Cultura

Verso Sud Festival, il territorio si rigenera con la poesia e l’arte pubblica. Tutto il programma

La Redazione
Verso Sud Festival
Per le vie del centro storico di Corato ci saranno mostre, spettacoli teatrali, la realizzazione di opere di arte pubblica, laboratori didattici, reading di poesia, performance e concerti fino a notte fonda
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Restituire valore culturale e simbolico ai luoghi attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea. Proporre una diversa narrazione del Sud che faccia perno sulle realtà innovative, sulle prospettive di cambiamento.

Frutto di una produzione artistica innovativa e interattiva, “Verso Sud” – festival di arte pubblica e arti performative, organizzato dall’Associazione culturale Lavorare Stanca, con il sostegno del Comune di Corato e della Regione Puglia – nella sua terza edizione in programma dal 12 al 16 settembre 2018 nelle piazze e nel centro storico di Corato svilupperà il tema “La cura”, seconda parte di un trittico partito dal tema de “l’abbandono”.

Una visione che nasce dall’idea di “curare un territorio”, rigenerandolo non solo esteticamente, attraverso il sapiente intreccio di poesia, teatro, musica, arti visive e performative, ma anche e soprattutto umanamente. E sperimentare nuove forme di trasversalità culturale, per “coinvolgere e sconvolgere il pubblico, stimolare il dialogo tra artisti e territorio, tra forme d’arte e luoghi”.

Il tema della “cura”, sarà sviluppato secondo cinque sguardi, uno per ogni giornata: il silenzio, l’oscurità, la luce, il corpo, l’amore. Per le vie del centro storico di Corato, eletta idealmente a “capitale nazionale della poesia” ci saranno: mostre, spettacoli teatrali, la realizzazione di opere di arte pubblica, come nel caso di “street art e santità” che condurrà alla realizzazione della prima edicola votiva contemporanea, interpretata in chiave moderna; e ancora laboratori didattici; reading di poesia, performance e concerti fino a notte fonda. E tra i momenti più attesi di Verso Sud c’è sicuramente la presentazione del nuovo lavoro di Claudia Fabris, Hombre, un percorso fotografico, video e performativo che ribalta la percezione dell’ombra come luogo della rivelazione. L’artista alias “La Cameriera di Poesia”, nella notte di sabato porterà nuovamente in città anche il suo servizio di poesia in una grotta.

Grande attesa anche per la partecipazione del trombettista Fabrizio Bosso, per gli spettacoli teatrali Purgatorio di Babilonia teatri, il Cantico dei Cantici di Roberto Latini, Murgia di Michele Sinisi, il polistrumentista Giovannangelo De Gennaro, l’orchestra elettroacustica Oeoas, con 60 musicisti provenienti da tutta Italia diretti dal maestro Elio Martusciello, i laboratori didattici di Controra – piccola scuola naturale.

Un Festival fondato sull’arte pubblica e sulla poesia, “capace di sanare le ferite e aprire lo sguardo”, come ha già fatto con successo nella campagna “Un Paese adotta un poeta”, con cui la comunità del festival ha raccolto i fondi per garantire ad un poeta in condizioni di indigenza, una sorta di “pensione di genialità”, un minimo indispensabile per la sua sussistenza e per permettergli di dedicarsi alla poesia. E il poeta Paolo Maria Cristalli ha ricambiato, dedicando ad ogni sostenitore una poesia, trascritta sui muri del centro di Corato.

«Salvare anche solo un poeta, simbolicamente significa salvare la poesia – Spiegano Giuliano Maroccini e Luigi Piccarreta, i due trentenni ideatori del progetto Verso Sud – Permettere alla poesia di esistere al di là delle sue costrizioni imposte dalla contingenza. Non è puro assistenzialismo: significa stimolare la coscienza, dire che il suo affare, la sua sofferenza ci riguarda tutti, ci riguarda la sofferenza della parola, la sofferenza della poesia, di quel “mucchietto di neve in un mondo col sale in mano”, come dice Franco Arminio».

Quello di Lavorare Stanca, associazione ideatrice di Verso Sud, non è il progetto di un festival fine a se stesso, ma una provocazione culturale che consacra «il primato della percezione, non dell’opinione» che vorrebbe attivare piccoli sconvolgimenti interiori e collettivi, per oltrepassare la dimensione dell’effimero, dell’intrattenimento, e riaffermare la centralità della cultura nei percorsi di rigenerazione economica, estetica e sociale dei territori. Sempre nella consapevolezza che «da Sud possono partire nuovi sguardi, altri respiri».


