Per “Riccardo e Lucia” lo spettacolo firmato da Claudia Lerro e portato in scena da Ivana Lotito e Pio Stellaccio, arrivano tre dati a dir poco importanti.
Il 19 aprile sarà replicato al Parlamento italiano, dopo essere stato segnalato dall’Onorevole Micillo per il suo alto valore sociale e politico.
Dopo aver assistito da semplice spettatore ud una delle repliche salernitane dello spettacolo Micillo ha contattato personalmente la Compagnia per proporle una replica in Parlamento, sottolineando il valore politico di uno spettacolo che mette in luce valori di onestà, lealtà e fedeltà agli ideali, oggi purtroppo dimenticati.
Dall’1 al 15 maggio, invece, rappresenterà il teatro italiano a New York nel Festival In Scena Ny: martedì 9 maggio alla Casa Italiana Zerilli-Marimò at Nyu; giovedì 11 maggio al Bernie Wohl at Goddard Riverside.
Riccardo e Lucia è l’unico spettacolo pugliese tra i sette selezionati per il festival.
«La trasferta in America – spiegano dal Teatrificio 22 – gode del patrocinio del Comune di Corato e sarà possibile grazie all’aiuto di alcuni imprenditori della città a cui dobbiamo un enorme grazie: Granoro, Selezione Casillo, Forza Vitale e Torrevento. Grazie a loro sarà possibile, dopo lo spettacolo, una degustazione di vini. Lo spettacolo porterà oltre oceano non solo il nome di Corato, dandole lustro e visibilità, ma anche le sue “eccellenze” produttive».
«Sono felicissima di queste due grandi possibilità che lo spettacolo si è guadagnato solo ed esclusivamente per merito. E ringrazio gli imprenditori coratini, il Comune di Corato e il senatore Perrone per aver creduto ed investito nel nostro progetto.
Per me – conclude Claudia Lerro – è stato come aver ricevuto uno dei doni più grandi, ovvero la possibilità di dar voce al proprio talento e professionalità. Può esser vero che l’Italia sia in crisi, ma di certo non lo sono gli italiani che credono nella crescita, nella cultura, nella bellezza.
Quindi grazie alle sorelle Mastromauro, a Vito Cannillo, al dott. Liantonio, ai fratelli Casillo e a tutti i coratini, per mezzo della loro amministrazione, per aver creduto in noi»
Sinossi
“Riccardo e Lucia” è una storia semplice, quella di un uomo e di una donna e del loro amore eterno ma imperfetto. Poeta e attivista politico il primo, donna semplice la seconda, i due si ritrovano naufraghi (sia pure in modo diverso) dello stesso Fascismo. Ispirato al diario privato di Riccardo Lerro, “Riccardo e Lucia” è una storia vera che, riconoscendo nel passato le difficoltà e le contraddizioni del nostro presente, affronta temi eterni quali l’amore, l’assenza, la forza di credere ancora in un’ideale e di non tradirlo mai per restare fedeli a se stessi e grazie a questo, essere felici.
Note di regia
Mentre il pubblico si accomoda sulle poltrone, una donna sola sul palco aspetta che finalmente si faccia silenzio. “Finalmente”, dopo una vita di dolore, di assenze, di promesse tradite ma anche di risate, di meraviglia, d’amore. Perché la vita è così. Un susseguirsi ininterrotto di buio e luce, di primavere ed inverni.
Quella donna lì, che attende immobile l’inizio dello spettacolo e la fine della vita, è Lucia: mia nonna. E questa è la sua storia, i suoi inverni, le sue primavere. La sua e quella dell’unico suo eterno amore: Riccardo, mio nonno.
Tutto quello che ho raccontato è assolutamente vero. A volte incredibilmente, paradossalmente vero. Perché la vita è così: a volte troppo bella per essere vera, altre volte troppo amara perché si possa sopportare.
Questa storia quindi, non l’ho scritta da sola, ma insieme a Riccardo e Lucia: ai racconti rarefatti di mia nonna, al diario personale ed agli appunti di mio nonno Riccardo.
Al funerale di Lucia, avvenuto poco tempo fa, mentre il carro passava sul corso del mio paese, i vecchietti seduti sulle panchine si sono alzati tutti e togliendosi il cappello, hanno salutato la sua vita. Quel rispetto, quella celebrazione della vita nella sua dolorosa e felice semplicità è il canto di partenza del mio testo.
Ad intrecciarsi alla storia d’amore, la passione politica di Riccardo, le cui parole proiettano nell’oggi le tracce d’incoerenza politica già riconoscibili nel passato post-bellico.
La messa in scena è semplice, come la storia raccontata. Perché non c’è nulla di più interessante della vita nel suo compiersi. A momenti quotidiani, si alternano i momenti onirici della scrittura e quelli musicali, quasi da film muto, del tempo che passa.
Una scelta ragionata, quella della semplicità, che vuole superare la “decostruzione provocatoria” della nostra contemporaneità per ripescare quello che mi sembra oggi la più grande delle provocazioni: io credo. Nell’amore. Nella semplicità. Nella giustizia sociale.
Riccardo e Lucia, ora, non sono più solo i miei nonni, ma gli interpreti di una storia universale e senza tempo in cui ciascuno può riconoscere tracce di se stesso.