Spettacolo

“Non ti pago”, un biglietto del lotto smaschera i difetti umani

Ingrid Vernice
Non ti pago
Tra risate, riflessioni e superstizione, in scena un pezzo della Napoli degli anni quaranta
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“Non ti pago”. È il motto, quasi l’ossessione, di Ferdinando Squagliatolo, personaggio che sembra incarnare quasi tutto l’elenco dei difetti umani. Domenica sera è arrivato forte e chiaro al pubblico del teatro comunale.

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Invidioso, testardo, dispotico, superstizioso, ma nonostante tutto devoto marito e amorevole padre; si sente tradito prima da Mario, suo dipendente, colpevole di avere una straordinaria fortuna al gioco del lotto, poi dalla moglie e dalla figlia che gli nascondono la relazione di quest’ultima con Mario.

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Il biglietto vincente del gioco del Lotto diventa l’unico modo per Ferdinando di far comprendere alla sua famiglia e allo spettatore le ragioni del suo accanimento nei confronti del giovane dipendente. Tra familiari, preti, faccendieri, avvocati e anime dall’aldilà, la commedia diverte ed intrattiene il pubblico che acclama l’unico grande protagonista: il biglietto della discordia, simbolo di un teatro semplice, che non ha bisogno di trame contorte, ma solo di grandi attori.

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La trama
nFerdinando Quagliuolo ha ereditato un botteghino del Lotto dopo la morte del padre. Aiutato dal suo fedele, quanto sgangherato, consigliere, tenta di interpretare qualunque segnale, divino e non, pur di trovare i numeri vincenti del lotto, di cui ormai, è un accanito giocatore.

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Un suo impiegato, e probabile genero, Mario Bertolini, interpretando i sogni, colleziona un numero considerevole di vincite scatenando l’invidia di Ferdinando. Tale invidia raggiunge l’apice quando Mario vince 4 milioni delle vecchie lire, grazie ad una quaterna datagli in sogno proprio dal defunto padre del suo datore di lavoro.

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Don Ferdinando si rifiuta di pagargli la vincita e rivendica il diritto di incassare la somma per sé. La motivazione di tale scelta, risiede nel fatto che Bertolini era andato a vivere nell'appartamento dove Ferdinando aveva vissuto fino alla morte del padre, quindi lo spirito del defunto si sarebbe rivolto a Mario per sbaglio, volendo destinare la vincita a suo figlio.

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La commedia procede con i fantasiosi tentativi da parte di Don Ferdinando di appropriarsi del biglietto vincente, tra avvocati approfittatori e preti che cercano di far ritornare la quiete in famiglia.

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Sul palco e dintorni
nLa regia dello spettacolo è firmata da Luca De Filippo. Si alternano sul palco gli attori: Gianfelice Imparato, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Carmen Annibale, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca e Carolina Rosi, moglie di Luca de Filippo e figlia del regista Francesco Rosi. Le scene sono curate da Gianmaurizio Fercioni, i costumi da Silvia Polidori, le luci da Stefano Stacchini e infine le musiche sono state composte da Nicola Piovani.

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La storia della commedia
nVenne scritta da Edoardo De Filippo nel 1940 ed è entrata a far parte prima della “Raccolta dei giorni dispari” ed in seguito inclusa nella “Raccolta dei giorni pari”. La commedia viene messa in scena per la prima volta dalla compagnia "Teatro Umoristico I De Filippo", l'8 dicembre 1940 a Roma e vedeva lo stesso Edoardo nella parte del protagonista Ferdinando Quagliuolo contrapposto a Mario Bertolini, interpretato dal fratello Peppino. Già da allora ebbe grande successo di pubblico e di critica.

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martedì 14 Febbraio 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 16:12)

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