«Perché l'ospedale sia sempre più dei cittadini». L'Adisco riaccende l'entusiasmo nel reparto di ginecologia @CoratoLive.it
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Nessuna cattedra, solo incontri uno ad uno: genitori ed esperti. Questo è stato l’open day organizzato dalla sezione di Corato dell’associazione donatrici italiane di sangue del cordone obelicale (Adisco) in collaborazione con il reparto di ginecologia dell’ospedale “Umberto I” ed il patrocinio del Comune di Corato.
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La dottoressa Peccarisi ha insegnato la manovra di disostruzione delle prime vie aeree. L’osteopata Alessandro Cialdella ha parlato di facilitazione motoria nei bambini. Medici, ostetriche e puericultrici hanno parlato di allattamento e hanno fatto accomodare le mamme che avevano difficoltà ad allattare pur non essendo ricoverate in reparto. La psicologa Mary Falco che ha parlato di relazione di attaccamento genitore-bambino. Lo chef Mauro Pansini e la sua equipe hanno preparato pietanze scelte d’accordo con la nutrizionista Lucia Palmieri».
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Il rapporto «uno a uno» è stato utile all’Adisco per affrontare temi che necessitano di privacy: «abbiamo incontrato casi di rifiuto della donazione dovuti a patologie infettive o autoimmuni. Grazie ai colloqui in privato abbiamo offerto delucidazioni ai genitori».
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L’equipe di architetti infatti, guidati da Anna De Palma, ha messo a disposizione la loro professionalità per creare alcuni progetti di “stanza ideale” con materiali naturali, una per ogni “tema” della giornata, dalla donazione ai vaccini passando per allattamento e nutrizione.
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Un «vademecum sulla genitorialità consapevole che vorremmo consegnare a tutti gli utenti di questo reparto – ha detto Luisa Belsito, presidente Adisco – grazie alla disponibilità di tutti, dagli sponsor ai professionisti. Una giornata, tra le altre cose, dedicata alla “genitorialità consapevole” in memoria di mio padre, scomparso da poco».
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Citando Ezio Bosso, la moderatrice Monica Tommasicchio ha fatto sintesi: «insieme abbiamo fatto una bella musica».
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Il reparto di ginecologia, una scelta non casuale n«Una scelta fatta con convinzione – ha sottolineato Luisa Belsito – vogliamo rilanciare questo centro di raccolta del sangue cordonale, l’unico del Nord Barese. È uno dei più attivi a livello regionale. Purtroppo c’è stato un momento di stasi causato dal timore delle conseguenze del Piano di riordino.
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Altri punti nascita come quello di Barletta o di Andria, con più di mille nascite annue, non hanno un centro di raccolta. Tante madri, anche fortemente motivate a donare il sangue del cordone ombelicale, non saprebbero come fare».
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Il commento di Lucio Nichilo, direttore del reparto di ostetricia e ginecologia n«L’iniziativa è nata da un’idea dell’Adisco che abbiamo fatto nostra, ne abbiamo colto il valore sociale ma anche l’occasione di rilancio per il reparto. È stata un’iniezione di entusiasmo per gli operatori e per l’attività futura.
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Il bilancio di questa prima edizione è senz’altro positivo: c’è stata una bella risposta in termini di partecipazione da parte dell’utenza. Faremo altre manifestazioni di questo genere. Vorremmo che l’ospedale, così come una scuola, venisse considerato patrimonio del cittadino. In queste occasioni possiamo capire quali sono i timori delle persone e andare incontro alle esigenze più comuni».
Bella iniziativa oltre che utilissima. ..complimenti a tutti coloro che si sono spesi per tutto ciò. …… 24 anni fa avrei voluto donare il cordone ombelicale perché ero già consapevole dell’importanza della donazione. …ma non fu possibile ………..oggi è una realtà. ..!
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Bella iniziativa oltre che utilissima. ..complimenti a tutti coloro che si sono spesi per tutto ciò. …… 24 anni fa avrei voluto donare il cordone ombelicale perché ero già consapevole dell’importanza della donazione. …ma non fu possibile ………..oggi è una realtà. ..!