Politica

Sinistra Italiana Corato spiega il “no” al referendum

La Redazione
Referendum costituzionale
Interverranno Corrado De Benedittis per il Comitato unitario per il "no" Corato, l'avvocato Renato Bucci, l'On. Annalisa Pannarale di Sinistra Italiana
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Oggi alle 18 il cinema Elia ospita un incontro pubblico promosso da Sinistra Italiana Corato.

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«Difendere la Costituzione significa dire a Governo, banche e burocrati europei che la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori italiani non è in vendita» scrivono gli organizzatori.

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Interverranno Corrado De Benedittis per il Comitato unitario per il “no” Corato, l’avvocato Renato Bucci, l’On. Annalisa Pannarale di Sinistra Italiana.

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Coordina l’appuntamento Carlo Colonna per Sinistra Italiana Corato.

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mercoledì 30 Novembre 2016

(modifica il 23 Luglio 2022, 20:58)

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roberto colonna
roberto colonna
7 anni fa

Accadde con Berlinguer: le persone “intelligenti” si innamorarono del Manifesto; è accaduto con Prodi: le stesse persone “intelligenti” seguirono Bertinotti; accade con Renzi: “intelligentemente” si prende un’altra direzione. Potremmo ascoltare valentissimi costituzionalisti, politici degnissimi esporre validissime argomentazioni a favore del SI o del NO. Ma ancora una volta a danno di un’ipotesi di cambiamento, di progresso, di sviluppo si schierano questi “intelligenti” signori pronti a regalare il nostro Paese alla destra, ai grillini, a quelli che votano “con la pancia”. Spero non accada ancora una volta.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
7 anni fa

Fino a quando non ci sarà una “qualificazione” del voto, ossia un semplicissimo sistema per controllare se chi va a votare e decidere per gli altri, abbia una benché minima liceità per farlo, io non entrerò più in una sede elettorale, visto che l’esprimersi di una qualsiasi persona cosciente, in qualunque modo essa voti, deve essere poi annullato o rafforzato da gente che non sa nemmeno di che cosa si stia parlando. Ma se dovessi votare per il referendum, sono per il “si”, e la motivazione si fermerebbe alla sola “idea del cambiamento”: non me la sento, anche se ben preparato in politica (ho sempre una laurea in materia) di dire che gli altri che la pensano diversamente da me siano degli imbecilli o degli impreparati. Questo è un modo di pensare da “anni ’70/80”: solo che allora, a chi si discostava dalla ideologia imperante e dilagante, si dava anche del “fascista”.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
7 anni fa

Sono stato intempestivo stamane nell’usare la forma verbale dell’imperfetto (si “dava” del fascista), quando ho letto sul “Corriere” l’affermazione di un giudice, che usa tale verbo al presente, e l’irrisione nei confronti di Zanardi, che vota “si”: vorrei conoscere tale giudice, della classe probabilmente formatasi sotto “Mazinga” e “Rambo”, e chiedergli se conosca almeno il “perchè” della nascita del Fascismo. E me lo immagino, a scuola, aizzare i compagni alla ribellione e offendere pesantemente chi non fosse d’accordo con lui: nulla, purtoppo, è stato fatto per migliorare e far maturare gli italiani, in questi decenni, perchè non abbiamo avuto mai uomini politici degni di rispetto. Ma questo “passa il convento”. E noi, in fin dei conti, siamo di gusti assai frugali…