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Ventura sulla sfiducia non votata: «Scelta politica, mai detto di aver avuto minacce»

La Redazione
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Corato. Bocciata la mozione di sfiducia
Il consigliere Fabrizio Ventura torna sulla decisione espressa in consiglio comunale di non sostenere la mozione di sfiducia da lui stesso sottoscritta e ribadisce le motivazioni che, a suo dire, lo hanno indotto a cambiare idea
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«La mia è stata una scelta solo ed esclusivamente politica, non ho mai riferito di aver ricevuto minacce o ricatti, né, tantomeno, ho mai perseguito nella mia azione politica alcuna personale utilità».

Il consigliere Fabrizio Ventura torna sulla decisione espressa in consiglio comunale di non sostenere la mozione di sfiducia da lui stesso sottoscritta e ribadisce le motivazioni che, a suo dire, lo hanno indotto a cambiare idea.

Di seguito la nota integrale.

«Allanluce dell’inutile polverone sollevato e delle tante sconcertanti inesattezzensentite e lette all’indomani della mia recente decisione di non uniformarminalla posizione politica del gruppo consiliare, è opportuno fornire qualchenchiarimento che ponga fine all’onda lunga della menzogna, che ledenl’onorabilità personale e politica del sottoscritto.

Pernquanto possa non condividersi, non esiste, per Legge, alcun vincolo di mandatonche lega il consigliere comunale alla forza politica di cui è originaria espressione.nIl suo corollario è rappresentato dal diritto all’autodeterminazione di ogninsingolo consigliere comunale in relazione alle decisioni assunte nellonsvolgimento della funzione elettiva attribuitagli.

Questanè una delle più grandi conquiste della democrazia partecipata, consacrata nellanCarta Costituzionale.

Ciònsignifica che i consiglieri sono chiamati a rispondere “politicamente” delnproprio operato esclusivamente nei confronti dei cittadini, ed io,npersonalmente, non mi sono mai sottratto a questo confronto, proprio al fine dinveicolare ed esprimere nelle sedi istituzionali le questioni che riguardano lancollettività che sono chiamato a rappresentate.

Autodeterminazionensignifica semplicemente esercitare il diritto di discostarsi e dissentire dain“dictat” imposti dal gruppo politico, ma sempre osservando il massimo rispettonverso i cittadini.

Lenscelte politiche di questi giorni sono state frutto di una meditata riflessionenpolitica e personale, sollecitata dal progressivo scollamento dell’originarionprogetto politico che ha perso la sua originaria spinta innovativa e propulsivan(prova ne è il cospicuo venir meno del tesseramento dal 2013 ad oggi), ednulteriormente dimostrato dai toni adottati per contestare, (non piùnpoliticamente) le scelte non più allineate del sottoscritto, fino a trascenderennell’invettiva e nella denigrazione personale. Del progetto culturalenpurtroppo, senza timore di smentita, se ne sono perse le tracce ormai da tempo.

Comprendonbene che quando si verifica una frattura politica è molto più facile nasconderenla testa nella sabbia come gli struzzi e trasferire così le responsabilitànsull’altro, tentando di delegittimarlo per rivendicare una “patente dincorrettezza politica” fino ad individuarlo come il destinatario di invettive ednoffese personali, piuttosto che dedicarsi ad un’analisi politica seria chenpresupporrebbe il riconoscimento dei propri limiti d’azione, ma, ribadisco, ovenmai ce ne fosse bisogno, che non ho mai riferito di aver ricevuto minacce onricatti, né, tantomeno, ho mai perseguito nella mia azione politica alcunanpersonale utilità, come, in entrambi i casi, falsamente riportato neincomunicati apparsi sulla stampa locale.

Lanmia è stata una scelta solo ed esclusivamente politica, condivisibile o meno,ncriticabile o meno, maturata alla fine di un’attenta e sofferta riflessionenpersonale ed è falso che sia nata improvvisamente come un fulmine a ciel serenonpoiché già con un messaggio nella chat del gruppo, in tempi non sospetti,nconfermavo le mie forti perplessità circa la scelta di una mozione di sfiducia,ncosì come peraltro ho avuto già modo di affermare e spiegare nelle sedinopportune. Dubbi che, evidentemente, non sono stati ritenuti meritevoli dinapprofondimento dal gruppo politico di riferimento.

Ilnmio impegno prosegue con rinnovato vigore. Forse più difficile del previsto, manquesto non mi spaventa. E sarà sempre orientato, come lo è stato fino ad ora,nsolo ed unicamente al bene della mia Città che mi onoro di rappresentare.

Chiaritanl’integrità della mia onorabilità politica, mi riservo di valutare la migliorentutela della mia onorabilità personale e professionale nonché delle persone chenmi sono accanto».

giovedì 25 Gennaio 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 20:52)

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 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

In attesa dell'inevitabile replica del gruppo di appartenenza di Fabrizio, noto, da parte sua, un'enfatica esaltazione della più grande sciocchezza scritta nella Costituzione: il non vincolo di mandato. Si fa appello ai cittadini: ma se essi hanno votato uno schieramento politico, si aspettano che tutti gli eletti si uniformino, pena l'anarchia e l'indisciplina, alle decisioni maggioritarie prese dai componenti di tale schieramento. Libertà di decisione? Ben venga. Ma ad essa devono seguire le definitive dimissioni della persona, e non la incoerente continuità, nel fare politica sotto altre bandiere o da “pensiero libero”.

falco m.
falco m.
6 anni fa

Sia per il problema attuale o altro che il Sig. Ventura sappia che gli elettori non danno un ASSEGNO IN BIANCO all'eletto , in caso di disaccordo con la MAGGIORANZA dello schieramento politico di appartenenza il buon senso domanda di consegnare le demissioni

Giò Gatto
Giò Gatto
6 anni fa

Ma lasciatelo in pace! La pietra scagliatela contro voi stessi…che qua il più pulito…………

Amedeo Strippoli
Amedeo Strippoli
6 anni fa

Stavolta, Sig. Di Gennaro mi permetta di dissentire: siamo in democrazia e in democrazia c'è libertà di pensiero e parola. Quindi, se il Sig. Ventura ha preso una decisione, a mio modestissimo parere saggia, la deve mantenere fino alla fine.

 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

Gentile Amedeo, rispetto il parere altrui. La mia troppa intransigenza mi fa notare, a tale proposito, lo stridore tra due posizioni contrastanti, prese in breve tempo. Forse, anzi, sicuramente, la coerenza è un'arma a doppio taglio: da un lato ti fa sentire il “paladino della serietà”, dall'altro ti vincola moralmente in situazioni spesso critiche. Non pretendo, comunque, di essere il “verbo”… Sono però lusingato da un fatto: forse un “cicinin” (“poco poco”, in milanese) di merito, riguardo all'alto numero di commenti che giornalmente si registrano su Coratolive, è anche mio. Fosse solo per il fatto che spesso, si rivolgono giustamente critiche ai miei commenti. Evviva comunque il dialogo, in questa società assai restia a parlare… Cordialità.