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Quanto fa bene la “Coratina”? Firmato l’accordo per uno studio del Cnr sui polifenoli

La Redazione
Olio nuovo
Lo studio nasce dall'accordo tra l'associazione Cuore di Puglia (di cui fa parte anche Corato) e l'istituto di nanotecnologia del Cnr di Lecce e riguarderà diversi prodotti del territorio murgiano
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C'è anche l'olio extravergine d'oliva della varità "Coratina" tra i prodotti del territorio che verranno analizzati dall'istituto di nanotecnologia del Cnr di Lecce. Lo studio nasce dall'accordo tra l'associazione “Cuore della Puglia” (di cui fa parte anche Corato) e, appunto, la Nanotec. Un accordo volto a stabilire gli effetti sulla salute umana dei principali principi attivi presenti nella produzione agroalimentare del territorio murgiano. Non solo olio, quindi, ma anche grano, mandorle, canapa, ceci, la ciliegia ferrovia di Turi e la cipolla rossa di Acquaviva. 

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«L’obiettivo dell’attività di ricerca nell’ambito della collaborazione – spiega il direttore del Cnr-Nanotec Giuseppe Gigli – è l’identificazione dei composti nutraceutici presenti nei prodotti della filiera agricola dei Comuni dell’associazione, con particolare riferimento al contenuto di polifenoli, ossia le molecole di origine organica vegetale che sappiamo poter avere proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antibatteriche ed antivirali».

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«L'analisi del contenuto di polifenoli nei vegetali è ancora oggi estremamente complessa, ma siamo convinti che l’utilizzo di tecniche innovative di spettroscopia di massa ad alta risoluzione, da noi sviluppate e già applicate con successo nel campo della canapa industriale (Cannabis sativa L.),  permetterà di risolvere le difficoltà presenti».

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È noto che l'olio estratto dalla cultivar Coratina abbia una delle più alte concentrazioni di polifenoli tra le diverse varietà di oliva (circa 560mg per kg) che rende il sapore dell'olio più piccante.

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«Questo accordo, della durata di cinque anni è per noi molto importante, – afferma il presidente dell’associazione Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva – perché attraverso le azioni che intendiamo avviare intravediamo l’indiscutibile possibilità di creare opportunità di crescita culturale ed economica, di promuovere la diffusione dei saperi, favorire il benessere, la salute dei cittadini e lo sviluppo ecosostenibile coniugando l’impiego e la sperimentazione di nuove tecnologie con la valorizzazione dei prodotti agroalimentari che costituiscono la primaria ricchezza del nostro territorio».

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domenica 21 Febbraio 2021

(modifica il 3 Agosto 2022, 10:38)

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amenduni francecso
amenduni francecso
3 anni fa

non serve fare studi: fa benissimo! usatelo, compratelo, regalatelo, preferite quello prodotto dalle cooperative o in proprio da coltivatori diretti … prima che la Xylella ci privi anche di questo tesoro millenario!