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Cia Puglia protesta: «Uva da tavola, 60 cent ai produttori ma fino a 6 euro in supermercato»

La Redazione
Uva da tavola
Ardito, presidente provinciale Cia Levante: «Stiamo lavorando da anni, anche nel barese, per favorire la costituzione delle OP»
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«Ce la pagano quasi niente, tanto vale regalarvela». E’ questo il messaggio disperato che i produttori pugliesi di uva da tavola, ma anche gli agricoltori di altri settori, hanno lanciato commentando le foto pubblicate dalla pagina facebook di CIA Agricoltori Italiani della Puglia ((www.facebook.com/ciaagricoltoripuglia). Le immagini, pubblicate lo scorso 2 ottobre, sono state viste, condivise e commentate da oltre 100mila persone, diventando subito virali.

Ai produttori di uva da tavola, una vera e propria eccellenza pugliese, sono corrisposti mediamente 60 centesimi al chilogrammo. Lo stesso prodotto, la Grande Distribuzione Organizzata lo vende ai consumatori a un prezzo che può variare dai 2 ai 6 euro, vale a dire fino a 10 volte di più di quanto riconosciuto all’azienda agricola.

«C’è uno squilibrio evidente, che dovrebbe destare scandalo – ha dichiarato il presidente regionale di CIA Puglia Raffaele Carrabba – stiamo parlando di redditività per le aziende agricole, della possibilità per i produttori di ricevere un giusto compenso per ciò che producono. Questo significherebbe avere imprese agricole che possono continuare a creare posti di lavoro, avendo le risorse necessarie a investire anche sulla qualità e la salubrità del prodotto. La corsa al ribasso, tra l’altro, vale solo per i produttori, poiché sui consumatori la GDO compie ricarichi che arrivano a 10 volte il prezzo corrisposto agli agricoltori»

«E’ un problema molto serio – ha aggiunto Sergio Curci, responsabile regionale GIE Ortofrutta per CIA Puglia (Gruppi di Interesse Economico) – che non riguarda soltanto l’uva da tavola, ma la quasi totalità dei prodotti agricoli».

“Stiamo lavorando da anni, anche nel Barese, per favorire la costituzione delle OP, le Organizzazioni di Produttori, e più in generale l’aggregazione che assicura un maggiore potere contrattuale nei confronti di parte industriale e GDO» ha dichiarato Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante.

martedì 8 Ottobre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 12:17)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

E' un discorso interessante. I fattori che concorrono a stabilire il prezzo di un prodotto, sono diversi. Per prima incide la “legge sulla domanda e sull'offerta”: più quel prodotto è richiesto e minore è la sua quantità, maggiore sarà il suo prezzo, e viceversa. Poi subentra il “costo del lavoro”. Qui intervengono, tra gli altri: i contratti unici, che non tengono conto di quanto incida la posizione geografica dell'azienda produttrice o erogatrice di servizi (in alcuni luoghi della stessa nazione il costo della vita è diverso che in altri); il tipo di assetto di uno Stato (se assistenziale o politicamente incapace, le tasse aumentano); la concorrenza interna ed esterna; il costo delle materie prime; le crisi politiche internazionali (blocco dell'esportazioni); le capacità imprenditoriali.