Elezioni 2019

«Relazione, non competizione»: la “rigenerazione politica” parte da via San Benedetto

La Redazione
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Si sono posti questo obiettivo i 28 firmatari che ieri, per la prima volta, hanno dato appuntamento alla città per provare a creare «uno spazio di confronto costruttivo che diventa programma»
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Vogliono «rimettere in moto la città» partendo dalle «relazioni fra le persone». Si sono posti questo obiettivo i 28 firmatari che ieri, per la prima volta, hanno dato appuntamento alla città per provare a creare «uno spazio di confronto costruttivo che diventi programma» secondo Beniamino Marcone. Perché «noi coratini, soprattutto giovani, abbiamo qualcosa da proporre oltre che da lamentare» come auspica Flavia Ferrante. La volontà è quella di «sgomberare il campo dai professionisti dell’attività amministrativa e creare un nuovo punto di partenza, indipendente da ciò che è già avvenuto».

A siglare per prime «l’appello alla città» sono state le 27 persone radunate intorno ad un volto noto della città, Corrado De Benedittis, da decenni in prima linea per la difesa dei diritti degli ultimi. Non a caso subito dopo aver salutato i presenti il docente di storia e filosofia, ex responsabile cittadino della Caritas, ha ceduto il microfono a Daniela Manzitti: la mamma coraggio che fece arrestare suo figlio perché potesse iniziare un percorso vero di cambiamento, ha rappresentato «un pezzo di città che per tanti è invisibile, segnata dalla sofferenza, che merita di essere ascoltata».

«Negli ultimi mesi, in vista delle prossime elezioni amministrative – ha ammesso Corrado De Benedittis – molti mi hanno chiesto “che fai? scendi in campo?”. Devo essere sincero: a me quella metafora non è mai piaciuta. Posso dire, invece, che insieme ai tanti amici presenti oggi siamo sempre stati per strada, dentro i processi della città e del territorio. Non ce ne siamo mai stati chiusi dentro casa. In punta di piedi, e quando ci è stato chiesto, siamo entrati nella vita delle persone.

Abbiamo scelto di vivere questo primo incontro in un appartamento e non in una piazza proprio per dare un messaggio preciso: dobbiamo ripartire dalle nostre storie. Dobbiamo ripristinare le capacità di relazione, rispetto e confronto rimettendo al centro il Bene comune.

Siamo in un punto in cui è finita una lunga stagione, quella del governo del centrodestra. Non dobbiamo criminalizzare l’altro, anzi: credo si debba esprimere sentimenti di gratitudine per chi si è impegnato. Anche se non condivisa, la storia dell’altro va sempre rispettata. Troppo spesso si è bloccati in uno sguardo retrospettivo: ora invece è tempo di guardare avanti. Sono mesi che ci chiedono alleanze con portatori di voti: abbiamo detto “no”».

I primi firmatari. Oltre a Corrado De Benedittis ci sono Beniamino Marcone,nAntonella Varesano, Flavia Ferrante, Antonella De Benedittis, Martina Tatoli,nIvan Adduci, Miriam Scarpa, Anna Di Bari, Aldo Scarpa, Davide Scarpa, NatalenTarricone, Domenico Bucci, Francesco Di Tommaso, Roberto Ferrante, EliseonTambone, Valerio Olivieri, Riccardo Scaringella, Andrea Mastrototaro, AngelanLotito, Vito De Leo, Antonio Marcone, Michele Mintrone, Vito Di Chio, NunzianVaresano, Luca Lastella, Daniela Manzitti, Mariella Savino.

Cosa vogliono fare? Lo spiega Corrado De Benedittis: «restituire dignità. Ad una comunità prima di tutto, con i giusti spazi, con il riconoscimento dei diritti, nella dimensione pubblica vissuta nel segno del servizio e della gratuità verso i più deboli, verso chi non ce la fa. Corato da anni chiede un’indagine capillare su una specifica malattia: dobbiamo rispondere a questo bisogno di sicurezza e mettere al centro la qualità della vita dei cittadini.

