È il momento di riprendere i libri, mettere lo zaino sulle spalle e tornare in classe. Questa mattina è suonata la prima campanella del nuovo anno scolastico per gli alunni del liceo classico e delle scienze umane Oriani e dell’istituto professionale Tandoi, pronti a ricominciare le lezioni dopo le vacanze estive.
Lunedì 16 settembre toccherà invece a quasi tutti gli altri studenti coratini: gli istituti comprensivi Battisti-Giovanni XXIII, Tattoli-De Gasperi, Imbriani-Piccarreta e Cifarelli-Santarella, il circolo didattico Fornelli e il liceo artistico Federico II Stupor Mundi.
Ultimi ad entrare in classe saranno gli studenti dell’istituto tecnico Tannoia, il 18 settembre, mentre il liceo scientifico di Ruvo ha cominciato le lezioni già il 10 settembre.
Per due istituti l’anno scolastico inizia anche con un nuovo dirigente. Dal 1° settembre scorso, Maria Rosaria De Simone ha preso il posto di Francesco Catalano (tornato a Ruvo nella scuola Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII) alla guida del comprensivo Tattoli-De Gasperi.
Maria Giuseppa Modeo è invece la nuova dirigente del comprensivo Battisti-Giovanni XXIII (su LiveYou il suo saluto alla comunità scolastica), retto lo scorso anno da Rosella Lotito che resta preside del Fornelli.
Gli auguri dell’assessore regionale all’istruzione, Sebastiano Leo, per il nuovo anno scolastico. Gli auguri di Sebastiano Leo, assessore all’istruzione della Regione. “Tra qualche giorno avrà inizio l’anno scolastico che chiude i primi vent’anni del nuovo secolo. Circa 572mila alunni si stanno preparando per tornare tra i banchi delle scuole pugliesi accolti dai dirigenti scolastici, dai docenti e dal personale Ata. A tutti faccio l’augurio di un buon anno scolastico, con la consapevolezza che il sistema scolastico pugliese è un’eccellenza della nostra regione.
Al personale della scuola voglio rivolgere anche un ringraziamento. Dobbiamo a voi se i nostri alunni possono crescere e formarsi con percorsi di qualità, capaci di dare quegli strumenti critici necessari all’evoluzione di cittadini consapevoli. Siamo consapevoli delle difficoltà che devono affrontare quotidianamente per la costante penalizzazione del Mezzogiorno. Il rapporto docente numero di alunni per classe più alto rispetto alle regioni del Nord, il tempo pieno rappresenta ancora una percentuale minima dell’offerta scolastica, tra i docenti e il personale Ata i precari sono in numero rilevante. Con l’insediamento del nuovo Governo riproporrò in Commissione istruzione l’impellenza di dare risposte a problemi ormai troppo datati.
Agli alunni e alle alunne pugliesi, augurando di frequentare la scuola con merito, rivolgo l’auspicio di vivere questi anni coltivando i loro talenti e le loro aspirazioni. Lo studio richiede dedizione e impegno ed è una palestra che insegna il metodo per affrontare la complessità dell’esistenza fatta di bellezza e difficoltà. Voi siete il nostro presente e il nostro futuro, a noi spetta starvi accanto e accompagnarvi nel corso della formazione. Buon anno scolastico».
Scuole pugliesi a rischio? Il Codacons chiede l’intervento delle Procure. «Il 62% delle scuole ubicate in Puglia richiede interventi urgenti di manutenzione e messa in sicurezza». Lo afferma il Codacons che, in occasione della riapertura dell’anno scolastico, lancia l’allarme “scuole sicure”, presentando un esposto alla magistratura locale.
«In base agli ultimi dati disponibili meno del 3% degli edifici scolastici presenti in regione è costruito secondo criteri antisismici» spiega l’associazione. «Appena il 25% delle scuole possiede il certificato di agibilità, mentre la certificazione igienico-sanitaria è presente solo nel 53,6% delle strutture. Il 71% circa degli istituti è dotato di Certificato prevenzione incendi».
Dati per il Codacons del tutto insufficienti a garantire la sicurezza di studenti e personale scolastico: per tale motivo l’associazione ha deciso di presentare un esposto alle Procure della Repubblica locali, chiedendo di aprire una indagine urgente sul livello di sicurezza degli istituti scolastici della Puglia, disponendo il sequestro e la chiusura di quelle strutture che presentano le più gravi criticità e rappresentano un potenziale rischio per la pubblica incolumità.
Il Codacons ha pubblicato inoltre sul proprio sito internet il modulo attraverso il quale i genitori possono valutare il livello di sicurezza delle scuole frequentate dai propri figli e diffidare l’amministrazione a mettere in sicurezza le strutture a rischio.
E' il trionfo della retorica. Non una parola sull'analfabetismo di ritorno, sul fatto che i nostri studenti siano fra i peggiori d'Europa, sulle promozioni facili, sul saper scegliere il corso di studi, anche universitari, per non restare disoccupati, o dedicarsi piuttosto a cercare un'occupazione, anche se non di prestigio, purché dignitosa, all'esuberanza demografica del sud raffrontata alla reale offerta di lavoro, e che costringe poi ad emigrare al nord o in Europa, alla maleducazione dilagante, problema che la Scuola insiste ad eludere non dando assoluta priorità all'insegnamento dell'educazione, della correttezza, del tratto. La società ha bisogno di futuri cittadini validi, non di ricettacoli di nozioni, che dopo un po' svaniscono nel nulla.
Gentile Maria, io ho frequentato la scuola in un periodo assai diverso, quando esistevano, come Muse ispiratrici dell'educazione, il rispetto della tradizione e l'autorità dei genitori. La scuola prosperava all'ombra di tali valori. Anni cruciali: 1964, inizio contestazioni giovanili (mutuate dall'estero); 1968, contestazione studentesca (mutuata da Parigi); 1976, inizio telegiornali all'ora di pranzo, e fine del dialogo in famiglia. Pian piano i 4 pilastri educativi del popolo (esempio dall'alto, famiglia, scuola e tv) hanno cominciato a fare sempre più acqua. La scuola avrebbe dovuto, per istituzione e proprio per la preparazione culturale dei docenti, diventare l'unico baluardo contro il malcostume. Ma continua coll'inutile nozionismo, a scapito della formazione educativa dei ragazzi.
Il sicuramente giovane Luigi si comporta come la maggioranza della gente: si limita a criticare, senza aggiungere alcunché per avvalorare la sua scarna affermazione. Certo è facile così, cioè non esponendosi, rimanere sempre a galla, ma l'incapacità di dialogo, che la fredda ed asettica tecnologia ha, isolandoci, favorito, è uno dei nostri più grossi problemi.