Tutto il programma

9 SETTEMBRE ANTEPRIMA
Larghetto Mastrosanto – ore 16.30
Il Caffè della controra: Verso sud festival – la cura con: Giuliano Maroccini, Luigi Piccarreta, Massimo Mazzilli, Claudia Lerro
presentazione del progetto alla città
a seguire: pallavolo con il sindaco

Largo Aregano – ore 20.00
Per il figlio. Inaugurazione installazione site specific di Luisa Terminiello

Per il figlio
Dai figli che siamo al figlio che faremo ‘’ Per il Figlio ‘’ è il titolo e la dedica di un percorso fatto di installazioni ambientali nato da una riflessione su ciò che stiamo costruendo, demolendo, lasciando, nel tempo che abitiamo.

Bio
Luisa Terminiello classe 1992, affronta e percorre la scelta di un percorso autodidatta usando la fotografia come primo strumento per l’indagine del sé e dello spazio. Da qui un percorso che dalla fotografia intesa come rappresentazione di un istante unico porterà ad un avvicinarsi naturale all’installazione ambientale, così da integrare il primo linguaggio con in secondo, coerenti nella firma e in una continua scarnificazione di chiave estetica e simbolica.

Largo Aregano – ore 21.30
El Ruido de las Cosas
Concerto di Santiago Cordoba

El Ruido de las Cosas è un progetto caleidoscopico che mescola diversi strumenti a percussione, loops, piano, chitarra e oggetti di natura. La sua musica, ben strutturata, pensata, ma che anche sorprende con rotture e cambi improvvisi, abbraccia con una eleganza raffinata un universo di suoni intensi e memorie dimenticate.

Bio
Santiago Cordoba (Buenos aires 1985). Compositore, polistrumentista, inizia la sua carriera con il gruppo Violentango, band internazionale nel panorama del Nuovo Tango Argentino. Con 6 album alle spalle e più di 50 concerti tra L’America Latina e l’Europa, partecipa ai festival più rilevanti della scena musicale. Nel 2016, inizia il suo progetto da solista pubblicando il primo album “Corso”, un progetto intimo che raccoglie tutte le suggestioni maturate nei più di 10 anni di esperienza musicale. Un progetto caleidoscopico che mischia insieme diversi strumenti a percussione, loops, piano e chitarra.

MERCOLEDÌ 12nSETTEMBRE: IL SILENZIO
(largo abbazia) dalle ore 20.30
-termìa. Il respiro degli inconsistenti
Inaugurazione mostra personale di Fabrizio Riccardi
L’arte ha bisogno più dell’innocenza che dell’esperienza. Non la verginità, non la sana scemenza, ma la nudità, la sospensione dello sguardo, l’anonimato, l’oblio. Le opere di Riccardi sono acropoli del ricordo, un tempio di macerie, ricordo sbiadito e impersonale, intimo sentiero del rimosso. L’insieme delle carte qui esposte ha un odore più che una consistenza, il minimo comune denominatore è uno struggimento senza ragione, un sussulto di malinconia pacata. Riccardi apre il baule della nonna, l’armadio che sa di naftalina e tira fuori una serie di figure dai tratti imprecisi: parenti lontani, consanguinei ma sconosciuti e al tempo stesso presenti e vividi hic et nunc, qui e ora, senza esserlo stati mai.

Bio
Fabrizio Riccardi nasce a Corato il 14 Giugno del 1993. Comincia la propria formazione artistica presso l’Istituto Statale d’Arte di Corato (BA), dove frequenta il corso sperimentale ‘’Michelangelo’’, indirizzo Ebanisteria. Nel 2011 frequenta la Bottega dell’artista Gregorio Sgarra, figura chiave per il proprio percorso artistico e da lì prende avvio la sua carriera personale.

Covarianze – Pier Alfeo
Hybrid set – performance sonora

Bendarsi per poi vedere. Alla successione degli eventi sonori è necessario un cambiamento di stato, le tensioni sono destinate al rilassamento per poi divenire nuovamente eccitazione e viceversa. Tali condizioni creano dipendenza reciproca: le compressioni e le rarefazioni s’influenzano tra loro condizionando l’andamento. Le sonorità elettroacustiche ed elettroniche si susseguono sfiorando le frontiere del rumorismo, del field recordings e della drone-ambient music ; gesti e sfondi sonori coesistono, dialogano, raggiungendo dimensioni immersive.

