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Campagna olivicola: «il mercato non decolla, cisterne piene e prezzi a picco»

La Redazione
Olio nuovo
La preoccupazione di Cia e Italia olivicola: «la raccolta non è partita col piede giusto, produttori e frantoiani in difficoltà. Olivicoltura a rischio collasso​»
8 commenti 6874

«Nonostante una buona ripresa produttiva e una qualità eccellente del prodotto, il mercato dell’olio quest’anno ancora non decolla: gli acquirenti aspettano affinché il prezzo dell’extravergine italiano arrivi quasi al livello di quello spagnolo, le cisterne si riempiono e chi ne paga le conseguenze sono come al solito i produttori ed i frantoiani».

Con queste parole il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, e quello di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, esprimono grande preoccupazione per la situazione che vive il mercato dell’olio in Italia nel momento più importante dell’anno per centinaia di migliaia di produttori che vorrebbero raccogliere il frutto del duro lavoro portato avanti in questi mesi.

«I produttori ed i frantoiani continuano a rappresentare l’anello debole della catena e questi comportamenti di certo non agevolano la ripartizione del valore tra tutti i protagonisti della filiera – rimarcano Scanavino e Sicolo -. Vendere un prodotto d’eccellenza ad un prezzo stracciato significa non rientrare nemmeno delle spese sostenute dagli agricoltori per lavorare i terreni, curare le piante e irrigare.

Dopo la disastrosa annata passata, la peggiore di sempre, questa bolla commerciale metterebbe definitivamente in ginocchio migliaia di famiglie ed un intero settore simbolo del Made in Italy – concludono Scanavino e Sicolo -. Per questo auspichiamo una ripresa delle contrattazioni per evitare il naufragio della campagna olivicola e porre rimedio a questa situazione prima che sia troppo tardi».

giovedì 14 Novembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 10:36)

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Salvatore
Salvatore
4 anni fa

È una vergogna….

Giuseppe Del Console
Giuseppe Del Console
4 anni fa

storia vecchia anzi vecchissima, perchè quando la Cia parlava di una produzione in Italia di 330.000 tonnellate e che il 60% pari a circa 200.000 tonnellate sarebbero state prodotte nelle provincie di Bari, Bat e Foggia cosa si aspettava il prezzo a 6 Euro. Qualcuno ora promuovera uno sciopero che non servirà a nulla come tutti i precedenti, ma nessuno parla di affrontare il mercato con Marchi propri, promozione ed azioni di Marketing. Poi la racolta finirà e tutto sarà messo nel dimenticatoio fino alla prossima occasione.

Aldo da milano
Aldo da milano
4 anni fa

Il mio olio a milano lo vendo a 9 euro a litro….lo vendo anche a dei stranieri che lo comprono addirittura dai 12 ai 15 euro….signori il nostro olio non ha prezzo,non svendetelo ai soliti lucratori….

Taken
Taken
4 anni fa

Lo vogliamo noi perché siamo ignoranti non possiamo fare nulla perché manca la cultura del commercio delle olive e olio non si fanno rispettare con consorzi o cooperative serie perché siamo costretti a svolgere un lavoro senza impegno poveri noi ha ragione il nord Italia che siamo terroni

Coratino Emigrato
Coratino Emigrato
4 anni fa

Purtroppo siamo al SUD ed anche le piante.Quindi anche l'ulivo ne paga le conseguenze di una mentalità bloccata, senza larghe vedute.

Agricoltore deluso
Agricoltore deluso
4 anni fa

NON PREOCCUPATEVI…… ORA I RAPPRESENYANTI CITTADINI DEL MOVIMENTO 5 STELLE INTRAPRENDERANNO UNA LOTTA CON GAZEBO E ANNESSA PETIZIONE DA PRESENTARE ALLA COMUNITA' EUROPEA AL FINE DI TUTELARE I NOSTRI AGRICOLTORI E AUMENTALE IL PREZZO DELLE OLIVE……. MANTENEVI FORTI……….

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Devo, io che sono nato molto lontano da qui, spezzare una lancia in favore del Sud: una mentalità consolidata non imprenditoriale, non corporativistica nella giusta misura, non “avventuriera”, non si può cambiare, se non vi sono i presupposti culturali e sociali perché ciò avvenga. Occorre esaltare i valori nutrizionali positivi dell'olio nostrano; cambiare aspetto alle bottiglie (avevo suggerito, ad un grande frantoio coratino, l'uso di boccette con la forma inconfondibile del Castel del Monte); fare argine comune alla concorrenza; far capire che l'olio, quanto viene pagato, tanto vale; unire, ad ogni bottiglia di extra vergine di Corato, le analisi di laboratorio che ne attestino la genuinità e le caratteristiche uniche.

luigi mintrone
luigi mintrone
4 anni fa

Quando smetteremo di pensare di essere più furbi degli altri sarà troppo tardi,le altre regioni vivono di consorzi e non di cooperative, i grossi frantoi dovrebbero spiegare il perchè delle cisterne piene, è sicuramente di dubbia provenienza, vista la produzione dello scorso anno, ci spieghino da dove è arrivato, hanno importato dalla Spagna,Grecia e Tunisia con il bene-stare politico ed i vari incentivi.