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I rincari affossano anche i produttori olivicoli: «Che fine hanno fatto le promesse di novembre?»

La Redazione
Crolla il prezzo delle olive
​Il produttore olivicolo Arbore: «In autunno ci hanno detto che non era possibile affrontare il problema mentre era già in corso la raccolta. E oggi?»
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«Quando nel novembre scorso abbiamo partecipato a un incontro in Comune sulle difficoltà del comparto olivicolo, alcuni hanno detto che non era possibile affrontare il problema mentre era già in corso la raccolta. Oggi che la raccolta è terminata, si può pensare per tempo ai problemi del settore?». La "provocazione" arriva da Michele Arbore, giovane produttore olivicolo coratino che nell'autunno scorso era stato tra i promotori del dibattito pubblico nato in primis a causa dei bassi prezzi delle olive. Il Comune, all'epoca, istituì anche una unità di crisi. «Si parlò pure di creare un consorzio e di gettare le basi per un nuovo futuro, ma da allora non se ne è saputo più nulla» afferma Arbore. «La raccolta 2021 era iniziata male e solo verso la fine si è un po' raddrizzata. Ma ora è il momento di tirare le somme e chiedere a Comune e associazioni di categoria se è possibile organizzarsi per tempo».

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Anche perchè agli atavici problemi del comparto, si sono aggiunti i rincari determinati dai cospicui aumenti di questi mesi. «I costi di produzione – spiega Arbore – sono triplicati: il costo del carburante è passato da 50 centesimi a 1.10 euro, quello dei fertilizzanti è raddoppiato, al pari dell'energia elettrica, il prezzo del concime è triplicato, arrivando a costare anche 60 euro dai 22-23 del passato, e anche il diserbante è passato da 70-80 euro per lattina a 180. Come si fa ad affrontare un nuovo ciclo di produzione in queste condizioni? Tirare avanti sta diventando impossibile, come è emerso da un confronto con molti miei colleghi che ho sentito in questi giorni. In tutto questo, continuiamo a sentirci non tutelati e stiamo andando incontro a una annata con una produzione incerta e con costi aumentati di molto. 

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Di questo passo, tra pochi mesi ci ritroveremo peggio dell'anno scorso – prosegue – anche perchè un'altra mazzata arriverà dalla Pac, il nuovo sistema di integrazione che ci è economicamente sfavorevole. In tanti, per tagliare i costi, hanno già deciso di abbandonare alcune pratiche come la potatura e la concimazione. Ma il rischio è che anche alcuni terreni possano essere abbandonati. Eppure Corato è una città a vocazione agricola e questi problemi non riguardano solo i produttori olivicoli. Da parte nostra c'è la volontà di unirsi – conclude Arbore – ma occorre anche un soggetto che faccia da coordinatore e questo è quello che chiediamo al Comune».

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Intanto, rispetto alle preoccupazioni del settore in merito all’aumento dei costi dell’energia in agricoltura, nei giorni scorsi il consorzio Italia Olivicola ha portato alcune proposte all’attenzione del Parlamento, durante l’audizione in Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica che si è tenuta lo scorso 9 febbraio. «Si è registrato un aumento del 120% per il comparto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A soffrirne è anche l’olivicoltura, chiamata ad operare con costi di produzione sempre più alti e margini sempre più bassi e con una grande incognita sulla prossima campagna di raccolta. Il caro-energia, che rende più onerose le attività nei campi e nella fase di trasformazione, insieme all’aumento del prezzo degli input di produzione, degli strumenti e delle tecnologie per realizzare un’olivicoltura moderna e di qualità, fanno sì che produrre un litro di olio extravergine, oggi, abbia un costo certamente più elevato rispetto a ieri.  

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Ad aggravare la già difficile situazione vi è un mancato riconoscimento da parte della Grande Distribuzione degli ulteriori costi sostenuti nella fase di produzione. Nella sostanza, i margini sono sempre più ridotti e i produttori si trovano dinanzi a un bivio pericoloso: lavorare in perdita oppure centrare la sostenibilità finanziaria tagliando altre voci di spesa. Ciò significa che a pagarne le conseguenze potrebbe essere la qualità del prodotto o la qualità del lavoro. Per queste ragioni, Italia Olivicola chiede di aprire una riflessione sul tema per cercare una soluzione finalizzata a mitigare l’impatto degli aumenti, accelerare sull’introduzione delle rinnovabili nelle aziende e avviare un tavolo di filiera coinvolgendo la GDO per ridefinire gli equilibri tra i vari attori e socializzare a pieno gli effetti dei rincari». «Se è vero, come auspichiamo, che l’aumento dei costi di produzione non debba pesare sulle spalle del consumatore, è altrettanto vero – sottolinea il presidente di Italia Olivicola, Sicolo – che non deve essere sostenuto solo dai produttori».

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venerdì 18 Febbraio 2022

(modifica il 2 Agosto 2022, 21:20)

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Mike
Mike
2 anni fa

Come la categoria dei camionisti , cosi anche voi , credete ancora alla Befana !

Aurelio Rag.Tortosa
Aurelio Rag.Tortosa
2 anni fa

È l'ora della verità, o i coratini continuano sornioni a pensare in piccolo ai fatti propri, o si comincia a pensare insieme ad un consorzio per la tutela e valorizzazione dei propri prodotti come tanti hanno fatto al Nord. Le istituzioni, il Sindaco lassatl perd… non è cosa di questo Sindaco capire cos'è un consorzio o un impresa. Serve una volontà comune condivisa tra gli operatori e gente di buona volontà!

