Quasi 15mila opuscoli informativi a disposizione dei 41 Comuni dell’area metropolitana per continuare a tenere alta l’attenzione sui rischi della Xylella fastidiosa, l’organismo nocivo che sta causando la distruzione del patrimonio olivicolo pugliese, provocando ingenti danni paesaggistici, sociali ed economici e che, in pochi anni, dal Salento ha raggiunto la Terra di Bari.
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L’iniziativa – promossa dal Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell'Università degli Studi di Bari e finanziata dalla Regione Puglia con il progetto "RedOXy" – consiste nella realizzazione di due opuscoli informativi e di locandine dedicate al tema del controllo dell'insetto vettore agente della diffusione del patogeno.
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La Città metropolitana di Bari – che ha patrocinato l'iniziativa in linea con il “Piano d'azione di contrasto alla Xylella fastidiosa per l'anno 2021”, pubblicato dalla Regione Puglia nel Burp n. 55 del 20.04.2021 – sta ora distribuendo gratuitamente gli opuscoli ai 41 Comuni, oltre che alle amministrazioni locali. Uno strumento utile e di facile consultazione – destinato ad aziende, organizzazioni di produttori, associazioni e Gruppi di azione locale – per continuare ad informare la comunità sulle misure di prevenzione e contenimento dell’epidemia che affligge da anni il territorio pugliese.
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«Abbiamo prontamente accolto l’iniziativa del Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università di Bari nella consapevolezza che la xylella fastidiosa resta un problema ancora non risolto per gli agricoltori pugliesi e che, in questi anni, si è insediato in maniera sempre più diffusa su tutto il territorio» afferma il consigliere metropolitano delegato alla attività produttive, Antonio Stragapede. «Pensare di eliminarlo del tutto è quindi impossibile però possiamo continuare a informare e a mettere in guardia le nostre comunità sulle misure di prevenzione e diffusione del fenomeno».
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La Xylella forse dico forse poteva essere bloccata gia' da tempo, perche' tutti gli alberi abbattuti all'epoca andavano bruciati non venduti come legna da ardere. voglio sbagliarmi a dire questo.