Attualità

Il Centro Italo Venezolano compie cinquant’anni

La Redazione
Una manifestazione del centro italo-venezuelano
Venerdì 14 dicembre presso la sala verde del Comune verranno ripercorse le tappe più importanti della storia del Centro attraverso immagini storiche. Sabato 15, invece, presso la sede del Centro, si terrà il Gran Galà
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Il 14 e 15 dicembre prossimi il Centro Italo Venezolano, associazione storica di Corato che fu fondata nel 1968, festeggerà il 50° anniversario.

In particolare venerdì 14 alle 18 presso la sala verde del Comune verranno ripercorse le tappe più importanti della storia del Centro attraverso immagini storiche. Sabato 15, invece, alle 21 nella sede del Centro, si terrà il Gran Galà del 50° anniversario.

«Sono davvero tanti 50 anni di attività spesi a valorizzare la storia dei coratini in Venezuela!» spiega il presidente Rosa Anna Agatino.

«L’associazione venne costituita nel settembre del 1968, con l’intento di costruire un ponte di collegamento tra Corato e il Venezuela dove viveva una grande comunità di conterranei. In questi anni ha promosso le relazioni tra questi due paesi favorendo ogni genere di scambio culturale ed economico e in questo modo contribuendo allo sviluppo della nostra Corato.

A cinquanta anni di distanza la nostra associazione è diventata un punto di riferimento per molti dei discendenti di quei migranti coratini che fuggono dalla grave crisi umanitaria che interessa quel Paese. Ad essi forniamo un appoggio morale, legale, li aiutiamo a districarsi fra i mille problemi che incontrano.

L’anniversario è per noi una tappa molto importante che vogliamo condividere con tutta la cittadinanza coratina, le sue istituzioni e le sue aziende».

sabato 8 Dicembre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 3:56)

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nino el gordito
nino el gordito
5 anni fa

VIVA VENEZUELA MI PATRIA QUERIDA !

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

Quando il Metternich pronunciò la frase: “l'Italia è un'espressione geografica”, forse non voleva esprimere dileggio, ma probabilmente si comportava da etnologo “ante litteram”. Notava infatti che il nostro, dalle Alpi alla Sicilia, era un insieme assai eterogeneo e, specialmente, con nulla in comune fra i vari ceppi che lo costituivano. Se il cancelliere fosse vissuto adesso, avrebbe notato ancor più che aveva visto giusto: molti che vengono, vorrebbero trasformare l'Italia in una piccola loro patria originaria, magari comportandosi come facevano lì. Alla mia età e con la mia esperienza, credo che sia corretto quello che sta succedendo sul fronte dell'accoglienza: l'aspetto etico ha la sua valenza, e non si possono cambiare le caratteristiche che secoli di Storia ci hanno impresso.