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Sangue da cordone ombelicale, Corato primo centro in Puglia per le donazioni

Mariangela Azzariti
Donazione di sangue da cordone ombelicale
«Con 137 sacche raccolte, ancora una volta Corato si è affermato quale primo centro pugliese per la raccolta di sangue cordonale, come già accaduto nel triennio precedente. Di queste, 6 sono state le sacche bancate»
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Anche nel 2021 il centro nascite di Corato si è attestato primo in Puglia per donazioni di sangue del cordone ombelicale. A confermarlo è Michele Santodirocco, direttore medico della banca cordonale pugliese tenuta nella Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo.

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«Con 137 sacche raccolte, ancora una volta Corato si è affermato quale primo centro pugliese per la raccolta di sangue cordonale, come già accaduto nel triennio precedente» afferma Santodirocco. «Di queste, 6 sono state le sacche bancate». Ricordiamo, infatti, che il nostro sistema sanitario prevede regole molto stringenti per il bancaggio, ovvero la conservazione del sangue da cordone ombelicale; ad ogni modo, anche le sacche non idonee all’impiego trapiantologico, vengono utilizzate per altri scopi, quali la produzione di gel piastrinico ed altri emocomponenti ad uso trasfusionale e non.

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«Il meraviglioso risultato, raggiunto grazie all’impegno di tutto il personale del reparto di ginecologia dell’ospedale Umberto I, assume un valore aggiunto se confrontato con i dati dell’anno precedente» commenta la dott.ssa Luisa Belsito, presidente della sezione cittadina dell’Adisco, associazione che si occupa della promozione della donazione di sangue da cordone ombelicale. Difatti, se nel 2020 a Corato erano state raccolte 133 donazioni a fronte di 1.400 parti, nell’anno appena trascorso sono state registrate 137 donazioni su 910 nascite. Nonostante un calo di parti pari a quasi 500 unità, le donazioni sono quindi passate dal 9,5% del 2020 al 15,05% del 2021.

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«Questi dati dimostrano la rilevanza del centro nascite di Corato, sia in termini di parti che di donazioni» sottolinea la presidente Adisco Corato. «Provano però anche un’importante diminuzione delle nascite che, se per un verso è generalizzata ed acuita dalla pandemia, per l’altro invece è dovuta anche al “dirottamento” di numerosi parti verso altre strutture ospedaliere che offrono la partoanelgesia, cioè la possibilità di aver accesso all’epidurale gratuita, sancita come Lea dal 2017 ma praticata in pochissime strutture pubbliche pugliesi, nelle quali non sempre è possibile effettuare anche la donazione di sangue da cordone ombelicale.

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In qualità di associazione che svolge la sua attività di promozione in sinergia con il reparto di ginecologia dell’ospedale Umberto I di Corato, ci uniamo alla richiesta unanime, già portata all’attenzione del presidente della Regione in diverse occasioni, in ultimo attraverso una missiva inviata dall’Ordine delle ostetriche Bari/Bat, affinché venga attuata la partoanelgesia presso il punto nascita locale, dove sembrano essere presenti i requisiti organizzativi e strutturali richiesti. Tale implementazione – conclude – comporterebbe un miglioramento dell’offerta assistenziale ed avrebbe positive ricadute sociali, garantendo il rispetto della dignità delle pazienti».

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mercoledì 12 Gennaio 2022

(modifica il 2 Agosto 2022, 22:41)

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