Spettacolo

“Delitto/Castigo​”, Rubini e Lo Cascio in scena al Comunale

La Redazione
Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio
Lo spettacolo nato del nuovo progetto di "teatro non teatro", in tournée in Puglia ad aprile
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Domani, giovedì 19 aprile, al Comunale torna Sergio Rubini. Porta in scena “Delitto/Castigo”, lo spettacolo nato del nuovo progetto di “teatro non teatro”, in tournée in Puglia ad aprile. Dopo le due repliche al Teatro Petruzzelli di Bari, Rubini sarà a Corato grazie alla stagione teatrale allestita dal Teatro Pubblico Pugliese e dall’amministrazione comunale. A seguire le date a Brindisi, Foggia, Cerignola e Taranto.

Lo spettacolo
Rubini ha curato anche l’adattamento teatrale con Carla Cavalluzzi. In scena Sergio Rubini, Luigi Lo Cascio, Francesco Bonomo, Francesca Pasquini e G.U.P. Alcaro, esecutore, dal vivo, di musiche ed effetti sonori.

Il racconto tormentato della presa di coscienza di una colpa e di una redenzione dell’epico romanzo di Fedör Dostoevskij diventa una lettura a due voci che fa vivere in prima persona al pubblico l’ossessione del protagonista.

Spiega Sergio Rubini: «Vertigine e disagio accompagnano il lettore di “Delitto e Castigo”. La vertigine di essere finiti dentro il tormento di un uomo che trova nell’omicidio la propria e unica affermazione di esistenza. Quindi, il delitto come specchio del proprio limite e orizzonte necessario da superare per l’autoaffermazione del sé».

Delitto/Castigo è un invito a misurarsi con le proprie paure, i propri errori, per comprendere che l’uomo è colpevole tanto quanto è capace di chiedere scusa e redimersi, anche a costo di perdere la vita.

Rodion Romanovič Raskol’nikov, un giovane poverissimo e strozzato dai debiti, uccide una vecchia e meschina usuraia. Lo studente di San Pietroburgo si rifiuta di provare rimorso, per dimostrare a se stesso di appartenere alla categoria di quelli che lui definisce i “napoleonici”, i grandi uomini, le menti superiori dalle idee rivoluzionarie, autorizzati a vivere e agire al di sopra della legge comune, perché tutte le loro azioni, anche quelle condannate dalla morale, hanno come fine ultimo il bene collettivo. Tenta di convincersi che l’omicidio della vecchia, che incarna il male e la perfidia, non solo non è condannabile ma costituisce la dimostrazione stessa della sua appartenenza a una categoria superiore. Dall’altro lato, però, non sfugge ai sensi di colpa e al terrore di essere scoperto. Alla fine deve rassegnarsi: non è un grande uomo, ma un “pidocchio” e, come tale, merita una punizione.

La potenza dell’opera di Dostoevskij è descritta mirabilmente in 4321, romanzo di Paul Auster, nel quale l’autore ne immagina gli effetti della lettura sul protagonista Archie Ferguson: «La lettura di “Delitto e Castigo” lo cambiò, “Delitto e Castigo” fu il fulmine che si abbatté dal cielo e lo mandò in frantumi, e quando riuscì a riprendersi Ferguson non ebbe più dubbi sul futuro, se un libro poteva essere questo, se un romanzo poteva fare questo al tuo cuore, alla tua mente e ai tuoi sentimenti più profondi sul mondo, allora scrivere romanzi era senz’altro la cosa migliore che potevi fare nella vita, perché Dostoevskij gli aveva insegnato che le storie inventate potevano andar ben oltre il semplice divertimento e lo svago, potevano rivoltarti come un calzino e scoperchiarti il cervello, potevano scottarti e gelarti e metterti completamente a nudo e scaraventarti tra i venti furiosi dell’universo».

mercoledì 18 Aprile 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 15:55)

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