Per incontrare i suoni e i colori del mondo, per respirare l’aria pura dell’incontro e della solidarietà, il Centro Aperto Diamoci Una Mano, in collaborazione con Harambè e il Presidio del Libro di Corato, organizza l’iniziativa “Incontrarsi. Racconti di Odissee fiorite”, motivo che costituisce il filo conduttore di un programma più articolato che si svolgerà nei mesi estivi.
L’appuntamento è per giovedì 13 giugno alle 19 nel giardino della chiesa dei Cappuccini, in viale IV Novembre.
Sarà l’occasione per festeggiare la conclusione della nona edizione del corso di italiano per stranieri, e, nel contempo, uno stimolo per riflettere sul valore della solidarietà e della bellezza dei racconti di culture diverse.
Durante l’incontro si sarà infatti coinvolti nell’ascolto letture condivise, curate dal Centro, e de “Le storie che fanno la storia” a cura della scuola per stranieri “Igino Giordani” di Bari.
Si assisterà, inoltre, ad uno stralcio dello spettacolo, di intensa suggestione, “Legami” grazie agli allievi del Teatro delle Molliche e del Coet
Musiche e canti a cura del centro italo-venezuelano allieteranno l’incontro nel corso del quale si assisterà all’ interessante proiezione del cortometraggio “Hand” di Michael Lane a cura di Morpheus Ego e ApuliaWebFest. Si assaporerà, infine, la cultura culinaria di paesi diversi grazie alla collaborazione con Insciallah.
Senza scivolare nel mondo tecnologico, finanziario o sportivo, vediamo quale “italiano” insegniamo oggi: privacy, ticket, location, nomination, performance, leadership, plot, remake, spot, step, nickname, tutor, shopping, zapping, part time, fulltime, range, stick, meeting, convention, exit pole, question time, soft, loft, snack, drink, talk show, selfie, playback, remake, hall, coming out, store, discount, market, optional, sold out, stock, serial, sit com, stage. L'elenco è lunghissimo, ma ho voluto finire con quest'ultima parola francese (stasg), pronunciata però, per gaudente ignoranza, all'inglese (steig). Gli italioti (italiani idioti) si compiacciono, esultando alla globalizzazione “unilaterale”. I veri Italiani, quei rarissimi ormai rimasti, inorridiscono e si compiangono.