Bio
Pier Alfeo classe ‘85 è un compositore di Musica Elettronica ed Elettroacustica, sperimentatore e ricercatore sonoro. Live Electronics Performer e Sound Designer nato come autodidatta ed attualmente frequentante il Corso di Musica Elettronica presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari, dove studia Composizione, Informatica Musicale e Multimedialità. Realizza sculture sonore, opere di Sound Art e Performance Audio/Video.

Ha rilasciato diverse pubblicazioni di Musica Elettronica Sperimentale sotto l’alias “Dubit” su vari supporti per etichette discografiche italiane e di calibro internazionale, si è inoltre esibito in disparate manifestazioni Europee.

Lasciare andare con grazia – primo quadro. Performance di danza nel silenzio di Amalia Franco
All’intero corpus sottende una pratica artistica volta alla sparizione, seppure, o in ragian del fatto, si tratti di una pratica di esposizione. Ogni quadro o miniatura è frutto d’ispirazioni iconografiche e intellettuali quanto d’intuizioni fisiche e sensuali e fa parte di uno studio iniziato nel 2016 intorno la natura delle apparizioni. La radice è un mancamento, una certa spropriazione: per apparire devo scomparire. Tutto il lavoro pone il proprio discorso nel vacillamento del soggetto, in un cortocircuito della referenzialità che inneschi la circolazione del senso.

I QUADRO
L’apparizione nasce dal silenzio del corpo, ovvero della materia: un silenzio che parla in lingue altre dalla nostra, e che pure sono non meno nostre. La domanda insinuante quanto banale che immerge in questo silenzio, in questa lingua, è ‘fino a che punto un corpo solido può sostenere la deformazione prima di rompersi?’

Bio
Amalia Franco lavora sulle contaminazioni tra danza, marionette ibride e maschere espressive che realizza lei stessa. Lavora come artista indipendente e come performer per il Teatro del Lavoro e La barca dei matti, IfOperetor production.

Tandem
Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello in concerto
Ci sono due modi di fare le cose insieme: perseguire due strade parallele che portano alla stessa meta, oppure pedalare all’unisono. Quest’ultima è la scelta che hanno fatto Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello, e l’album “Tandem” è l’approdo naturale di un rapporto artistico già rodato, di un’unione iniziata sul palco ma che trascende le regole delle classiche collaborazioni. Bosso e Mazzariello si incontrano nella primissima formazione degli High Five, una “All Stars” di giovani talenti del firmamento jazzistico italiano. Da quel giorno li lega un’amicizia complice che li fa mettere naturalmente a disposizione della stessa passione per la musica e della sperimentazione tra generi. Un viaggio magico, in una miscela di tensioni e distensioni, improvvisazioni magnifiche, lirismo ed energia pura, che catturerà l’ascoltatore in un suono incantevole.

