Spettacolo

“La guerra dei grandi”, uno spettacolo che insegna la Storia

La Redazione
La guerra dei grandi
Prodotto dalla compagnia Teatrificio22, lo spettacolo è interpretato da Claudia Lerro e Simona Oppedisano (anche autrice) con la partecipazione di Gianluigi Belsito
2 commenti 1171

È presente in molte scuole di Puglia, come anche del Lazio, lo spettacolo teatrale per bambini intitolato “La Guerra dei Grandi”. Prodotto dalla compagnia Teatrificio22, è interpretato da Claudia Lerro e Simona Oppedisano (anche autrice) con la partecipazione di Gianluigi Belsito.

nn

All’interno di un’aula scolastica, con linguaggio semplice e chiaro, si ripercorrono tutte le fasi dell’emarginazione razziale, dai primi sentori dell’imminente tragedia fino all’emanazione delle leggi razziali in Italia.

nn

Al centro della storia, l’amicizia tra due compagne di scuola: una ebrea, l’altra cattolica. E di un maestro che fa da contraltare, mutando inesorabilmente atteggiamento nei confronti di entrambe. Ma sarà il punto di vista delle due ragazzine a diventare il fuoco della narrazione, attraverso il linguaggio tipico dell’età infantile: ludico, curioso, ingenuo, poetico, infine realistico.

nn

Lo spettacolo, distribuito dal Teatro del Viaggio, è strutturato sotto forma di lezione che coinvolge i piccoli spettatori come se fossero essi stessi nell’aula sulla scena, riportandoli con delicatezza all’atmosfera che si respirava nel periodo del Ventennio.

nn

Il 24 e 25 gennaio lo spettacolo è andato in scena al teatro Ugo Tognazzi di Velletri (Roma) mentre oggi, Giorno della Memoria, l'appuntamento mattutino è al Comunale di Corato.

n

venerdì 27 Gennaio 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 17:01)

Notifiche
Notifica di
guest
2 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
rosanna
rosanna
7 anni fa

Sempre ottime iniziative culturali che avvicinano i bambini e i ragazzi alla storia e alla cultura. grazie!

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
7 anni fa

Non certo questo tema, ma altri spettacoli o film, specie dagli anni ’70 in poi, hanno sempre voluto mandare dei messaggi: gli avvenimenti di un dato periodo appartengono esclusivamente all’atmosfera di quel periodo e di quel dato luogo dove essi si sono svolti, e non si possono ora commentare positivamente o negativamente ma solo raccontare e di loro dire il perché siano successi, e solamente colui che ascolta può, da solo e senza essere imboccato, dedurre se usarli come esempi da seguire o da condannare. Questa è la Storia non faziosa. L’altra, è quella “scritta dai vari vincitori”, e per questo non sempre attendibile. Se infatti gli sconfitti vincessero, i loro errori, considerati tali a posteriori, apparirebbero invece come scelte giuste.