X corato
X corato
2 anni fa

Oggi non c’è raccolta quindi aspettiamo quella che viene..non serve fare previsioni fa ora..l’amministrazione ha grane più grosse..sta vedendo ancora il cambio per andare avanti e indietro ????

Giuseppe Del Console
Giuseppe Del Console
2 anni fa

Sig. Arbore se Lei aspetta che il Comune, chi ne è a capo, o le associazioni di categoria risolvono i problemi degli olivicoltori, si pone una speranza inutile, prova ne è che da sempre se ne è parlato ma mai trovato una soluzione.
Sul perché si sono diversi punti di vista, ma affrontarli si farebbe solo polemica e di sicuro non risolverebbe il problema.
Io personalmente credo nell’iniziativa dei singoli e non in soluzioni piovute dal cielo. Su questo c’è molto da fare. Se un gruppo anche piccolo di olivicoltori, pieni di buona volontà, si mettesse intorno ad un tavolo ad affrontare la questione, uscirebbero diverse soluzioni da valutare al meglio.

Giuseppe Del Console
Giuseppe Del Console
2 anni fa

Sig. Arbore crede che i grandi ed importanti consorzi a cui si fa spesso riferimento siano nati già grandi, un lavoro da piccoli passi, una crescita graduale arriverebbe con il tempo ad assorbire tutta la produzione locale. DI QUESTO NE SONO CONVINTO.
Tenga conto solo di un dato: ipotizzi di mettere tutto insieme l’olio che a Corato si produce, ebbene questo rappresenta solo l’1,80% di tutto l’olio che in Italia si consuma.
Solo se avessimo un linguaggio comune e spirito di intraprendenza il problema sarebbe risolto.
Tantissimi auguri.

Tommaso Loiodice
Tommaso Loiodice
2 anni fa

Michele il tema che risollevi è vero e reale. Ti assicuro che per quanto mi riguarda, come presidente di Unapol e come olivicoltore, a livello nazionale, e non solo, sono quotidianamente impegnato a sollevare e sollecitare interventi che possano alleviare il particolare momento di difficoltà che il comparto vive per i rincari che tu giustamente evidenzi, al fianco e al pari di Italia Olivicola che di fatto è la prima unione in termini di rappresentanza olivicola. A livello locale posso dirti che proprio qualche giorno fa l'assessore allo sviluppo economico, Concetta Bucci, ha avviato una riflessione che a breve vedrà convocato tutto il mondo produttivo per dare seguito a quel fondamentale concetto di “fare squadra” che è emerso nella riunione a cui tu fai riferimento.

Tommaso Loiodice
Tommaso Loiodice
2 anni fa

I problemi che interessano il nostro comparto e quello agricolo in generale sono tanti. Colgo l'occasione per ricordarti che tra i tanti ce ne è uno che corre il rischio di affossarci definitivamente e si chiama Xylella. Ad ogni buon conto, come dissi a novembre è necessario che nasca un tavolo locale permanente che attenzioni il comparto e individui anche soluzioni e percorsi virtuosi, e questo lo si può e deve fare a prescindere dalle istituzioni. Raccordiamoci.

Costantino
Costantino
2 anni fa

Non fidarsi più di nessuno. È la parola chiave.

franco
franco
2 anni fa

pochissimi giorni fa si è tenuto un congresso da parte delle cosiddette città dell'oloio in puglia, credo sia stato a castellaneta o già di li. ebbene la nostra corato ha avuto il pensiero di parteciparvi?manco per jl cavolo-credo- ho sentito che andria lo ha fatto bitonto pure ecc ecc ora che si aspetta da questa gente degli olivicultori coratini che facciano in modo proprio quello che l'associazionismo comunale non è riuscito a fare? l'unico rimedio rimane associarsi e combattere insieme

nerdrum
nerdrum
2 anni fa

leggo l'esposizione di arbore e mi chiedo, in tutto questo, cosa c'entri il comune. ma veramente qualcuno pensa che una crisi strutturale come quella del comparto olivicolo, venga risolta da una nn meglio identificata “unità di crisi” gestita dalla politica? incredibile l'ingenuità di chi l'ha proposta e di chi ci crede. la storia nn ha insegnato nulla? ditemi che fine hanno fatto i precedenti “tavoli”? solo passerella x futuri politicanti. la crisi la devono risolvere gli olivicoltori da soli. nn vendere olive/olio a speculatori il comandamento. le mele del trentino, i pomodorini di pachino, il parmigiano, le nettarine di romagna,… le eccellenze insomma le vendono ad intermediari? a me nn risulta. consorzi seri gestiscono nell'interesse dei soci.

Coratino doc.
Coratino doc.
2 anni fa

Credo che questa amministrazione venda aria fritta. Sfiduciarli il prima possibile per dare vita alle nostre aziende. Chi ha senso di responsabilità faccia un passo indietro pena si sentirà responsabile del crollo economico e svendita della città. Non ne possiamo più dell'inefficienza della squadra di governo di questa amministrazione.

gigi
gigi
2 anni fa

sara fatta