Bio
Fabrizio Bosso inizia a suonare la tromba all’età di 5 anni e a 15 si diploma al conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Nel 2000 pubblica “Fast Flight”, il primo disco a suo nome. Nel 2002 esce il primo disco degli High Five intitolato “Jazz For More”, al quale seguirà “Jazz Desire” nel 2004, per la prestigiosa Blue Note “Five For Fun”nel 2008 e “Split Kick” per Blue Note Japan nel 2010. Fin dall’inizio della sua carriera Fabrizio può vantare collaborazioni importanti come, fra i tanti, Gianni Basso, Enrico Pieranunzi, Rosario Giuliani, Charlie Haden, Carla Bley.Con la Blue Note, pubblica nel 2007 uno dei suoi dischi più importanti, “You’ve Changed”, in quartetto e 13 archi magistralmente arrangiati da Paolo Silvestri, con alcuni ospiti come Stefano Di Battista, Bebo Ferra, Dianne Reeves e Sergio Cammariere, al quale deve l’ingresso nel mondo del pop e la sua prima apparizione al Festival di Sanremo. Sempre con la storica etichetta Blue Note, pubblica anche “Sol”, primo disco della formazione Latin Mood, nata nel 2006 e che condivide con Javier Girotto. Seguirà poi nel 2012 “Vamos”, pubblicato con la Schema Records. Era sempre di Schema Records anche “Handful Of Soul”, ancora con gli High Five, che consacrerà al successo Mario Biondi. Nel 2010 pubblica “Spiritual”, con Alberto Marsico e Alessandro Minetto con cui pubblicherà anche “Purple”nel 2013, per la Verve/Universal. Nel 2011, un altro punto di svolta: la registrazione, presso gli Air Studios di Londra, dell’album “Enchantment- L’incantesimo Di Nino Rota” con la London Symphony Orchestra e la ritmica di Claudio Filippini, Rosario Bonaccorso e Lorenzo Tucci. Gli arrangiamenti e la direzione sono di Stefano Fonzi. A un anno di distanza, esce il disco “Face To Face”, per Abeat Record, in duo con il fisarmonicista Luciano Biondini. Nel frattempo, molte sono le partecipazioni a Festival prestigiosi, in Italia e all’estero. In particolare, raggiunge una grande popolarità in Giappone, dove torna sistematicamente con i suoi progetti. Negli anni, partecipa ancora a Sanremo, sia con Sergio Cammariere che con Simona Molinari, Raphael Gualazzi e Nina Zilli. Molte sono le collaborazioni cross over (come “Uomini in Frac” dedicato a Domenico Modugno e “Memorie di Adriano”, dedicato al repertorio di Celentano) e anche interdisciplinari con “Il Sorpasso”, sonorizzazione dal vivo di un montaggio di immagini tratte dal capolavoro di Dino Risi , o “Shadows”, un omaggio a Chet Baker con Julian Oliver Mazzariello al piano e Massimo Popolizio voce recitante. Non mancano le partecipazioni di Fabrizio Bosso come solista, insieme a grandi direttori d’orchestra come Wayne Marshall o Maria Schneider, e nella rivisitazione della Bohème dal titolo “Mimì è una civetta”, ad opera di Alessandro Cosentino e nata da un’idea di Cristina Mazzavillani Muti. Alla fine del 2014, esce l’atteso duo con Julian Oliver Mazzariello “Tandem” (con ospiti Fiorella Mannoia e Fabio Concato) e nella primavera 2015 pubblica “Duke” (entrambi per Verve/Universal), dedicato a Duke Ellington, con il suo nuovo quartetto composto da Julian Oliver Mazzariello, Luca Alemanno e Nicola Angelucci e una sezione di sei fiati. Gli arrangiamenti e la direzione sono affidati al magistrale Paolo Silvestri. A Maggio 2016, sull’onda dell’incontro in occasione di Tandem e poi del progetto live “Canzoni”, esce il disco con Julian Oliver Mazzariello e Fabio Concato, “Non Smetto Di Ascoltarti”, pubblicato da Warner Music.

Julian Oliver Mazzariello
Nasce ad Hatfield in Inghilterra nel 1978. Gli anni ottanta sono stati anni di grandi cambiamenti per la musica in generale, ma particolarmente per il jazz dove un certo sig. Miles Davis ha praticamente rivoluzionato il concetto di “musica” in generale. Il primo artista che Julian ha ascoltato, all’età di 8 anni, è stato appunto Miles Davis ad un concerto alla Royal Festival Hall di Londra. Il resto è facile da dedurre. Comincia la sua carriera a 13 anni, in Inghilterra, vince il “Young Jazz Musician Of The Year”, premio indetto dal Telegraph. A 17 anni si trasferisce in Italia, a Cava dei Tirreni, luogo d’origine del padre, dove tutt’ora risiede. Da allora a oggi Julian ha collaborato con artisti che vanno da Lucio Dalla, Alex Britti a Stefano di Battista a Enrico Rava, proprio per questa sua versatilità innata e coltivata da sempre. Partecipa alla nascita dell’High Five Quintet e da lì cominciano tante e valide collaborazioni.

È stabilmente parte, oltre che del duo con Fabrizio Bosso, che ha appena inciso l’opera prima TANDEM per la Verve, anche del quartetto del trombettista torinese, del gruppo “Yatra” di Enzo Pietropaoli, del progetto Standards di Enrico Rava, di Lifestories, con Jim Mullen, Enzo Zirilli, Dario Deidda e del progetto “Troc” di Andrè Ceccarelli.

