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Anche in città nasce il comitato “No Xylella”: «Uniti per fermare la devastazione del batterio»

La Redazione
Xylella
«Per rendere efficaci le possibili azioni di prevenzione ogni azienda agricola, frantoiano, farmacia agricola, cooperativa, associazione di categoria, O.P., proprietario di terreno e comune cittadino deve sentirsi parte attiva»
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Gli incontri svolti nelle corse settimane tra l’amministrazione comunale, alcune delle associazioni professionali agricole locali, referenti di Unioni Nazionali, organizzazioni di prodotto olivicolo, aziende agricole ed esperti del settore, hanno fatto emergere la volontà unanime di accendere i riflettori, non solo nei confronti degli operatori agricoli ma di tutta la comunità locale, sul pericolo devastazione da Xylella.

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Tale fitopatia, arrivata in Puglia tra il 2008 e il 2010, proveniente dal Costa Rica e manifestatasi nell’entroterra di Gallipoli, è progressivamente avanzata fino a giungere a Polignano ad una velocità di espansione di 2 km al mese. L’effetto devastante della xylella è sotto gli occhi di tutti, con una perdita incalcolabile sia in termini produttivi (nel Salento la produzione di olio è passato dai 600.000 quintali del 2008 agli attuali 200.000 quintali), che dal punto di vista paesaggistici. L’olivicoltura, per il Comune di Corato e per quelli limitrofi, rappresenta una base essenziale per l’economia agroalimentare cittadina, e pertanto, è fondamentale che tutti gli “stakeholders”, prendano coscienza che tale settore rappresenta un bene collettivo, che va oltre la proprietà privata.

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«È stata unanimemente condivisa la necessità di non avanzare paternità alcuna, ma di coinvolgere tutte le realtà cittadine che possono e devono contribuire a porre in essere strategie di controllo del territorio e che mettano in campo in primo luogo tutte le misure di contrasto all’avanzata del batterio» spiegano le organizzazioni locali di categoria e di prodotto. «Per rendere efficaci le possibili azioni di prevenzione ogni azienda agricola, frantoiano, farmacia agricola, cooperativa, associazione di categoria, O.P., proprietario di terreno e comune cittadino deve sentirsi parte attiva di questo processo le cui conseguenze devastanti per l’intera economia e tenuta sociale locale dovrebbero essere note a tutti.

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Con questa prima nota, si intende avviare un canale comunicativo condiviso fra amministrazione comunale, assessorato regionale e Arif. È bene che tutti sappiano che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per cui l’individuazione di focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione e distruzione secondo legge rappresentano le uniche forme di contenimento dell’infezione. Solo controllando la presenza di potenziali vettori concomitanti, si può ridurre la velocità di avanzamento dell’infezione. 

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Cos’è la Xylella. La Xylella Fastidiosa è un batterio che vive all’ interno del legno e che ostruisce, con una sostanza gelatinosa i canali (floema e xylema) in cui scorre la linfa delle piante portandola inesorabilmente alla morte. Viene portato da una pianta all’ altra da alcuni insetti che pungono le piante per succhiarvi la linfa, principalmente la sputacchina. La sputacchina (P. spumarius) sverna da uova, compie un breve sviluppo post-embrionale di circa due mesi e una lunga vita adulta di circa sette mesi. Lo sviluppo post-embrionale si svolge da febbraio ad aprile attraverso tre stadi di neanide e due di ninfa, e termina con la metamorfosi che avviene fra metà aprile e giugno. Neanidi e ninfe si trovano prevalentemente su piante erbacee, a testa in giù e al riparo nella massa muco-schiumosa da loro stesse prodotta. Da fine aprile a novembre gli adulti si spostano in massa fra diverse piante ospiti erbacee o legnose, purché in attiva vegetazione. Poiché questo è il periodo in cui la sputacchina inizia il suo ciclo urge quindi contenere l’ evoluzione dello stesso nelle diverse zone della Puglia poiché, essendo lo sviluppo dell’ insetto fortemente dipendente dalle condizioni microclimatiche, si consente di individuare il momento più opportuno per la lotta agli stati giovanili, generalmente febbraio-aprile, del pericoloso vettore mediante lavorazioni del terreno (aratura superficiale o trinciatura ) o altri sistemi di controllo principalmente fisici. Nei prossimi giorni si entrerà ancora più nel merito con alcuni suggerimenti operativi»

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venerdì 12 Marzo 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 10:27)

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carlo mazzilli
carlo mazzilli
3 anni fa

avreste dovuto pensarci prima. voi e i vostri colleghi salentini e brindisini, che impedirono l'abbattimento di poche piante causando la diffusione prima a macchia di leopardo e poi a macchia di diarrea, che ormai a quello siamo arrivati. e questo con la complicità e l'accondiscendenza dei governatori regionali che meglio farebbero ad andare a vendere i limoni, che per tacitare e contentare 4 bifolchi hanno mandato al DISASTRO un intero settore.