Spalla

Under 35, laureati e innovatori. Ecco i nuovi agricoltori di Puglia

Elena Albanese
La protesta di ieri dei giovani agricoltori
Coldiretti li definisce «pionieri, rivoluzionari e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri, perché dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione, ma una speranza»
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È nell’agricoltura il futuro di molti giovani pugliesi. Lo dicono le statistiche, che vedono nel 2017 il moltiplicarsi nella nostra regione delle aziende agroalimentari gestite da under 35 (+6,6% rispetto al totale); in particolare nelle province di Foggia (+6,5%, con 1713 imprese) e Bari (+7,2% e 2054 agricoltori in più nel primo semestre dello scorso anno).

Parliamo di 5544 imprenditori giovani e innovativi, i quali poco o nulla hanno a che vedere coi loro nonni contadini che lavoravano nei campi, se non condividerne le radici (è proprio il caso di dirlo) e l’amore per la (propria) terra.

In una sorta di ribaltamento generazionale, infatti, circa la metà di loro è laureata, molti sono contenti del lavoro fatto (74%) e si definiscono «più felici di prima». La loro scelta, lungi dal prototipo di famiglia che, dopo essersi “spezzata la schiena”, li vorrebbe tutti dirigenti dietro una scrivania, è apprezzata nel 57% dei casi da genitori, parenti, compagni e amici.

Sono loro la vera alternativa ai coetanei che nel 2007 l’allora ministro dell’Economia Padoa-Schioppa definì “bamboccioni”. Oggi, infatti, il 35% dei 30enni vive con la paghetta dei genitori, dei nonni e di altri parenti, che sono costretti ad aiutarli fino ad età avanzata. Se si considerano i giovani tra i 18 e i 34 anni, la percentuale sale addirittura al 55%.

Coldiretti definisce non a caso questi ragazzi e ragazze «pionieri, rivoluzionari e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri, perché dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione, ma anche una speranza rispetto ai tanti costretti a cercare lavoro all’estero».

Il problema, come al solito in Italia, è la burocrazia. Le lunghe procedure e le difficoltà per l’accesso al credito bancario, l’adeguamento alle norme sanitarie, a quelle per il benessere animale e alla condizionalità (rispetto per l’ambiente e salubrità dei prodotti), a detta dei protagonisti, sono i principali ostacoli al pieno sviluppo di attività imprenditoriali in quest’ambito.

Basti pensare che al bando per l’insediamento dei giovani in agricoltura, indetto nel luglio del 2016, sono giunte ben 5000 domande, che testimoniano la volontà di impegnarsi e investire nel settore. Dopo quasi due anni, alla chiusura, i fondi – destinati per buona parte ad altro – consentono di finanziarne solo 1000. Molti partecipanti, nel frattempo, si sono insediati ugualmente senza il paracadute dei soldi pubblici, dimostrando non poco coraggio.

E ieri hanno deciso di farsi sentire, protestando pacificamente sotto il palazzo dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia. Con cartelli e striscioni, ma anche simbolicamente con valigie e zaini, minaccia di una fuga in massa di cervelli – e in questo caso anche di braccia – che invece davvero tanto possono essere utili alla nostra terra.

martedì 20 Marzo 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 17:22)

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