Arte Pubblica: Never 2501 – Negative spaces / Dinamic influences (Via D’Onofrio, Vico Gisotti)

I suoi lavori murali sono estremamente riconoscibili: linee ondulate bianche e nere che si alternano come i cerchi concentrici di un albero che si ripetono in modo quasi ipnotico. Ciò che più colpisce è l’assenza di colore, quasi totale. 2501 non è un entità fisica. 2501 è lo spirito nel guscio, interpreta l’ambiente circostante, si trasforma nel tempo senza limiti stilistici o di media, si nutre dell’ambiente circostante proponendo nuove e sommerse chiavi di lettura, sa che per vedere l’alba non c è altra strada che la notte.

GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE: L’OSCURITÀ
Wood grains
Inaugurazione mostra personale di Giuseppe Negro

Sinossi
I lavori di Giuseppe Negro si caratterizzano per un forte attaccamento ad una tradizione intrisa di preziosità della materia, dei tessuti, delle architetture, elementi tipici del territorio in cui egli vive.

Gli ori, il nero del carbone, le stoffe dal sapore antico richiamano alla mente un certo misticismo, una certa religiosità (Coperta 2 – Altare). Tutto è finemente lavorato, assemblato, cesellato, delicatamente accarezzato all’interno di opere fortemente simboliche, in cui la storia dei tessuti artigianali di pregio ritrova una diversa collocazione mediante una diversa chiave di lettura. Opere che nascono e sembrano giungere da un passato comune, appartenente alla civiltà del sud, un racconto già vissuto e una memoria collettiva che egli “amplifica” mediante le dimensioni fisiche dei suoi lavori, cassa di risonanza che toglie il ricordo dall’oblio.

Bio
Catanzaro, 1974. Ha compiuto studi artistici. Già docente di Plastica Ornamentale e Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, attualmente insegna Decorazione presso l’Accademia di Bari. Opera nel campo della sperimentazione visiva, collaborando con musei, gallerie e fondazioni d’arte.

The comfort zone
Makai in concerto
Dopo la pubblicazione del primo EP “Hands”, Makai, al secolo Dario Tatoli, fa il suo esordio ufficiale sulla lunga distanza con “The comfort zone”, nove brani semplici, fondamentalmente elettronici caratterizzati da testi toccanti e intensi, da tessuti musicali ironici, sognanti e ipnotici allo stesso tempo. Un album che fa delle contraddizioni e contaminazioni il suo tratto distintivo, che crea una dialettica tra momenti contrari in una sintesi di geometrie techno e strumentali onirici, di spensieratezza e malinconia. Pubblicato per INRI / Metatron, “The comfort zone” è stato anticipato dai singoli “Fire fall” e “Lazy days”.

Bio
Makai è il moniker dietro cui si nasconde Dario Tatoli, producer, sound designer e polistrumentista, già nei Flowers or Razorwire (keats collective USA/Bizarre love triangles ITA) Makai è un processo in divenire, iniziato nel 2000 e oggi perennemente in bilico tra l’elettronica nordica e il songwriting più intimista e mediterraneo, in un processo compositivo fatto di tagli e revisioni, riscritture e sovraincisioni, ripensamenti e labor limae continuo; un vortice di dicotomie irrisolte e irrisolvibili, alla ricerca di una perfezione che è un sogno e che sta dentro le palette dei suoni e la stretta griglia della forma canzone. Hands è il suo primo ep ed è il racconto di un naufragio durato anni, in cui le mani sono approdo e distacco, polo attrattivo e repulsivo con cui si conosce e ci si fa scudo del mondo. 5 canzoni nostalgiche, in cui la cassa dritta della techno fa da contraltare alla dimensione acustica, dove voce e suoni si fondono in accordi che diventano racconti di un momento, di un istante. Hands si apre con il pezzo che dà il nome all’EP, un manifesto di intenti che racconta una lontananza mentre le luci della città continuano a lanciare i suoi bagliori. Last Days ha il passo nostalgico e allucinato delle notti bianche: un carillon che suona e tutt’attorno il silenzio. Missed, che è nel cuore dell’ep, ha l’incedere tumultuoso della mancanza mentre Summer si adagia su atmosfere dreampop: il sole, il caldo, il mare e il ricordo di un’estate ormai lontana. Sòfia è il pezzo che chiude il disco, il distacco definitivo, l’allontanamento dalla costa, la terraferma che è ormai un orizzonte lontano: una canzone che è fine e dissolvenza, una richiesta d’aiuto oppure semplicemente l’inizio di un nuovo viaggio, una direzione imprevista nel naufragio che continua.

