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Antonio Molinini e i “Pin Quintet”, quando la musica porta “La dialisi sul mare”

La Redazione
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Antonio Molinini e i “Pin Quintet”
Sul palco del Comunale anche Gesualdo Loreto, nefrologo e luminare nel campo della dialisi: «auguriamo ad Antonio che quanto prima possa tornare alla sua vita normale e ad esprimersi al meglio grazie alla sua musica»
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Non solo un bellissimo concerto: quello di ieri sera a teatro è stato anche molto altro. Il musicista coratino Antonio Molinini e “i suoi colleghi” del “Pin Quintet” hanno dato vita ad una occasione di svago in cui un messaggio importante è arrivato al cuore del pubblico in sala: l’importanza della donazione degli organi e del rispetto della dignità dei malati.

Accanto alla presentatrice della serata, Rossella Cipri, è salito sul palco Gesualdo Loreto, nefrologo e luminare nel campo della dialisi ospedaliera e domiciliare: «auguriamo ad Antonio che quanto prima possa tornare alla sua vita normale e ad esprimersi al meglio grazie alla sua musica».

Non a caso il titolo scelto per la serata era “La dialisi sul mare”: grazie all’incasso della serata si andrà a sostenere il “dialisi tour” di Antonio Molinini, il sogno del connubio perfetto tra i migliori ospedali di Italia (e non) con un trattamento di assoluta eccellenza e nuove mete turistiche che diano benessere all’anima e alla mente del paziente dializzato. Il progetto, che può essere ancora sostenuto cliccando qui attraverso il sito Buonacausa.org, è «il mio unico modo per salvare il cervello prima ancora rispetto a tutto il resto del mio corpo» ha spiegato Molinini, così come aveva detto ai nostri microfoni qualche tempo fa.

Ieri sera la musica ha fatto il resto, con i “Pin Quintet”: Samantha Spinazzola voce; Mario Ardito contrabbasso e basso elettrico; Fabrizio Loiodice chitarre e loop station; Paolo Diaferia batteria; Antonio Molinini tromba, flicorno soprano e diamonica melodica. Energia e ritmo capaci di mettere in secondo piano le difficoltà di ogni giorno.

«Vogliamo un mondo libero dalla dialisi – ha detto a chiare lettere Gesualdo Loreto – Dobbiamo investire di più in ricerca, diciamolo ai politici: in Italia spendiamo pochissimo per questo settore». A questo si aggiunge l’importanza dei trapianti: «rispetto alle donazioni noi in Puglia siamo messi veramente male. Abbiamo il 51% di opposizione, mentre la media italiana è del 30 %. Colgo l’occasione di questo palco per ricordare a tutti l’importanza del dono: un semplice “sì” può salvare tante vite». In tal senso, ad offrire la sua testimonianza, è stata anche Annalisa Balducci, la madre di Antonio: nel 1993 gli donò un rene e con esso tanti anni di serenità, capaci di allontanare lo spettro della dipendenza dalla dialisi. «Una supplenza – come l’ha definito Molinini – prima che iniziasse il calvario della dialisi».

«La fondazione italiana per il rene – ha concluso Gesualdo Loreto – può sostenere il progetto del “dialisi tour” ma ad Antonio lancio anche altre due sfide: la prima è che sia al mio fianco nella medicina narrativa, quella che attraverso l’ascolto ci permette di guardare al paziente come persona; la seconda è la creazione di un’applicazione in cui inserire le info e i commenti, una specie di TripAdvisor che si occupi di centri per la dialisi: i giudizi dei pazienti aiuteranno i medici e tutto il personale a capire in cosa migliorarsi».

lunedì 21 Maggio 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 14:21)

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