Attualità

Il (magro) ​Natale degli olivicoltori

La Redazione
Un'annata senza olive: dalle campagne ai frantoi scatta l'emergenza lavoro
«Non c'è olivicoltore vivente che ricordi una annata così disastrosa come questa. Chiedo a tutte le forze politiche di dar corso all'emendamento alla legge di bilancio volto a risarcire i danni provocati dalle gelate»
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«Non c’è olivicoltore vivente che ricordi una annata così disastrosa come quella che sta volgendo al termine, tutti attendono e sperano con ansia che il 2019 si presenti sotto tutt’altra veste, nel frattempo ci si augura che sotto l’albero di Natale arrivi, dal governo centrale, il tanto anelato e atteso decreto di riconoscimento dei danni da gelo».

È il parere del presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, che chiede «a tutte le forze politiche in campo, di maggioranza e opposizione di dar corso nei prossimi giorni, all’emendamento alla legge di bilancio volto a risarcire i danni provocati dalle gelate che si sono verificate in Puglia a cavallo tra la fine di febbraio e i primi di marzo 2018. Emendamento presentato negli ultimi giorni dal senatore Dario Stefàno (PD) e alla camera dagli stessi pentastellati pugliesi tra i quali L’Abbate presidente della commissione agricoltura alla Camera.

Sono consapevole che questa misura non coprirà che una minima quota dei danni subiti, ma perlomeno farà registrare un minimo di attenzione della classe politica a questo comparto che da anni attende una vera e propria politica di rilancio strategico. E’ ora che squilli la sveglia e che l’intera società comprenda appieno il valore strategico dell’agricoltura italiana che in alcune regioni come la Puglia e il Centro Sud non può che identificarsi nell’olivicoltura. Mi sembra paradossale che nel mentre planetariamente si parli di: “Cambiamenti climatici; salvaguardia idrogeologica; salvaguardia dell’ambiente; salvaguardia della biodiversità; tenuta sociale dei territori… “ non si sia capaci di reperire risorse per garantirne un minimo di sopravvivenza a chi è di fatto la vera sentinella del territorio: l’agricoltore. Mi preme lanciare un grido di allarme anche a tuteladei lavortori che, abbandonati a se stessi, sembra non siano cittadini italiani. Parliamo di una popolazione di lavoratori che supera i dipendenti dell’Alitalia o della stessa Ilva, che non lavorano da mesi e che non avendo registrato giornate lavorative aggiungeranno al danno la beffa di non vedersi riconosciuti i contributi figurativi oltre che l’indennità di disoccupazione. Altro che reddito di cittadinanza!

Raccontavo qualche giorno fa come a mio personale ricordo, nelle nostre campagne mai si è registrato un “assordante silenzio”come quest’anno: non una voce festosa di operaio dedito alla raccolta; non un “armonico suono” di verghe battute sui rami di olivo; non un “sonoro canto” di scuotitori e trattrici in movimento. Anche nei paesi si respira un’aria surreale, quasi funerea, sin dalle prime ore della giornata. I bar, che nel periodo di raccolta olive diventavano luoghi privilegiati di aggregazione degli operai,si ritrovano ad operare nella loro abitudinaria quotidianità;le strade, sulle quali si era abituati, specie nell’intervallo orario 12,30-14 a fotografare lunghe file di mezzi agricoli in tutta la loro sgargiante vivacità di colorisono monotonamente grigie; l’aria che restituiva in maniera diffusa il profumo erbaceo dell’oliva franta ha smesso di profumare; i frantoi che nel pomeriggio o nella notte divenivano luogo di confronto festoso tra gli olivicoltori sono freddi capannoni con le saracinesche abbassate.

