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Cinghiali sulle strade, in Puglia oltre 300 incidenti nel 2019

La Redazione
La protesta di Coldiretti a Roma contro l'assedio dei cinghiali
Particolarmente grave e ingestibile la situazione nelle aree rurali della Murgia barese e tarantina e in Capitanata, soprattutto nell'area del Gargano dove l'habitat risulta particolarmente favorevole
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In Puglia sono 310 gli incidenti stradali causati da animalinselvatici nei primi nove mesi del 2019. E’ quanto emerge da una stima dinColdiretti Puglia, in occasione del blitz davanti a Montecitorio di migliaia dinagricoltori, allevatori, cittadini, esponenti istituzionali, sindaci enambientalisti contro l’invasione dei cinghiali e degli animali selvatici ormainarrivati anche dentro le città.

Il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa dinanimali è aumentato del 81% sulle strade provinciali nel periodo 2010-2018nsecondo l’analisi Coldiretti su dati del rapporto Aci Istat.

“L’escalation di danni, aggressioni e incidenti che causanonpurtroppo anche vittime è il risultato della incontrollata proliferazione deglinanimali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Puglia che nel girondi dieci anni sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioninagroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita dinagricoltori e automobilisti, con una diffusione che ormai si estende dallencampagne alle città”, ha denunciato Savino Muraglia, presidente dinColdiretti Puglia, a capo della delegazione di oltre 300 allevatori enagricoltori proveniente dalla campagne di Bari e Foggia, ma anche dal Salento.

Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio lansicurezza e la salute degli automobilisti e che – secondo l’indaginenColdiretti/Ixè – porta 3 italiani su 4 (72,7%) a considerare un pericolo per lancircolazione sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane lanpresenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a unnquintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura – evidenzianColdiretti – che dilaga dalla montagna alla pianura, dalle zone vicino ai fiuminfino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno dincinquemila abitanti sale addirittura all’83% dei residenti.

“Non si tratta più solo di una questione di risarcimenti ma èndiventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione.nOra non ci sono più alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri enRegione – ha chiesto il presidente Muraglia – ed avviare un piano dinabbattimento straordinario senza intralci burocratici. Le aree rurali e anchenle città, vedi quanto accade nel capoluogo di regione a Bari, sono invase dancinghiali che mettono a repentaglio l’incolumità delle persone, fanno razziannei campi di frutta, legumi, piantine, ortaggi, con inevitabili ripercussioninanche di natura igienico-sanitaria”.

Ma si tratta – evidenzia la Coldiretti – solo della puntandell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggininburocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio,noltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento dellancarcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati. Nel 2018 un incidentengrave su 5 provocato dai selvatici è avvenuto di notte – spiega Coldiretti – mansono le ore dell’alba e quelle del crepuscolo le più a rischio, con i branchindi cinghiali che si muovono razziando cibo nelle periferie urbane ondistruggendo campi e colture, riuscendo a percorrere – evidenzia Coldiretti – fino a 40 chilometri alla volta.

“Nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e del ParconNazionale del Gargano è emersa l’inefficacia del sistema di cattura deincinghiali con le gabbie – precisa il presidente Muraglia – che il presidentenTarantini ha intenzione di sostituire con il selecontrollo”, ha aggiuntonMuraglia.

Particolarmente grave e ingestibile la situazione nelle areenrurali della Murgia barese e tarantina e in Capitanata, soprattutto nell’areandel Gargano dove l’habitat risulta particolarmente favorevole.

“Si tratta di una situazione insostenibile – ha insisto ilnpresidente Muraglia – che sta provocando l’abbandono delle aree interne danparte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali. Glinimprenditori agricoli ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e glinavventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza i danninprovocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nellenaree naturali protette ma che, inevitabilmente, sconfinano nelle aziendenagricole, sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati”.

giovedì 7 Novembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 10:59)

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