«Perché nel quartiere esistono delle strade (come ad esempio via Borsellino, via Friuli, via Nazionale, via Gigante) che, pur essendo a tutti gli effetti “comunali”, sono esenti da ogni tipo d’intervento manutentivo da parte dell’amministrazione comunale?»
E' quanto domandano i residenti del rione a ridosso di via Gigante che tornano a chiedere al sindaco di affrontare il problema delle strade classificate come "private ad uso pubblico".
Si tratta di una vecchia "stortura burocratica" che colpisce una decina di strade della zona. Un particolare "status giuridico" che da un lato le rende liberamente percorribili da chiunque come una qualsiasi via pubblica e, dall’altro, impedisce al Comune di intervenire su di esse anche per le opere di manutenzione ordinaria.
Per questo motivo, tramite una delegazioni di residenti, alla fine di gennaio il comitato di quartiere, incontrò il sindaco Mazzilli per esporre tutte le problematiche relative a manutenzione, gestione e sicurezza delle strade e aree sia pubbliche che “private ad uso pubblico”.
«In quella occasione – fa sapere il comitato – si precisò quanto la normativa in ambito civile appare chiara circa i concetti di privato, pubblico e di privato ad uso pubblico. A prescindere dal titolo di proprietà, se una strada e/o un’area privata è aperta ad un numero “indiscriminato” di utenti, autoveicoli e animali, il suo uso è da considerarsi pubblico in virtù al generale beneficio che la comunità ne ritrae. Pertanto l’amministrazione comunale è tenuta alle spese manutentive e di gestione.
Dunque tutte le opere di urbanizzazione (manto stradale, illuminazione ecc..), nonché quelle inerenti la circolazione (segnaletica orizzontale e verticale) riguardano la competenza del Comune che non può sottrarsi. Il fatto che la strada non compaia negli elenchi delle strade “comunali” non significa nulla. Di conseguenza tutte le controversie instaurate a causa di danni a persone e/o cose dovuti all’inerzia del Comune ad effettuare la manutenzione delle strade, possono essere sollevate innanzi il giudice Ordinario».
Secondo i residenti, «lo stesso indaco ammise che questo quartiere è stretto da una “stortura” amministrativa derivante, forse, da un’approssimativa interpretazione della norma da parte degli Uffici tecnici comunali che all’epoca dei fatti, ovvero quando fu concessa l’autorizzazione edilizia alle varie imprese edili, furono, probabilmente, non molto attenti nel disciplinare in modo chiaro ed univoco il rapporto che ne sarebbe conseguito tra l’amministrazione comunale e i proprietari delle aree che si configurano negli attuali residenti a cui fu trasferito da parte delle imprese edili acquirenti la proprietà».
Per provare ad ottenere risposte chiarificatrici, il comitato di quartiere chiede quindi all'amministrazione di «formulare un quesito agli organi competenti (giudice ordinario, tribunale territoriale, Corte dei Conti, ecc…) al fine di acquisire un parere che si tramuti in esecuzione di spesa a favore degli interventi che questo quartiere necessita in ordine alle strade private ad uso pubblico».
Ma perchè vi ostinate a voler risolvere questo annoso problema innescato dalle vecchie amministrazioni e dai politici che hanno avallato costruttori e “amici”!nel 1995 acquistai casa proprio in questa zona e documentandoci con amici residenti per tre anni abbiamo lottato nel senso del rispetto con gli amministratori, ebbene nel 2001 con atti alla mano, circolare del ministero dei lavori pubblici, si adiva la richiesta al comune di CHIUDERE con paletti o sbarre la strada PRIVATA o cessione allo stesso comune della strada…ebbene le strade private sono di uso pubblico SOLO per il passaggio di servizi tipo AQP, ENEL, GAS e linee telefoniche!!! Motivati e supportati da TUTTI i residenti, si addivenne alla AUTORIZZAZIONE del Comune di chiusura della via LI MULI…..ma che grazie al menefreghismo di chi ci abita (mai si è addivenuti alla nomina di consiglio di amministrazione e di rappresenta