Politica

La strategia politica e la vita reale si sono perse per strada

Vincenzo Pastore
close
Mazzilli si dimette
C'è da chiedersi quanto quello che sta accadendo al Comune sia connesso con l'umore del Paese, in un clima continuo da campagna elettorale
5 commenti 2025

«Ho lanciato questo messaggio, che questo messaggio venga colto», dichiara Massimo Mazzilli ai giornalisti al termine della conferenza stampa in cui ha annunciato di aver presentato le dimissioni. È il nuovo capitolo della crisi amministrativa apertasi a fine novembre con la fuoriuscita del Movimento Schittulli dalla maggioranza di governo.

La strategia del sindaco è inappuntabile: presentarsi dimissionario al prossimo Consiglio comunale (la data verrà decisa nella riunione dei capigruppo di stasera, ndr) in cui sarà discussa la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione a cui si sono aggiunti i consiglieri schittulliani (Filomena Maldera e Massimo Torelli). In questo modo il primo cittadino mette l’Aula con le spalle al muro, “scaricando” le responsabilità di un’eventuale caduta alla sede istituzionale deputata per eccellenza, il Consiglio appunto. Ma non solo. Così agendo Mazzilli prende tempo, come previsto dall’art.53 del Testo Unico degli Enti Locali che lascia venti giorni di termine (a partire dalla presentazione delle dimissioni in Consiglio comunale) al sindaco e alla sua maggioranza per trovare una soluzione. Per confermare le dimissioni o ritirarle.

Fin qui il politichese, quel linguaggio così caro agli addetti ai lavori e ai peones di Palazzo che tende a rendere impermeabile anche il lessico alla collettività. «Se andiamo a casa, perde la città, non perdiamo noi», puntualizza in conferenza stampa sancendo involontariamente questo scollamento tra la classe dirigente e la cittadinanza. Come se gli amministratori pubblici provenissero da una realtà aliena.

Ma c’è da chiedersi quanto quello che sta accadendo al Comune interessi e incida davvero sulla vita reale del paese. Quanto le beghe interne alla maggioranza siano connesse con il cosiddetto “uomo della strada” (e lo siamo un po’ tutti noi), quello che va al mercato, quello che ha difficoltà ad arrivare a fine mese, quello bersagliato da tasse e scadenze di pagamento, quello oggetto del mercato delle vacche di questi ultimi giorni nella campagna elettorale nazionale.

Mazzilli assicura che ha il polso della situazione, avendo ricevuto più di un incoraggiamento ad andare avanti (a corredo di ciò, posta su facebook e instagram uno screenshot di un messaggio su whatsapp, reso anonimo, in cui si assicura “tutto il nostro sostegno”). D’altra parte è stato eletto con lo slogan del “So come” e ha, pertanto, le competenze necessarie per sbrogliare questa ingarbugliata matassa.

«Non ci sono motivazioni politiche, solo personali, è stato un tradimento, un voltafaccia», ripete più volte il sindaco, anche quando gli si chiede quali siano davvero queste ragioni politiche. Il riferimento al Movimento Schittulli è chiaro, ma sarebbe opportuno conoscere quali siano realmente i motivi che hanno portato gli schittulliani a ritirare l’appoggio alla maggioranza. Un appello da indirizzare sia al sindaco che a quest’ultimi.

Finora permane il solito clima nebuloso da Prima Repubblica, quel detto non detto in attesa che il messaggio buttato nella mischia sia raccolto da chi di dovere nel prossimo Consiglio comunale. Ovvero, i tre consiglieri presunti ago della bilancia: Franco Caputo, Pino Roselli e Giuseppe Di Tria.

Nello scenario che la mozione di sfiducia venisse respinta, che cosa davvero cambierebbe in questo ultimo anno che ci separa dalla fine naturale della consiliatura? Quale sarebbe il reale messaggio che verrebbe trasmesso alla cittadinanza? Il rischio “tirare a campare” in attesa del nuovo giorno sarebbe evidente. Nell’ipotesi contraria, con la conseguente caduta dell’amministrazione e l’arrivo del commissario prefettizio, si spalancherebbero le porte di una ulteriore campagna elettorale, non bastasse già quella per le elezioni politiche del 4 marzo. Solo in questa occasione, forse, sarebbe data al paese la possibilità di conoscere, in un rimpallo di responsabilità, in un clima da “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, le ragioni autentiche di questa crisi amministrativa che ha molto di politico e poco di reale.

In questo caso, se Mazzilli dovesse ricandidarsi, il cerchio sarebbe chiuso: per un curioso dejà vu, si presenterebbe in campagna elettorale “vittima” delle manovre di Palazzo, le stesse sollevate dall’ex sindaco Renato Bucci nel 2014, dopo la fine del suo governo a causa delle dimissioni di 13 consiglieri di centrodestra ai tempi dell’”anatra zoppa”. Così come 13 sono, almeno sulla carta, i consiglieri che sorreggono ancora l’attuale amministrazione. Quelle firme furono protocollate dall’allora portavoce del centrodestra, Massimo Mazzilli. Era un 12 anche quel giorno, nel novembre 2013.

venerdì 12 Gennaio 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 21:34)

Notifiche
Notifica di
guest
5 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

…stessi volti, stessi risultati… Se andassi al potere, una delle prime cose che deciderei, sarebbe il divieto assoluto di rieleggibilità.

Gaetano Bucci
Gaetano Bucci
6 anni fa

A poche ore dalle dimissioni del sindaco Mazzilli giunge per la penna di V. Pastore una acuta analisi giornalistica.
Il focus è quello dello scollamento tra il palazzo e la città. Per mostrarlo Pastore fa una disamina comparativa degli ultimi accadimenti con quelli più lontani. Egli fa anche ipotesi sulla tattica e sulla strategia futura di Mazzilli.
Personalmente, riterrei di dire che sia sul piano psicologico che su quello politico Mazzilli non abbia grandi certezze.
La crisi solo occasionalmente è provocata dai due schittulliani, che peraltro non inficiano la maggioranza, se non ci fosse altro.
È questo altro, molto ricco e vario, che ancora non viene fuori.
Insomma, fra città e palazzo oltre che due mondi e due lingue, ancora molta nebbia.

 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

A C. Tarricone, che giustamente mette in risalto le difficoltà nell'amministrare una città, non posso che ribadire il mio concetto: dato che nessuno obbliga qualcuno a gestire un paese, dovrebbe toccare un po' a tutti l'onere di farlo: solo così si apprezzerebbe il lavoro di un amministratore. Se invece a farlo è sempre lo stresso ristretto gruppo di persone, è facile poi ricevere, assieme ai complimenti, anche le proteste.

 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

Gentile C, la tua simpatica “provocazione” mi lusinga, e ti ringrazio per la fiducia. Non mi sono mai candidato a posti di responsabilità: forse non mi sento all'altezza. L'unico mio tentativo è stato quello di creare un soggetto politico meridionale, però non ho avuto credito per i motivi che in altre occasioni ho avuto modo di elencare, primo fra tutti, la riluttanza in politica della gente del sud. La politica per mestiere, specie a livello centrale, ha costituito sempre un fatto negativo: è assurdo vedere, alla tv, sempre le stesse persone, che ormai non hanno assolutamente più nulla di nuovo da dire. Occorre spronare i giovani, dando loro credibilità, affinché si impossessino del loro futuro. Comunque, ci penserò, sull'opportunità di presentarmi… Sincere cordialità.

IL CAVALIERE OSCURO
IL CAVALIERE OSCURO
6 anni fa

Se riesco a nascere di nuovo, farò il politico…..è bello mangiare TUTTO gratis