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Dai banchi di scuola ai libri, i versi di Elena e Simona “lasciano segni di bellezza”

La Redazione
Dai banchi di scuola ai libri
Sono due alunne della 5C del Fornelli: le riflessioni di Elena sono diventate un libro, "Diario di Bordo di una bambina dalla curiosità gioiosa"; una poesia di Simona è invece stata scelta dalla giuria della Scuola Autori di Mogol
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I “bambini gioia”, o anche “bambini-curiosità gioiosa”, sono quelli che che sanno entusiasmarsi per tutto ciò che accade intorno a sé. La scuola, nella sua finalità ultima, ha il compito di generare studenti “curiosità-gioiosa”, amanti del Sapere, tanti “punti interrogativi” alla ricerca di risposte mai definitive.

È il caso di Elena Acella e Simona Scardigno, alunne della 5C del circolo didattico Fornelli, entrambe giovanissime scrittrici in erba.

«Elena è una bambina vivace e sensibile che ha manifestato da subito un grande interesse per la scrittura e le sue potenzialità creative ed evocative. Ha imparato a giocare con le parole, a combinarle e ad assaporarne la musicalità» racconta l’insegnante Benedetta Mazzilli.

«Per caso qualcuno ha sfogliato il suo quaderno e ha chiesto ai genitori di inviarlo ad un editore e così è nato il suo “Diario di Bordo di una bambina dalla curiosità gioiosa”. Il libro è un insieme di riflessioni e piccoli componimenti in versi scritti con “leggiadria” durante la terza, quarta e parte della quinta classe della scuola primaria in cui Elena racconta il mondo in cui vive, la scuola, vissuta in modo completo, apprezzandone tutti gli aspetti e, soprattutto, l’importanza dell’amicizia».

Nella presentazione dell’editore si legge: “La gioia e l’incontenibile curiosità di incontrare nuovi amici e fare nuove scoperte collegati, altresì, al giusto equilibrio tra conoscenza e gioco, permettono al lettore di far assaporare la possibilità di ritornare a percepire le sensazioni e i momenti spensierati dell’infanzia”.

«Come Elena – continua la maestra – anche Simona ha scoperto la bellezza della poesia, la sua potenzialità espressiva e ad essa, durante l’anno, si è dedicata in vari momenti: come un gioco, ma anche per l’esigenza di esprimere, attraverso una modalità diversa, tutto il suo mondo interiore, tutta la sua fantasia.

Un giorno, con la sua mamma, Simona ha letto del concorso letterario CET della Scuola Autori di Mogol; ha inviato tre poesie e la sua “Io sono luce” è stata scelta dalla giuria, presieduta dallo stesso Mogol e dal poeta ed editore Giuseppe Aletti, per essere inserita in un’antologia che sarà messa in commercio dal prossimo novembre.

Lasciare segni di bellezza è stato lo slogan di questo ultimo anno di scuola primaria: la bellezza è anche la lettura di una poesia, la visione di un quadro, l’ascolto di un brano musicale, la natura in tutti i suoi aspetti, la conquista di una conoscenza, il desiderio di apprendere sempre, superando confini e limiti… E i bambini – conclude l’insegnante – opportunamente guidati, sono in grado di cogliere, rielaborare ed esprimere tutto ciò, non solo come fruitori, ma, soprattutto, perché essi stessi sono la manifestazione massima della bellezza».

domenica 7 Luglio 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 16:38)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Ci sono due cose da notare, in questo elegiaco quadro: il fatto che le studentesse siano donne e la loro giovane età. Sono due fattori importanti e determinanti nel caratterizzare la loro sensibilità. Come ho avuto modo di rilevare in altre sedi, la spietata tecnologia e la generale mancanza del dialogo in famiglia, causata dall'estinzione del parlare durante il pranzo, momento sacro di conoscenza reciproca, da quando, nel '76, ebbero inizio i tg a quell'ora, fa crescere in modo spietatamente veloce i fanciulli, attribuendo loro atteggiamenti da adulti precoci. Eco allora che, quasi sempre, si evidenzia il carattere femminile: dolce, etereo, sensibile, poetico, sognatore, tenero. E' difficile, ma non impossibile, trovare le stesse qualità, ormai, in un ragazzo.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Gentile Luciana, è quel “se” che, moltiplicato per tutte le occasione nelle quali viene usato, dimostra quale sia la differenza tra come la società dovrebbe essere e come invece essa è…