Politica

Mazzilli minaccia: «Se nel prossimo Consiglio non verrà eletto il presidente, mi dimetterò»

Vincenzo Pastore
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La replica del consigliere Di Tria al sindaco Mazzilli: «Non ho boicottato Salerno»
L'annuncio choc è arrivato questa mattina direttamente dal sindaco. Dito puntato contro i quattro "franchi tiratori" che hanno boicottato l'elezione di Salerno. A parte Roselli, Mazzilli ha accusato anche Pippo Di Tria
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«Se nel prossimo consiglio comunale non verrà eletto il presidente, mi dimetterò».

L’annuncio choc è arrivato questa mattina direttamente dalle parole del sindaco Mazzilli, durante una conferenza stampa lampo convocata dopo la bufera seguita al consiglio comunale di ieri, in cui la maggioranza di centrodestra si è spaccata, non riuscendo ad eleggere il presidente del consiglio, individuato nel nome di Ignazio Salerno.

Il prossimo consiglio comunale si terrà sabato 19 luglio, alle 9.30. E’ stato lo stesso sindaco a confermarlo durante la conferenza.

La fuoriuscita di Pino Roselli da Forza Italia era stato solo il primo campanello d’allarme: nella votazione finale, alla maggioranza mancavano altri tre voti, oltre a quelli del “dissidente” Roselli.

Da ieri sera si sono susseguite le ipotesi e le indiscrezioni sugli altri tre consiglieri di centrodestra che non avevano votato Ignazio Salerno alla presidenza. Uno dei nomi lo ha fatto direttamente Mazzilli: Pippo Di Tria, eletto tra Fratelli d’Italia e poi passato nel Nuovo centrodestra. Ad avallare questa tesi, ci sarebbe una scheda che il sindaco mostra in conferenza stampa: un bigliettino elettorale, stampato in tipografia, in cui viene data precisa indicazione di voto disgiunto, con una preferenza come consigliere a Di Tria e una come sindaco a Renato Bucci.

«Di Tria è fuori dalla maggioranza», è stato il messaggio con il quale Mazzilli ha silurato il consigliere. Lo stesso Di Tria, presente inizialmente in conferenza stampa, ha smentito le pesanti dichiarazioni del primo cittadino, parlando con i giornalisti a margine dell’incontro: «Ho votato Salerno presidente, non sono tra quelli che hanno votato scheda bianca. E quel facsimile di scheda elettorale non è stata realizzato da me, ma da qualcuno che l’ha fatto senza che io ne fossi a conoscenza».

Intanto, proprio dopo il consiglio di ieri, c’è stata una riunione con tutti i consiglieri comunali di centrodestra, alla presenza della Giunta e dei segretari di partito. «Ho chiesto che nel prossimo consiglio, per andare avanti, si voterà Salerno, come da accordi presi. Ci devono stare i numeri per questo, al netto delle posizioni già acclarate, voglio sperare che si siano sbagliati e che gli accordi presti restino». Un documento, quindi, firmato dai consiglieri di maggioranza, anche dai franchi tiratori di ieri: una sorta di conta interna preludio a quello che accadrà sabato mattina.

Espressione del viso provata, tono serio e deciso, il sindaco aveva subito sottolineato in conferenza stampa la gravità della frattura consumata in consiglio comunale. Accanto a lui c’erano l’intera Giunta, ad eccezione dell’assessore Perrone, e alcuni consiglieri di maggioranza. «Quello che è accaduto ieri sera è opportuno che la città lo sappia, sono beghe che non riguardano noi ma tutta la città. Sono sereno e motivato».

Mazzilli scandiva poi i vari passaggi che hanno determinato l’individuazione del nome di Ignazio Salerno alla presidenza: «Abbiamo fatto incontri con le segreterie dei partiti, quasi sempre alla presenza dei consiglieri eletti. Queste riunioni sono durate poco, con toni cordiali e massima serenità. Tutti gli accordi sono stati sempre presi anche alla presenza dei consiglieri, nulla è stato calato dall’alto, tutta condivisione. Avevamo e abbiamo venduto alla città un prodotto Doc o Dop, nel senso che avevamo assicurato capacità nel fare, una coalizione forte e coesa, un programma serio».

