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L’unità d’Italia e l’esercito, la storia nei simboli al liceo artistico

Ingrid Vernice
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L'unità d'Italia e l'esercito
La conferenza ha ripercorso le tappe fondamentali del ruolo dell'esercito negli anni dal 1848 al 1918. L'incontro è stato anche l'occasione per fornire ai ragazzi del quarto e quinto anno informazioni utili sulla carriera militare
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Ieri mattina presso il liceo artistico “Federico II – Stupor Mundi” si sarebbe dovuta tenere la presentazione del calendario “CalendEsercito 2018”. Ma, per improvvisi impegni istituzionali del generale di brigata Mauro Prezioso,l’evento è stato rinviato a data da destinarsi.

La conferenza, però, si è trasformata in una bella lezione di storia che ha avuto come tematiche centrali gli eventi storici dal 1848 al 1918 e il ruolo centrale delle forze armate durante il processo di unificazione nazionale. L’incontro è poi stato anche l’occasione per fornire ai ragazzi del quarto e quinto anno, informazioni utili sulla carriera militare.

I protagonisti
L’esordio ha visto protagonista la magistrale esecuzione di alcuni brani di musica italiana come “Azzurro” e “O’ surdato nnammurato”, oltre che dell’Inno di Mameli, ad opera della banda della Brigata “Pinerolo”, accompagnata dalla voce del maestro Antonio Stragapede. Ospiti dell’evento sono stati il Maggiore Mauro Lastella, capo della pubblica informazione dell’esercito per la Puglia, il sindaco Massimo Mazzilli, il professor Nicola Neri, docente di relazioni internazionali e storia della guerra dell’Università “Aldo Moro” di Bari e Savino Gallo, dirigente del liceo artistico.

Gli interventi
Primo a prendere la parola è stato il padrone di casa, il dirigente Savino Gallo, il quale in pochi minuti ha delineato lo scenario storico, culturale e politico che caratterizzò gli anni che portarono all’unità d’Italia. «I ragazzi sembrano vivere un eterno presente, sempre uguale a sé stesso; di qui il bisogno di ricordare loro l’importanza della storia, dei momenti difficili affrontati dai nostri padri che rischiavano la vita anche per una banale infezione».

Il professor Neri nel suo excursus storico ha affrontato numerosi temi, come il ruolo centrale dell’esercito nel processo di unità nazionale tanto da rappresentare una costante, un fil rouge che collega il passato al presente, i cambiamenti culturali, antropologici e delle tradizioni che ogni guerra comporta, pensiamo al ruolo delle donne durante la prima guerra mondiale, le quali hanno sostituito gli uomini inviati al fronte, la nascita e lo sviluppo della simbologia nazionale anche grazie all’apporto dell’esercito, infine un breve accenno ai patrioti coratini.

«Corato è stata una delle prime città ad esporre la bandiera dopo i moti del ’48; il legame tra l’unità nazionale e i coratini è stato molto forte, in tanti hanno contribuito alla causa patriottica, Alfonso Grilli, Federico Quinto, Matteo Renato lmbriani, solo per citarne alcuni» ha sottolineato Neri.

Di rito i saluti del sindaco Mazzilli che ha ringraziato le forze armate non solo per il lavoro di grande responsabilità che svolgono, ma anche per aver contribuito alla realizzazione della mostra sul ‘900 che a breve sarà presentata a Palazzo Gioia e che avrà una sezione dedicata all’arma.

Ha concluso la conferenza il Maggiore Lastella che ha fornito alcune delucidazioni sulla distinzione tra forze armate e forze di polizia e sul ruolo e sulle competenze riservate all’esercito.

venerdì 8 Dicembre 2017

(modifica il 22 Luglio 2022, 23:14)

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nerdrum
nerdrum
6 anni fa

ottimo evento anche se dimezzato dall'assenza del generale. nn dobbiamo mai stancarci di parlare ai ragazzi, di tutto e con tutte le componenti della società. anche se sembrano distanti, col capo chino sui loro i-phon, se solo uno di loro avesse appreso qualcosa da questa giornata sarebbe stato un successo.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

Si continua a citare il “popolo” come fautore di eventi epocali: esso, degno avolo di quello attuale, era, in generale, del tutto disinteressato a qualunque fatto storico riguardasse l'Italia.Certo è bello immaginarlo, a ranghi compatti, lottare per il proprio destino: il suo, era deciso da poche persone. Disfattismo, il mio? Niente affatto:solo agendo con umiltà e senso della realtà, si possono ottenere delle conquiste. Partendo invece dall'idea di essere dei “prescelti dal Signore”, cosa che la consueta “retorica” spinge a credere, si rimane sempre al palo, con la falsa illusione però, di essere i migliori. Riguardo alla “unità”, non si può decidere quali debbano essere i confini di una nazione, solo osservando una cartina geografica: son ben altri i fattori che caratterizzano un popolo.