La serata proposta dalla Junior Company del Milano Contemporary Ballet non ha deluso le aspettative e ha dato ancora una volta alla città di Corato la possibilità di essere orgogliosa del giovane coreografo Roberto Altamura.
Se da un lato le immagini provano a raccontare la potenza dei corpi che si lasciano trasportare dalla musica e trasmettono emozioni, dall’altra l’intervista ad Altamura fa spazio alla storia dello spettacolo e agli orizzonti desiderati.
Tre performance per un unico spettacolo
«La prima performance, “Entity”, è una coreografia di repertorio della Company Wayne McGregor di Londra, con cui collaboriamo.
“Tre di tre” è un mio progetto sulla musica di Vivaldi, una performance che porta in scena una danza fatta di respiri forza, delicatezza e ironia. Musica e fisicità si fondono per creare un movimento potente nervoso e dinamico.
Infine “Connections” è una coreografia mia e di Vittoria Brancadoro. È una ricerca di legami, intrecci, è l'utilizzo del corpo come una magnete in grado di attrarre e respingere. È uno spazio in cui attraverso esperienze, legami e relazioni, contatti, il corpo crea continue connessioni con se stesso e altri corpi».
Un progetto ambizioso
«È un progetto complesso, dedicato a ragazzi giovani. Sono tutti in formazione, hanno bisogno di fare esperienza, rapportarsi con il pubblico, hanno necessità di lavorare. Io ho avuto la possibilità di cominciare molto giovane, in un momento storico in cui con la danza si lavorava tanto e sui giovani si investiva di più.
Lo spirito di Milano Contemporary Ballet è esattamente questo: creare nuove possibilità. È stato un percorso difficile quello che ci ha portato fino a qui ma posso affermare con soddisfazione di aver raggiunto l'obiettivo, di esserne orgoglioso. È già il momento di porsi nuovi obiettivi.
Com'è stato portare lo spettacolo al teatro comunale del tuo paese?
«Emozionante, per diversi motivi. Sono nato qui, anche se il mio percorso mi ha portato lontano, e tornare in una veste diversa dal solito mi ha dato una grande motivazione. Questo è un progetto a cui tengo molto, siamo i primi in Italia a proporlo e questo crea moltissime aspettative da parte di tutti».
Quanti anni fa sei partito da Corato?
«Esattamente 15 anni fa. Ho sempre studiato danza sin da piccolo, a Corato, ho iniziato il mio percorso con Cristina Colonna.
L'esigenza di migliorare e di rendere questa passione un mestiere mi ha portato a Milano. Lì ho approfondito lo studio della danza classica e contemporanea, formandomi presso la Scuola Professionale Italiana Danza. Ho continuato la mia formazione a New York presso Merce Cunnigham Dance Company, e con i migliori docenti e coreografi europei e Italiani, mentre lavoravo come danzatore».
Cosa consiglieresti ai ragazzi che si avvicinano alla danza?
«Di studiare tanto, fare sacrifici, non aver paura di tentare e spingersi oltre i propri limiti, andare a teatro, guardare tanti spettacoli. Di cercare la motivazione giusta».