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Ex discarica di via Belloluogo, per l’Università «non è un pericolo». Video e foto

Marianna Lotito
Marianna Lotito
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Corato. Ex discarica di via Belloluogo
«Le concentrazioni delle emissioni gassose rilevate sono state minime, e per questo si esclude che possano causare danni a persone o animali che frequentano le aree limitrofe alla discarica»
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L’ex discarica di via Belloluogo «non rappresenta un pericolo, sia per l’uomo che per gli animali». A dirlo ieri, in sala consiliare, è stato il prof. Luigi Pennetta responsabile scientifico del progetto di monitoraggio ambientale affidato all’Università di Bari dal Comune di Corato.

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I risultati delle indagini in parte erano già stati annunciati a febbraio dal Palazzo di città, ma ieri l’obiettivo era quello di completare il quadro del monitoraggio e offrire alla popolazione la possibilità di rivolgere domande agli esperti. Pochi i cittadini presenti, ancor meno i quesiti.

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La qualità dell’aria
nCome molti ricorderanno la questione ex discarica via Belloluogo arrivò alla ribalta nazionale – anche con due servizi di Striscia la notizia, il 29 settembre e il 7 novembre – a causa dei fumi e dei cattivi odori segnalati dai cittadini e dalle Guardie per l'ambiente.

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«Io – ha detto Pennetta – quei fumi non li ho visti e per questo non posso affermare con certezza da cosa fossero provocati». In seguito alle indagini fatte, Pennetta ha potuto constatare «che le concentrazioni delle emissioni gassose rilevate sono state minime, e per questo si esclude che possano causare danni a persone o animali che frequentano le aree limitrofe alla discarica».

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Sono stati usati «13 reagenti attraverso delle specifiche fiale dopo aver scavato con la ruspa per circa due metri». L’analisi ha riguardato sostanze chimiche quali ammoniaca, idrocarburi, mercaptani, fenoli, diossido di zolfo, acido cloridrico, toluene, tricloroetilene, formaldeide, diossido, monossido e solfuro di carbonio.

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Il sottosuolo
nIl monitoraggio ha previsto una indagine geoelettrica che ha permesso di riscontrare la presenza di fluidi in circolazione. «Siamo partiti da un principio molto semplice: dove c'è umidità la corrente viene condotta. Questo ci ha permesso di ipotizzare la presenza di 450mila metri cubi di rifiuti ancora umidi».

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Abbiamo preferito questo sistema di analisi perché le perforazioni avrebbero dato dei risultati riferiti a dei punti esatti e non alla totalità della zona: parliamo dei siti di due vecchie cave, quasi 23mila metri quadri di estensione. Avremmo proposto ulteriori approfondimenti se ci fossero stati elementi sospetti ma non era questo il caso».

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La qualità dell’acqua
nLe indagini del monitoraggio hanno riguardato tre pozzi artesiani. «Dovevamo rispondere ad una domanda ben precisa: se la discarica inquinasse le acque. Alla luce degli esami fatti possiamo dire no». 

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Dalle analisi chimiche si evidenzia che «i valori ottenuti per i singoli elementi analizzati presentano concentrazioni tali da non destare condizioni di rischio ambientale. La falda da cui provengono i campioni utilizzati è quella profonda da cui viene estratta l’acqua per l’uso irriguo». Si parla di 200-210 metri al di sotto del terreno: «questo – ha aggiunto Pennetta – mette già naturalmente al riparo rispetto alla presenza di elementi inquinanti».

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Pennetta afferma quindi che: «la curva di pericolosità si esaurisce in meno di dieci anni. Se inquinamento della falda acquifera c'è stato, il danno si è consumato nei primi anni 90».

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Le conclusioni dell’Università di Bari
n«Sull’area non gravano vincoli paesaggistici e/o idrogeologici. Sono state misurate concentrazioni molto basse di biogas e le acque sotterranee risultano non contaminate né da metalli pesanti né da altre sostanze tossiche derivanti da infiltrazioni di percolato. Dal punto di vista biologico sono state rilevate trascurabilissime tracce di contaminazione batterica e le acque risultano idonee per irrigare i campi».

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Il commento del sindaco Massimo Mazzilli
n«La città deve essere rassicurata da questi dati: adesso verranno trasmessi all'ufficio ambiente della Regione affinché si porti a termine l’iter. È bene che si sappia: a Corato non ci sono fattori di rischio collegati alla ex discarica di via Belloluogo. Sapere che non stiamo convivendo con qualcosa che fa paura deve dare maggiore serenità a noi che viviamo in questo Comune ed a quanti decidono di raggiungerci per piacere o per avviare nuove attività imprenditoriali».

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Stando al fianco dell'assessore all'ambiente e ai lavori pubblici, Luigi Musci, il primo cittadino ha sottolineato: «continueremo ad occuparci anche della ex discarica che si trova in contrada Forchetto: deve essere oggetto di bonifica definitiva e attendiamo il finanziamento dalla Regione per procedere. Intanto abbiamo recintato tutta la zona».

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Il punto di vista di Legambiente Puglia
n«Eravamo convinti fin dall'inizio che l'ex discarica di via Belloluogo non fosse un'altra terra dei fuochi» ha detto Francesco Tarantini, presidente regionale dell’associazione ambientalista, invitato dal sindaco ad intervenire. «Sempre, in casi come questi di ex articolo 12, la Regione chiede delle analisi preliminari. Solo dopo, se necessario, si procede con ulteriori approfondimenti».

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mercoledì 23 Novembre 2016

(modifica il 23 Luglio 2022, 21:22)

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M.M.
M.M.
7 anni fa

Non sono convinto e neanche rassicurato come cittadino.

fiorenzospina
fiorenzospina
7 anni fa

chissa perche tutti usano nomignoli anonimi. Metterci la faccia no eh?