Lasciar andare con grazia – secondo quadro. Performance di danza di Amalia Franco
All’intero corpus sottende una pratica artistica volta alla sparizione, seppure, o in ragion del fatto, si tratti di una pratica di esposizione. Ogni quadro o miniatura è frutto d’ispirazioni iconografiche e intellettuali quanto d’intuizioni fisiche e sensuali e fa parte di uno studio iniziato nel 2016 intorno la natura delle apparizioni. La radice è un mancamento, una certa espropriazione: per apparire devo scomparire. Tutto il lavoro pone il proprio discorso nel vacillamento del soggetto, in un cortocircuito della referenzialità che inneschi la circolazione del senso.

A Flower is not a flower di e con Amalia Franco
‘Muoio del mio non morire’
L’apparizione nasce dal silenzio del corpo, ovvero della materia: un silenzio che parla in lingue altre dalla nostra, e che pure sono non meno nostre. La domanda insinuante quanto banale che immerge in questo silenzio, in questa lingua, è ‘fino a che punto un corpo solido può sostenere la deformazione prima di rompersi?’

Bio
Amalia Franco lavora sulle contaminazioni tra danza, marionette ibride e maschere espressive che realizza lei stessa. Lavora come artista indipendente e come performer per il Teatro del Lavoro e La barca dei matti, IfOperetor production.
Dall’incubo sommerso le parole
Reading nel buio di Alfonso Guida

Bio
Alfonso Guida (1973) vive a San Mauro Forte. Legato alle figure di Beppe Salvia, Dario Bellezza, Amelia Rosselli e Paul Celan, suoi testi sono apparsi, tra le altre, sulle riviste Poesia e Forum Italicum.
Vince il premio Dario Bellezza per l’opera prima con la raccolta Il sogno, la follia, l’altra morte (1998) e il Montale con la plaquette Le spoglie divise [15 stanze per Rocco Scotellaro] (2002).
Pubblica per i tipi di Poiesis Il dono dell’occhio (2011) e Irpinia (2012); Ad ogni passo del sempre (Aragno, 2013); L’acqua al cervello è una foglia (LietoColle, 2014); Poesie per Tiziana (Il Ponte del Sale, 2015). Varie le plaquette: Via Crucis, Note di terapia, Nous ne sommes pas les derniers.

Sinossi
Parole dal buio e dal profondo giungono in superficie facendo luce.
Arte Pubblica: La Rouille – L’ombre blanche (Via Mercato, Largo Abbazia)

Bio
Classe 1981, il suo nome d’arte significa Ruggine ed esprime perfettamente la sua essenza artistica. La Rouille è uno tra i più apprezzati e affermati street artist francesi. Autodidatta, è nato nel 1981 a Chambèry. I soggetti protagonisti delle sue opere sembrano spesso trascendentali, i volti e le figure umane sono appena percettibili. Esprimono una forte intensità emotiva, sembrano emergere con forza dalle superfici degradate. “L’arte per me è un modo di comunicare emozioni, belle o cattive che siano. Per me è come una nave che fluttua nelle emozioni e viaggia nel cuore.”

VENERDÌ 14 SETTEMBRE: LAnLUCE
Larghetto Mastrosanto – ore 16.00
Il Caffè della controra: Sudestasi. La luce dei luoghi.
con: Donato Emar Laborante, Giuliano Maroccini, Luigi Piccarreta
a seguire: la tedesca con l’artista

Bio
Donato Laborante, custode della masseria Jesce e del respiro della Murgia. Giuliano Maroccini, formazione umanistica, direttore artistico e organizzativo di Verso Sud, è laureato in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano. Insegnante di lettere presso il Miur, ha pubblicato saggi e articoli letterari su riviste e in volume. Nel 2016 ha conseguito il master in event management presso Unisco.

