Attualità

Uno scorcio di Corato nel New Jersey. La storia della trattoria-pizzeria Luca

La Redazione
Luigi Testino e Daniele Lesina
Su un muro una veduta di largo Plebiscito e della statua di Matteo Renato Imbriani. Oggi è la "casa" di Daniele Lesina, giovane pizzaiolo coratino
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C’è un angolo di Corato nel New Jersey, a una mezz’ora scarsa da New York. Una piccola pizzeria di Oakland, 12mila anime, a ridosso della Interstate 287 e dall’inconfondibile sapore italoamericano a partire dal nome: la Luca Trattoria Pizzeria.

Accanto ad un lussureggiante vigneto affrescato, fa capolino il dito puntato della statua di Matteo Renato Imbriani e largo Plebiscito, dipinti su uno dei muri del locale. La scelta di avere sempre accanto un pezzo della città di origine è di Luigi Testino che ha aperto la pizzeria nel 1976 assieme a suo fratello Cataldo, fondatore di altre 19 pizzerie in tutto il New Jersey.

Matteo Renato Imbriani è lì dal 2015 e oggi fa sentire un po’ più a casa Daniele Lesina che si è trasferito in America con la moglie Daniella, figlia di Cataldo. Zio Luigi gli ha insegnato il mestiere ed ora è il suo braccio destro. «Ho sempre avuto un debole per la cucina – racconta Daniele – e da quando Luigi mi ha mostrato i segreti della pizza me ne sono innamorato. A lui e a sua moglie Betty sarò eternamente grato».

«Le immagini di Corato non potevano mancare – continua il giovane pizzaiolo – sono un pezzo di storia, le origini di questa famiglia e di questa attività. Come per tutti gli immigrati, il paese nativo è sempre nel cuore».

Il menù del “Luca” mixa piatti tradizionali della cucina italo americana come le fettuccine Alfredo a piatti tipici del nostro territorio. «Il tipo di cibo qui in America non è così lontano dal nostro come potrebbe sembrare – spiega Daniele – e ho intenzione di far assaggiare ai nostri clienti le nostre specialità. Già offriamo le orecchiette con le cime di rapa alla barese e ho iniziato a vendere i primi panzerotti. La nostra Margherita la facciamo con il fior di latte che produciamo noi».

Impossibile non parlare di sogno americano. «Qui tutto è più ordinato e più veloce. La burocrazia è snella e ti aiutano in tutto. Non importa da dove vieni, ma quanta voglia hai di raggiungere un obiettivo. Realizzare i tuoi sogni qui è possibile perché esiste ancora la meritocrazia. Se vali, eccelli e non per chi conosci ma per quello che sei davvero».

martedì 19 Marzo 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 23:22)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

L'entusiasmo del risultato ottenuto, assieme alla malcelata nostalgia per il proprio paese… Ed infine, come in altri racconti di emigrati, l'immancabile differenza, specie socio-burocratica, tra le due realtà, mitigata da un amor patrio ancora vivo e presente. Non è giusto essere impietosi con l'Italia: la formazione di un popolo, come molte volte ho sottolineato (non certo per merito mio, ma frutto di reminiscenze universitarie, e precisamente dell'esame di “Storia delle Dottrine Politiche), è data dalla sua posizione geografica: ottima la nostra, ma troppo invitante alle invasioni. Alcune hanno lasciato un segno positivo, altre negativo. Insieme, tutte, hanno impedito la nascita del “senso dello Stato”, l'ideale che ci fa anteporre il destino della Patria a quello delle persone.

Simone cinci
Simone cinci
5 anni fa

In Italia invece se vali te la pigli nel c…..
Fra agenzie delle entrate finanza Nas e chi più ne ha più ne metta ma di cosa vogliamo parlare? Paese impoverito da superbia ignoranza e egoismo se sbaglio ditemi che sono u cretino grazie Simone