Archiviata l’anteprima, ieri pomeriggio è stata presentata ufficialmente la quarantesima edizione del Carnevale coratino. Il presidente della Pro loco Corato, Gerardo Strippoli, affiancato da Pierluigi Auricchio, hanno fatto gli onori di casa all’interno della sala verde del Palazzo di Città.
Dal punto di vista organizzativo una grande novità è rappresentata dal punto di partenza del serpentone colorato. Il raduno non si terrà più in piazza XI Febbraio, da poco rimessa a nuovo, ma nella più ampia via Lama di Grazia pronta ad ospitare gli oltre tremila partecipanti. Gli accessi saranno previsti in via vecchia Bisceglie, via Mangilli e via degli Orti mentre via Vasari sarà chiusa dai new jersey. Da via Lama di Grazia il nuovo percorso proseguirà su via Aldo Moro e percorrerà il corso fino a piazza Cesare Battisti.
«Il rischio di saltare questa importante edizione è stato concreto – spiega Gerardo Strippoli della Pro Loco Quadratum – ma su nostra insistenza e grazie alla disponibilità del commissario prefettizio, la dottoressa Riflesso, siamo riusciti a mantenere una tradizione nata nel 1978 per cercare di debellare episodi di teppismo e vandalismo. Abbiamo cercato di dare dignità ad una ricorrenza così importante – continua Strippoli – attraverso un calendario che comprende, oltre alle sfilate, anche tante iniziative correlate comprese due belle mostre e il concerto della Municipale Balcanica».
La prima mostra, organizzata dal Cicres, riguarda le maschere tipiche del nostro carnevale. Ovvero i panzoni, la vecchierelle, gli sceriffi e i Gonzales. «Lo scopo – spiega il presidente dell’associazione Paolo Mazzilli – è quello di recuperare le nostre tradizioni e far conoscere questo patrimonio a grandi e piccini». A “il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders si è ispirata Anna Maria Lamonica per la seconda mostra intitolata “Arte tra maschere e colori del Carnevale”. «Cercavo una location alta, che dominasse la città come nel film di Wenders. Abbiamo trovato il meraviglioso salone delle trifore dell’Incoronata e l’abbiamo allestito con figure di angeli e fate perché il carnevale è anche magia»
La cura della scenografia del palco è affidata anche quest’anno al Liceo Artistico Federico II, stupor mundi. Il preside Savino Gallo e la professoressa Monica Tommasicchio hanno donato alla Pro loco un pannello che rappresenta i concetti di inclusione e diversità attraverso una maschera distorta «perché – spiega la Tomasicchio – il Carnevale significa vedere tutto alla rovescia, anche la diversità è qualcosa di distorto, di difficile comprensione». Svelato anche un particolare sull’allestimento del palco. Sarà presente un grande mulo, simbolo della tradizione contadina.
Ospite speciale il dottor Campanale, coratino d’adozione e presidente dei Padri Trinitari di Venosa. Il centro si occupa di riabilitazione e formazione professionale per persone con disabilità. Il gruppo ha partecipato già all’anteprima e sfilerà domenica prossima. «Quando ho letto il programma ho deciso subito di partecipare per regalare un momento di gioia ai ragazzi ospiti del centro e sperimentare un progetto riabilitativo realizzato all’aperto con musicoterapia».
Al microfono, di seguito, si sono avvicendati i referenti di tutti i gruppi che prenderanno parte alle sfilate, sia quelli privati ma soprattutto le scuole. Il Fornelli, sempre presente a tutte le edizioni, metterà in scena il gran gala dei quarant’anni del carnevale. Il Battisti-Giovanni XXIII si collegherà al concetto di cultura e a Matera 2019 con la transumanza. Il Tattoli-De Gasperi collaborerà con il Cicres valorizzando la maschera dello sceriffo. Il tema dell’Oriani-Tandoi sarà quello dell’amarcord, dei ricordi con il recupero di due maschere: la Divina Commedia e la disco music. E ancora, il Tannoia riscoprirà Sergio Leone a trent’anni dalla sua morte. Infine il liceo scientifico celebrerà i quarant’anni con i giullari, figura storica del carnevale.
Quante cose sono state scritte sul Carnevale! Desiderio di trasgressione (“semel in anno licet insanìre”), mutare il proprio aspetto, calandosi magari in personaggi di fantasia che piacciono. Sociologicamente si sono sempre notati, in ciò, due aspetti: l'incoscienza nel comportamento della gente, specie in momenti non molto propizi per stare allegri; la voglia di reagire ai vari problemi, mandandoli, per qualche giorno, al diavolo. Diciamo che oggi le occasioni di svago sono quasi quotidiane, e questa leggerezza di atteggiamento è diventata ormai una consuetudine: si demanda al caso o ad altri, il proprio destino. Personalmente non do grande importanza al significato della vita, così sfuggente ed indecifrabile, e quindi, pur dissimile, comprendo, giustifico (ed invidio) gli edonisti.