Un caffè al bancone, in una tazzina vera, con accanto un bicchiere d’acqua. Una piacevole consuetudine per tanti, senza ovviamente dimenticare il rispetto delle regole. È iniziata così la giornata di ieri, la prima in giallo, che ha segnato il ritorno delle consumazioni all’interno dei locali.
nn
Oltre ai bar, hanno riaperto anche i ristoranti, seppure solo a pranzo. La zona gialla, infatti, consente di poter consumare cibi e bevande all’interno dalle 5 alle 18. Già nel primo giorno di riapertura, la risposta della clientela è stata più che positiva. Sia per i giorni feriali che, soprattutto, in vista del fine settimana di San Valentino.
nn
«Appena siamo passati in zona gialla, il telefono ha cominciato a squillare di continuo» spiega Annalisa Zitoli delle Masserie Zucaro, agriturismo a ridosso di Castel del Monte. «Per domenica sono già al completo, segno che c’è molta voglia di uscire di cas». Si tratta di una percezione non isolata. «Faccio la spesa dove si riforniscono tanti ristoratori – sottolinea – e ieri mattina c’era molto fermento
nn
Sensazioni positive anche per “La pace dei sensi”, ristorante del centro storico. «Ho ricevuto già diverse prenotazioni per San Valentino e anche ieri abbiamo ospitato i primi clienti per i pranzi di lavoro» spiega il titolare, Mariano Como. «Qualcosa, quindi, si muove. Ora spero che ci consentano di lavorare con continuità e al più presto anche di sera, visto che l’ultima è stata il 25 ottobre».
nn
«Non sarebbe male se il governo potesse aiutare la categoria con un altro piccolo ristoro» aggiunge Como. «Di fatto la pandemia è iniziata un anno fa e io in questi 12 mesi sono stato chiuso circa 6 mesi. In questo inverno abbiamo lavorato solo 15 giorni a dicembre e 6 a gennaio, pur avendo tutti i costi fissi da pagare, oltre al mancato guadagno. Il prestito di 25mila ottenuto in estate è servito a pagare tasse e spese varie. E ovviamente, essendo un prestito, sono soldi che vanno restituiti. Una cosa vorrei poi dirla: basta demonizzare i ristoratori. In questi mesi i locali sono rimasti chiusi, ma i contagi ci sono stati lo stesso. Segno – conclude – che non eravamo noi il problema».
nn
È invece cambiato poco o nulla per le pizzerie. Il limite orario della consumazione all’interno del locale fissato alle 18 non consente infatti una loro riapertura serale. Dato che quasi nessuno è aperto pranzo, le pizzerie continueranno quindi a puntare su asporto e domicilio, esattamente come avveniva quando la Puglia era in zona arancione.
n
Da sempre favorevole al fatto che anche queste attività tornassero a lavorare e ritrovare respiro, perché a prescindere dall'aspetto economico, lo restare chiusi priva l'uomo dell'iniziativa economica e rende interminabili le giornate trascorse a far niente, auspico che dove possono entrare 10 persone non vi siano a pranzare 50…. La voglia di recuperare il terreno perduto non ci deve fare scordare il periodo particolare che stiamo vivendo e le piccole conquiste che a piccoli passi stiamo ottenendo. Raccomandazione che mi sento di inoltrare a tutti, ristoratori e avventori…
Io direi invece di non aprire solo x solidarietà nei confronti delle pizzerie
A cena ci si infetta, a pranzo no? Demenziale, con le dovute cautele riaprite tutto.
Cenate a pranzo!
Bravi…poi si infettano e colpa delle scuole