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Passione Vespa, a Corato per la gimkana anche dalla Romagna

La Redazione
Passione Vespa
L'evento organizzato dal Vespa Club Corato rientra nelle dodici tappe che assegnano la Coppa Italia di specialità
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Stefano Donini e la sua famiglia si sono accollati 1000 km e passa per sfrecciare in Vespa nella gimkana organizzata dal Vespa Club di Corato. «Ci servono punti per la classifica», ci spiega il vespista di San Mauro Pascoli, piccolo comune romagnolo. Sì, perché la prova coratina rientra nelle dodici tappe che assegnano la Coppa Italia di specialità.

Un evento importante per gli appassionati dello storico marchio. «Per la seconda volta – spiega Francesco Pecoraro, presidente del Vespa Club Corato – il nostro evento rientra nel circuito nazionale, invece è il terzo appuntamento con il campionato interregionale Puglia e Basilicata». Nello spiazzo di via santa Maria, sin dalla mattina alle 9, si sono avvicendati i club di Acquaviva, Cassano Murge, Gioia del Colle, Martina Franca, Melfi, Palo del Colle, San Ferdinando, San Mauro Pascoli, Roma e ovviamente Corato.

Tanta Puglia, un po’ di Basilicata ma non solo. Stefano Donini da San Mauro Pascoli, 45 anni, è fresco campione d’Italia di “50 originale”. È riuscito a far innamorare suo figlio Fabrizio, campione italiano under 18, sua moglie e persino sua figlia, 12 anni appena e la più piccola vespista in gara. A pochi metri Riccardo Calvani sistema la sua Vespa. Arriva dalla provincia di Rieti senza il suo abituale compagno di corse, assente giustificato, dopo 1000 km in due giorni e oltre 350 euro spesi per raggiungere la Puglia. Una grande prova d’amore per la mitica Vespa.

I vincitori

Coppa Italia

Squadre: San Mauro Pascoli; Assoluta: Stefano Donini (San Mauro Pascoli); PX: Riccardo Calvani (Roma); Promo: (Fabrizio Donini (San Mauro Pascoli); Under 18: Mia Donini (San Mauro Pascoli)

Interregionale Puglia-Basilicata

Squadre: Martina Franca; Assoluta: Marco Zaccaria (Martina Franca); Px: Massimo De Palma (San Ferdinando); Promo: Marco Zaccaria (Martina Franca); Under 18: Giuseppe Di Tommaso (Corato).

martedì 24 Settembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 12:58)

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Franco
Franco
4 anni fa

Belle le Vespe, ricordano gli anni della giovinezza ma oggi inquinano tantissimo visto che sono nate per andare a miscela e benzina con piombo, oggi introvabile. Se alimentate a benzina verde in assenza di marmitta catalitica, dovrebbe esserne vietata la circolazione per l'emissione dei pericolosissimi “aromatici”.

Marco
Marco
4 anni fa

Infatti, in questi giorni il sindaco di Genova Bucci ha emanato un'ordinanza (che potrebbe essere copiata da altri Sindaci) che vieta dal 1 novembre prossimo l'uso delle Vespe in città causa inquinamento prodotto.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Il tema della convivenza tra mezzi storici e necessità di preservare l'ambiente, sentito da poco tempo, dato che prima inquinavano sia i motori vecchi che quelli nuovi, non è di facile soluzione. D'altro canto il giro del corso o l'esibizione di tali mezzi dura poco ed è rarefatto nel tempo, e non incide quindi più di tanto. I detrattori sono solitamente coloro che non comprendono il valore simbolico di un mezzo antiquato: la nostalgia, anche nelle forme sinuose, morbide ed eleganti, di un passato che valorizzava etica ed estetica.

Giuseppe
Giuseppe
4 anni fa

Si d'accordo che i mezzi d'epoca inquinano ma è come se si sparasse sulla croce rossa. Infatti se consideriamo la quantità di auto che vanno a benzina verde ma hanno la ceramica delle marmitte catalitiche intasata (dopo 30 mila km) diventando anche loro inquinanti, poi i mezzi d'epoca recuperandoli e non rottamandoli vanno ridurre la quantita di moto ammassate negli scassi. In parole povere si pensa come al solito alla pagliuzza nell'occhio e non si pensa al trave nello stomaco.

Franco
Franco
4 anni fa

Come tutti possono constatare di persona non si tratta solo delle Vespe dei raduni ma di quelle, tante ancora che circolano liberamente per le strade prive di marmitta catalitica e quindi senza rispettare il divieto, che del resto nessuno fa rispettare. Alla faccia di Greta.