dalla pasta” di Granoro alle leccesi di Made in Carcere, fino alla Cooperativa sociale “I bambini di Truffaut” di Bitritto e il nuovo progetto di Don Vito Martinelli, parroco della chiesa Sacro Cuore: “Liberi tra le pagine”.

giovedì 5 Dicembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 9:40)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

E' un problema annoso, e che non sarà mai risolto. Nei confronti del mondo carcerario il sentimento dell'opinione pubblica ondeggia tra l'indifferenza, l'ironica invidia verso chi mangia e beve a spese nostre, l'ostilità e l'incomprensione nei riguardi dei carcerati, rei di aver fatto qualcosa che potevano benissimo evitare di compiere. Troppo riduttivo e semplicistico, troppo iniquo se rapportato alla realtà di coloro, solitamente delinquenti d'alto bordo, che riescono a farla franca, o di giudici condizionati ideologicamente dall'eccessivo garantismo o che, facendo decorrere, col dare la colpa alla troppa burocrazia, i tempi di giudizio, mandano in prescrizione le cause. E già il fatto che il numero degli avvocati italiani sia cinque volte superiore alla media europea, la dice lunga…

carlo mazzilli
carlo mazzilli
4 anni fa

meh? e ci hama fà? mo l'm'ttim tutt fòr … tand …