Qualche giorno fa per strada ho incontrato un politico che mi ha detto che “non mi devo far vedere con gli immigrati perché fanno perdere voti”. A me non interessa. Quel mondo lo conosco in tutta la sua complessità e bellezza: in tanti anni abbiamo ridotto l’impatto, siamo intervenuti nelle situazioni di criticità spegnendo i conflitti lì dove stavano nascendo. Erano, e sono, le “guerre tra i poveri”. In tempi non sospetti abbiamo reso Corato una delle città più accoglienti: ieri mi ha fatto piacere leggere su CoratoLive.it che ci sono dei coratini che hanno guardato con dispiacere alla partenza dei migranti. Non ho nulla di cui vergognarmi, parto dalla consapevolezza di poter governare processi difficili e complessi come quello dell’immigrazione.

Insieme agli altri firmatari vogliamo vedere se ci sono le condizioni per avviare un percorso politico che vada verso le amministrative e metta insieme le persone. Puntiamo ad una politica rigenerativa. Il ‘900 è finito: oggi dobbiamo aprire il cammino camminando, non c’è la strada, la dobbiamo creare. La Costituzione ci indica i principi.

Di sicuro faremo una rivoluzione non violenta che parte dal linguaggio: vogliamo smilitarizzarlo, eliminando espressioni aggressive e violente. Tutto deve essere guidato dal rispetto, dalla moderazione, dall’equilibrio. Dobbiamo far capire che siamo signori dentro. Al posto di essere in competizione, ci sentiamo in relazione».

sabato 20 Ottobre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 6:38)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

La Costituzione di cui spesso si parla, è nata in un periodo sbagliato: la fine del Fascismo. Infatti è permeata di tanti buoni propositi, di utopie basate sul rispetto reciproco e sulla tolleranza, su un modo di vivere che di realistico non ha alcunché, sul principio di libertà assoluta, sulla divisione esasperata dei poteri e delle competenze, sui soli diritti. Gli unici doveri dei quali si parla sono quelli relativi alla solidarietà: praticamente è un trasformarsi in “diritti”, per chi deve ricevere tale solidarietà. Non mette in evidenza l'essenza dello Stato, il doverlo difendere da “qualunque” tipo di attacco gli venga fatto: praticamente è un annullamento del principio risorgimentale. Sarebbe andato bene così com'era: l'importante era che fosse un grande “contenitore assistenziale”.

Amedeo Strippoli
Amedeo Strippoli
5 anni fa

Senza fare divagazioni filosofiche sulla costituzione italiana, che per la quale sono morte decine di migliaia di persone, alla fine cosa si propone nientaltro che belle parole ed ottimi propositi che mi vedrebbero daccordo se non avessimo circa 2300 miliardi di debito. Debito generato proprio da quel buonismo smoderato e da quel assurdo assistenzialismo, proposto, malgrado tutto, ancor'oggi da una determinata forza politica. Per ridare dignità alla Città bisogna mettere in campo energie ed idee nuove, abbondonare il nepotismo, incoraggiare il merito, soprattutto andare alle urne per votare programmi fattibili (possibilmente con tanto di copertura finanziaria) e non le solite promesse irrealizzabili e non votare i soliti noti con la speranza, un dì, di avere qualche favore di ritorno.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

…su, Amedeo, datti tu da fare..! I principii che stanno alla base delle tue idee sono gli stessi che hanno animato ed animano la miriade di partiti che, proprio dopo la Costituzione, sono nati. Con che risultato? Le idee sono sempre belle: mancano poi, sistematicamente, gli uomini adatti per attuarle. Questa è l'amara verità. Ed il popolo si è ormai assuefatto a tale mancanza, e segue passivamente ogni tizio che lo stimola, con le chiacchiere, a votarlo. Infine: morire per un “ideale”? Tanti sono caduti, per ideali talvolta del tutto o in parte sbagliati…

Amedeo Strippoli
Amedeo Strippoli
5 anni fa

Per quanto riguarda, la sua frase : morire per un ideale. rispettosamente Le faccio notare che proprio grazie a quei Patrioti, di qualsiasi colore politico, che hanno combattutto per avere quel pezzo di carta chiamata Costituzione repubblicana; ora noi possiamo stare tranquillamente a disquisire liberamente, senza incorrere in nessun pericolo di sorta.