C’è poi tutta la vicenda Xylella. Quando due anni fa lanciai in un pubblico convegno in quel di Jesi (AN) l’invito a non sottovalutare la problematica relegandola alla sola provincia di Lecce ma a considerarlo un problema da affrontare con immediato pragmatismo per il bene dell’intera olivicoltura pugliese ed italiana fui considerato un falso allarmista . Avrei tanto voluto che così fosse, un falso allarme, ma così non è stato e ahimè ancora oggi non è. Ora è alle porte di Bari e minaccia di esplodere e colpire al cuore la zona di maggior produzione di extravergine di oliva. Qui non c’è Babbo Natale che tenga, occorre anche ricorrere alla fede e chiedere da buoni cristiani che il Bambin Gesù aiuti la scienza a trovare soluzioni immediate e reali che pongano freno a questo “olocausto vegetale”.

Questo il motivo per cui non si può assistere supinamente alla follia di santoni pseudoambientalisti che continuano a negare l’evidenza e che con continue fake news permettono che il batterio avanzi indisturbato distruggendo il patrimonio olivicolo pugliese. L’ufficio legale di Unapol stà seriamente valutando di rafforzare le denunce presentate alle Procure anche dai colleghi di Italia Olivicola, dopo la notizia del folle gesto del Senatore del movimento 5 Stelle Lello Ciampolillo che ha preso in comodato d’uso gratuito la conduzione, in agro di Cisternino, di un albero infetto da Xylella, per evitarne l’abbattimento. Abbattimento già decretato a luglio 2017 e mai effettuato a cui si aggiungono le ultime diffide a procedere del senatore pentastellato. Ci uniremo a chiunque voglia costituirsi parte civile contro di lui, che non è un intoccabile. L’augurio è che la Magistratura faccia pagare di tasca propria a Ciampolillo e a quanti come lui, da irresponsabili hanno causato danni alla Puglia olivicola e ai suoi olivicoltori.

Positivo il lavoro congiunto di qualche giorno fa tra il Presidente Emiliano, l’assessore Di Gioia e il ministro Centinaio, che mettendo da parte ogni rivendicazione politica hanno individuato risorse (circa 100 milioni di euro (fondo FSC) 48 milioni di euro (PSR Regione Puglia), 5 milioni di euro ad oggi approvati nella manovra finanziaria, 5 milioni legati all’intervento di Ismea) per avviare la fase di rigenerazione dei territori devastati, ma non basta, l’augurio è che siano accolti i recentissimi emendamenti presentati da Stèfano. Il primo di natura economica, volto a incrementare le risorse, per il 2019 e 2020, e stanziarne di nuove per il 2021, del Fondo per i prodotti cerealicoli, olivicoli e lattiero-caseari da destinare al reimpianto con piante tolleranti o resistenti a Xylella fastidiosa nella zona infetta sottoposta a misure di contenimento del batterio, oltre che al finanziamento di contratti di distretto per la rigenerazione dei territori colpiti. L’altro di natura legislativa che prevede una deroga alla normativa nazionale in ambito di abbattimento per gli ulivi risultanti infetti da Xylella rendendo di fatto più immediata l’attuazione delle misure fitosanitarie, sollevando gli enti locali competenti da una mole di lavoro che abbatta le lungaggini burocratiche.

È improrogabile l’emanazione di una legge speciale che consenta agli operatori dell’osservatorio regionale di entrare nelle proprietà private ed abbattere gli alberi infetti, nell’immediato: è l’unica strategia efficace di contrasto all’epidemia della xylella».

martedì 18 Dicembre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 3:30)

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Raffaele falco
Raffaele falco
5 anni fa

Certo che x fare politica bisogna avere una faccia di bronzo. Sappiamo da febbraio 2018 che l'anno olivicolo 2018 doveva essere nerissimo( e speriamo che i danni si fermino al 2018) e oggi a fine anno i nostri politici e i vari presidenti di associazioni collegate al mondo agricolo parlano ancora di proposte. Vergognatevi e vergogniamoci noi di non essere come i francesi. Alla fine partoriranno un meccanismo che andra' ad aiutare gli imbroglioni e non chi effettivamente Zappa la terra. Auguri a tutti, tanto tra pochi mesi in occasione delle votazioni vi ricordetete di Noi.

Costantino
Costantino
5 anni fa

Questi sono i nostri votati, non se ne fregano nulla ,andate via basta le solite facce ci hanno stancato.Ci vuole un cambiamento radicale.