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«Stato di calamità e non solo». A Bari i “gilet arancioni” coratini

La Redazione
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A Bari i “gilet arancioni” coratini
L'obiettivo è chiedere «il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la Xylella, seguendo la scienza e non i santoni, lo sblocco delle risorse del Psr pugliese»
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Ci sono anche tanti i agricoltori coratini in piazza della Prefettura a Bari, per la manifestazione dei “gilet arancioni”.

Questa mattina sono partiti da Corato quando ancora era buio. Percorrendo la sp 231, hanno raggiunto il luogo di incontro stabilito dagli organizzatori della protesta, lo stadio San Nicola. In tutto sono ben 150 i trattori che hanno “invaso” pacificamente la città: il numero dei mezzi è stato concordato con la Questura di Bari e con la Prefettura per motivi di ordine pubblico ma erano già 500 i trattori pronti a sfilare.

L’obiettivo è uno, chiedere «il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la Xylella, seguendo la scienza e non i santoni, lo sblocco delle risorse del Psr pugliese impantanato tra mille rivoli burocratici».

Il coordinamento dei “gilet arancioni”, che ha come portavoce Onofrio Spagnoletti Zeuli, riunisce diverse organizzazioni: Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol, Liberi agricoltori. Al fianco del gruppo in piazza tra gli altri ci sono anche i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil), i Comuni con l’Anci, l’Ordine degli agronomi, il Collegio regionale dei periti agrari. In totale oltre tremila persone presenti.

Nelle prossime ore sarà possibile leggere le dichiarazioni dei coratini presenti alla manifestazione.

«Sarebbe un grandissimo segnale di cambiamento se il Ministro venisse a Bari non a parlare con una delegazione dei gilet arancioni o col portavoce, ma con tutti gli agricoltori. In alternativa siamo pronti ad incontrarlo insieme a tutte le altre delegazioni che riterrà di invitare ma in una data diversa da quella di domani». Così Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce dei Gilet Arancioni, rinuncia all’incontro convocato dal Ministro per domani a Roma, all’indomani del grande successo del presidio di Bari.

I Gilet Arancioni chiedono il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la xylella, seguendo la scienza e non i santoni, e lo sblocco delle risorse del Psr impantanato tra mille rivoli burocratici.

«Qui ci sono oltre tremila persone, uomini e donne della terra, che si sono uniti spogliandosi di qualsiasi identità e sposando solo la causa della terra. Noi ringraziamo il Ministro Centinaio per averci invitato domani a Roma, ma non parteciperemo all’incontro perché non intendiamo prestare il fianco a chi organizza, guarda caso proprio domani, un’altra sceneggiata dopo quella del 31 dicembre sotto la Regione Puglia, stavolta proprio sotto il Ministero luogo dell’incontro, per prendersi meriti che proprio non ci sono e per issare ancora una volta la bandiera dell’arroganza alla faccia dei problemi veri degli agricoltori e degli Olivicoltori pugliesi. Per tutti noi vengono prima e sopra ogni cosa i problemi degli agricoltori, poi le bandiere e le sigle» ha concluso Spagnoletti Zeuli.

lunedì 7 Gennaio 2019

(modifica il 22 Luglio 2022, 2:34)

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