Attualità

Coratini migranti, Luigi Leone: decoratore in città, grafico pubblicitario a Caracas. Foto di ieri e di oggi

Marianna Lotito
Marianna Lotito
Luigi Leone al lavoro sulla scala accanto ad uno dei volti di donna ancora da perfezionare
«Per anni i ricordi di lui sono solo fotografie e lettere». Un tuffo nell'attualità, quella dei padri che rischiano la vita in mare per provare a dare una vita migliore ai propri figli
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Cultura, ma anche attualità. Sfugge alle categorie la storia che oggi vogliamo raccontare, quella di Luigi Leone: coratino doc, classe 1911, artista per vocazione emigrato per necessità.

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Alcune delle sue opere saranno presto esposte all’interno di palazzo Gioia grazie alla donazione della sua famiglia. Tante altre sono invece le opere che da decenni arredano le chiese della nostra città: dalle volte della chiesa Matrice, se si vuole partire dal centro, alla cappella interna dell’Oasi per spostarsi ai confini della nostra Corato.

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Fin qui si potrebbe parlare di cultura, di arte, di stile, di materiali, di copie e originali. Sono le opere firmate oltreoceano a farci fare un tuffo nell’attualità.

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Nel 1949 per la prima volta Luigi Leone raggiunge il Venezuela, da solo, lascia la moglie e i suoi tre figli e va in cerca di fortuna. Porta in valigia la sua arte e, toccata la terra di Caracas dopo interminabili giorni di mare a bordo della “Franca C”, riprende il pennello.

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Da santi e madonne passa agli enormi manifesti pubblicitari realizzati per la Vepaco: «era una grande azienda che si occupava di pubblicità – ci spiega sua figlia Rosa – e all’epoca tutto si dipingeva a mano». Un’azienda che esiste ancora e che affonda le sue radici proprio negli anni di Leone.

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Alcune delle immagini che vi mostriamo nella galleria fotografica ritraggono Luigi Leone al lavoro sulla scala accanto ad uno dei volti di donna ancora da perfezionare. Il grande legame con la sua terra e la sua famiglia lo hanno riportato in Italia dopo dieci anni, con un bel salvadanaio pieno e tanta voglia di riprendere qui la sua opera.

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Le opere donate alla città di Corato. Sono due e saranno presto esposte nel rinato Palazzo Gioia. La restauratrice Annamaria La Monica le definisce «davvero deliziose». La prima è un dipinto su tela del 1937: «sembra essere lo studio di un affresco, ritroviamo lo stesso stile anche sulle volte di Palazzo Gioia – aggiunge la restauratrice – ed è stata realizzata nel periodo pieno del razionalismo. Ne rispetta i canoni e li accosta all’interesse per le figure mitologiche e lo stile neoclassico. Tipiche le rose messe in quella posizione».

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La seconda opera che arrederà il Palazzo Gioia è invece un separé realizzato utilizzando tre antiche porte che Leone aveva decorato per la sua abitazione: «sono un esempio incantevole di giapponismo e rappresentano bene la mano del decoratore».

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Un artista scomparso troppo presto. «Purtroppo lo abbiamo perso quando aveva appena 56 anni – ci racconta Rosa – a causa di una brutta malattia. I miei fratelli Dino e Iso hanno potuto godere più di me della sua presenza, sono stati con lui a Caracas per alcuni anni. Dino, in particolare, lavorava con lui realizzando i bozzetti dei manifesti per la Vepaco. A lui mio padre ha tramandato la vena artistica che poi si è trasformata anche in fotografia». In tanti ricorderanno lo studio fotografico di via Duomo con i ritratti di Dino Leone.

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Il ricordo della bambina. «Tra il ’54 e il ’55 mio padre tornò in Italia per un intervento alle gambe – ricorda Rosa – ed io ero poco più che una bambina. Ricordo che babbo volle farmi un regalo: dipinse per me, per i miei fratelli e i loro amici dei costumi di carnevale bellissimi. Come si vede dalle foto, io dovevo essere una principessa in trono, portata a spalla. E così fu. Poi ripartì. E per altri cinque anni i ricordi di lui sono solo fotografie e lettere».

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Un ritorno all’attualità, quella dei padri che rischiano la vita in mare per provare a dare una vita migliore ai propri figli.

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mercoledì 29 Giugno 2016

(modifica il 24 Luglio 2022, 6:28)

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Irene Leone
Irene Leone
7 anni fa

Ringrazio sia il Comune di Corato nella persona del Sindaco Mazzilli e sia mia zia e i suoi fratelli che hanno donato queste opere stupende del mio caro nonno che purtroppo non abbiamo avuto la gioia di conoscere perchè scomparso prematuramente.Mi sono commossa nel vedere alcune opere quelle del periodo in Venezuela e quelle dei costumi di carnevale,che non avevo mai visto.Questa esposizione di opere è un grande dono per tutta la città e per tutti coloro che non hanno mai saputo chi ere l’uomo e l’artista Luigi Leone.Grazie nonno..!! Irene Leone