La commemorazione

Arte, musica e pensieri fino all’alba. Komorebi 2019 ricorda il 12 luglio

La Redazione
Arte
Dalle 23 all'alba, i soci dell'associazione dedicata al giovane coratino, si sono raccolti tra gli ulivi per ricordare Francesco e le altre 22 vittime della strage dei treni
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Il violoncello di Nica inizia a vibrare alle 23 e 6. Dodici ore prima il terzo anniversario del fatale scontro tra l’ET1021 e l’ET1016, il treno sul quale era seduto Francesco Tedone. Le note salgono tra le fronde degli ulivi e inaugurano Komorebi 2019, l’evento organizzato dall’associazione che porta il nome del giovane coratino morto con altre 22 persone nelle campagne tra Andria e Corato per ricordare quel giorno. Nell’uliveto, scelto come luogo per questa edizione, si intrecciano musica, arte, poesia e vita.

Eppure Komorebi 2019 si sarebbe dovuto tenere in una delle piazze della città prima che il direttivo dell’associazione Francesco Ludovico Tedone ne stravolgesse il programma.

«Mentre allestivo un’installazione con un ulivo – racconta Tiziana Tedone, sorella di Francesco – ho avuto una folgorazione: questa edizione l’avremmo dedicata a noi, alla riflessione, all’elaborazione del dolore ancora vivo». Qui, tra gli ulivi, come quelli che lambivano il tratto della ferrovia, teatro della tragedia.

L’appezzamento inizia a riempirsi. Alcuni alberi ospitano fotografie, sculture, dipinti ed esposizioni artistiche seguendo un fil rouge assegnato dall’associazione. Il tema è quello della “non materia” e il bando di partecipazione è aperto a tutti. Sul palco si avvicendano gruppi musicali, piece teatrali e performance. C’è chi danza e chi realizza xilografie. Non lontano dal palco c’è una grossa installazione, un recinto costruito seguendo lo schema di un piccolo lavoretto che Francesco aveva fatto qualche anno prima. Uno spazio dove rimanere in silenzio e ricongiungersi con se stessi.

Il programma va avanti fino all’alba. Il sole, appena sorto, passa tra le fronde degli ulivi. Un komorebi, direbbero i giapponesi. Il nome dell’evento, infatti, prende il nome da una parola nipponica: “luce del sole che filtra attraverso i rami degli alberi”, quella luce rappresentata da Francesco, dall’arte e dai sogni.

venerdì 12 Luglio 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 16:33)

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