L’ultimo tavolo di coalizione si è tenuto prima del consiglio di ieri: «Ho riunito tutti i consiglieri di maggioranza e la giunta comunale per dire “ragazzi, siamo pronti, andiamo!”. Attenzione solo a una cosa, ho riferito loro: c’è un consigliere di Forza Italia che ha manifestato a questo momento un’incertezza se continuare su questa strada, far parte di Forza Italia o fare altre cose. E una possibilità, è opportuno che la sappiate, “ragazzi se capita facciamo squadra, uniti”, mi sono raccomandato».

Nei confronti di Pino Roselli, il sindaco esprimeva tutta la sua delusione umana, prima che politica: «Non ci siamo mai scontrati, lo reputo un amico. Nei giorni precedenti al consiglio avevo avuto sentore da altri, non da lui, delle sue incertezze, l’ho chiamato e mi ha detto che stava riflettendo. Poi non si è presentato alla riunione di maggioranza prima del consiglio».

E’ stato proprio l’intervento, letto da Roselli in Aula, ad aver amareggiato Mazzilli: «Quando ha preso la parola, non ha fatto un discorso a braccio ma era scritto, allora lì viene tradita l’amicizia e la sensibilità, l’essere uomini. Vedremo ora quello che farà».

Messa da parte la decisione di Roselli, Mazzilli si scagliava contro gli altri tre consiglieri che non hanno votato Salerno. Ed ecco il coup de théatre: una scheda elettorale, sbattuta violentemente sul tavolo della sala verde, con la presunta prova a carico di Di Tria. Un’indicazione di voto disgiunto.

«Prego, avvicinatevi, guardate pure voi. L’ho raccolta io nei pressi del Fornelli il giorno delle votazioni e non ci volevo credere. Allora qui accade che un consigliere per opportunità si va a collocare in un partito sul quale si era fatto il quorum, ovvero Fratelli d’Italia guidato da un segretario (Vincenzo Quinto, ndr) che mi ha manifestato e mi manifesta tuttora il suo appoggio.

Di Tria si fa i conticini, viene eletto e ancora prima di essere proclamato dichiara di passare a Ncd. Alla città va dato anche questo:  posizioni,  situazioni,  prese di distanza,  ambizioni personali non ce ne sono. Noi abbiamo un mandato di fronte alla città, tutta. Di Tria è evidentemente fuori dalla maggioranza, Roselli vedremo».

In quegli attimi, lo stesso Di Tria cercava di raggiungere gli altri consiglieri e il tavolo da cui stava parlando Mazzilli ma veniva fermato da Pasquale Pomodoro: «Statti là, statti là per cortesia» rimbrottava a muso duro il capogruppo di Forza Italia.

«L’impegno assunto verso la città esige unità di intenti e chiarezza di comportamenti: quest’amministrazione comunale, che ricevuto tutta intera il mandato dai coratini, ha un senso ed un futuro se resta salda. Non a tutti i costi si deve andare avanti se mancano tali presupposti , diversamente ci fermeremo», dichiarava il sindaco, prima di ricordare la scadenza amministrativa di approvazione del bilancio e alcuni provvedimenti in cantiere come, ad esempio, la costruzione della scuola “Giovanni XXIII” dopo lo sblocco dei fondi del ministero dell’Economia.

Sabato, dunque, sarà un giorno di non ritorno: «Vedremo cosa accadrà, la città deve avere risposte immediate, se uno è convinto di aver fatto una determinata cosa ieri la ribadirà in Aula. Se invece si è sbagliato, si riprenderà sabato», concludeva Mazzilli.

Pochi minuti dopo, proprio Pippo Di Tria si fermava a parlare coi cronisti, raggiunto nei pressi dell’uscita di via Verdi: «Ho sempre appoggiato il candidato sindaco Mazzilli, il voto disgiunto c’è sempre stato ma non c’entro nulla con quella scheda, ho saputo a ridosso delle elezioni che qualcuno aveva operato così e ho avvisato il segretario Quinto. Ho votato Salerno e ho firmato quel documento di ieri sera. L’unica cosa che mi sono permesso di dire ieri è stata: valutate se c’è qualcosa che non va, prima di scaraventarvi sulle persone. Io sono nuovo della politica ma mi rendo conto che ci sono dei giochi strani che a me non piacciono perché sono diverso».

Mazzilli l’ha messo alla porta dalla coalizione di maggioranza: «L’ha detto lui, io non l’ho mai affermato. Vedremo cosa hanno intenzione di fare, io sono uomo di centrodestra, poi loro mi vogliono mettere fuori, emarginare, non lo so».

E alla domanda precisa se sabato voterà Salerno in consiglio, Di Tria rispondeva: «Certo, come tutti… hanno raccolto questa firma, ora è chiaro che vanno analizzate tutte queste cose per onore di coscienza».

martedì 15 Luglio 2014

(modifica il 25 Luglio 2022, 21:21)

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Antonio Papagni
Antonio Papagni
9 anni fa

Peccato per questa falsa partenza. Sarebbe stato un segno di vero cambiamento se, vista la situazione delicata della città e del paese, la maggioranza avesse concordato la sua scelta e non semplicemente “notificato” alla minoranza la propria decisione. E’ il caso a questo punto di offrire alle opposizioni una alternativa valida e convincente e raggiungere un onorevole accordo.
Il Presidente del consiglio comunale è una figura di garanzia per tutti (specie per le opposizioni) e quindi dovrebbe essere espressione del più vasto consenso e quindi la sua elezione non dovrebbe costituire l’occasione per delineare il primo e forse più sterile dei terreni di scontro tra fazioni (interne e trasversali), di chi a parole ha promesso di dialogare e lavorare per cercare, nell’interesse generale, soluzioni condivise ma che già sta dando deludente prova delle sue reali intenzioni.

che confusione
che confusione
9 anni fa

Caro sig. Sindaco, come si dice, siamo alle solite… Con la sua minaccia di dare le dimissioni sta cercando di spaventare i pargoli, quindi in poche parole se volete il gioco (..di potere!!) si deve fare come dice il CAPO!!! :-O :-O Se la scelta di Salerno fosse stata davvero concordata in modo democratico, come LEI sostiene, non stareste ad affrontare una figuraccia come quella fatta con lo scorso presidente, alias Caputo!!! Il problema è che sono stati promessi tanti assessorati, promesse ovviamente disattese… Le faccio presente che c’erano candidati che un mese prima delle elezioni già sapevano di fare l’assessore alla Polizia Municipale, cosa che in realtà non è avvenuto e da lì di contro ci sono i voti che le mancano alla elezione di Salerno… Mi auguro che possiate riparare a questa rottura per il bene di noi elettori e soprattutto CONTRIBUENTI! Saluti

coratino
coratino
9 anni fa

Bene fa Massimo a parlare chiaro. Le cose o si fanno bene o non si fanno. Se si vuole governare lo si fa tranquillamente. Senza ricattucci o personalismi.

sother
sother
9 anni fa

..d..i..m..i..s..s..i..o..n..i… Ma, è un neologismo…?

daniela zeta
daniela zeta
9 anni fa

Incominciamo bene…cioè, ancora dobbiamo cominciare??? Bene…benissimo

mariol1962
mariol1962
9 anni fa

E che modi sono questi, o si elegge Salerno presidente nel prossimo consiglio o mi dimetto e che ricatto è mai questo,di che politica stiamo parlando,abbiamo ancora a che fare con la politica fatta nelle segreterie dei partiti ,io dico ai dissidenti di andare avanti con le loro idee senza avere paura dei ricatti..

frena
frena
9 anni fa

Ma come Roselli ha fatto il damerino con il senatore e ora cambia rotta. Non cisi accontenta mai, la sete di potere è sempre l’obiettivo primario. Complimenti!

frena
frena
9 anni fa

stam tutt a chiang