Luigi Piccarreta, formazione ingegneristica internazionale (Double Degree al KTH di Stoccolma), direttore artistico e organizzativo di Verso Sud, inizia la carriera nel trading internazionale di commodities, con focus sulla guida e gestione di progetti sui derivati finanziari e il risk management. Attualmente MBA fellow del CdI, business School internazionale itinerante tra Parigi, Monaco, Ginevra

Largo Abbazia – dalle ore 18.00
La lavanda dell’ombra
Performance di Claudia Fabris

Bio
Claudia Fabris è nata a Padova nel 1973. Progetta spazi, installazioni ed interventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la parola e la visione, l’ascolto e il gusto, in un percorso di ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi nella convinzione che la Bellezza e lo stupore silenzioso che genera possano ancora ricondurre ogni uomo allo spazio intimo e sacro della propria anima dove ogni trasformazione e rinascita trae origine, forza e nutrimento.

L’artista in qualità di attrice, performer, autrice, costumista e fotografa collabora dal 1999 con Tam Teatromusica di Padova, storica compagnia di teatro di ricerca in Italia, premio speciale Ubu 2014.

Partecipa come artista dal 2011 con crescente adesione a tutte le 6 edizioni di Alto Fest (Teatringestazione) a Napoli, festival interamente realizzato nelle case, negozi, laboratori artigianali e spazi privati del centro storico di Napoli e dal 2014 con le sue performance è presente al festival di Aliano La Luna e i Calanchi. Nel 2016 pubblica le Parole Sotto Sale con una piccola casa editrice napoletana, la sua definizione di Abbandono ispira la seconda edizione di Verso Sud Festival, a Corato, a cui contribuisce con più performance.

La lavanda dell’ombra
Hombre – rivelazione della luce
Inaugurazione mostra personale di Claudia Fabris

La caverna di Platone
Installazione di Claudia Fabris
Chiesa di S. Francesco – ore 20.30

Il Cantico dei cantici
Con Roberto Latini – Fortebraccio teatro
Bio Roberto Latini
Attore, autore e regista, si è formato a Roma presso Il Mulino di Fiora, Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, dove si è diplomato nel 1992.

Tra gli altri, ha ricevuto il Premio Sipario nell’edizione 2011, il Premio Ubu 2014 come Miglior Attore e il Premio della Critica 2015. Direttore del Teatro San Martino di Bologna dal 2007 alla primavera del 2012, è il fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro. Ha ricevuto il Premio Ubu 2017 come Miglior Attore o Performer per lo spettacolo Cantico dei Cantici.

Fortebraccio Teatro è una compagnia teatrale riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo dal 1999. Volta alla sperimentazione del contemporaneo, alla riappropriazione dei classici e alla ricerca di una scrittura scenica originale, vive della collaborazione artistica di Roberto Latini, Gianluca Misiti e Max Mugnai.

Sinossi
Nel sogno-messinscena di Roberto Latini, la Sposa e lo Sposo del Cantico dei Cantici lodano all’unisono il sentimento che li unisce, li attraversa e li allontana. Da qui, forse, la volontà di far abitare il palco da una presenza androgina, una rockstar sul viale del tramonto, cappotto viola, lungo fino alle caviglie, parrucca scura, rossetto e gli occhi cerchiati di nero da un trucco pesante; una presenza che trattiene in sé il maschile e il femminile, l’amore e il rovescio della sua medaglia, la condizione in cui l’umanità vive in sua assenza: la solitudine.

Largo Abbazia – ore 22.30
Dal vivo senza poesia
Concerto-performance dei Biondo Dio

Biondo Dio è un gruppo musicale che suona dal vivo il disco Zero Totale. In tre sul palco, tra ritmi ossessivi, pedali analogici e divagazioni elettroniche, propongono un concerto che si avvicina ad un’esperienza rituale con finale catartico. Nel 2016 la band ha esordito live in una grotta carsica presentando un suggestivo spettacolo di luci e suoni. Il gruppo ha la particolarità di suonare in contro luce per non rivelare l’identità dei musicisti, a tale proposito dichiarano: “L’Italia è un paese omertoso anche nelle arti.” L’album è stato pubblicato in tiratura limitata con una copertina manufatta in piombo.

Largo Abbazia – ore 00.00
Ostia splendente del nonsenso e della luce

Reading-performance nella luce
Ultimo momento di luce della giornata a cura di Claudia Fabris
Arte pubblica: Emanuele Poki – Il Giardino di Poki (Piazza dei Bambini)

Il giardino di Poki
Abbiamo imparato che un carciofo, se abbandonato, fiorisce. E se di quel fiore continuassimo a prenderci cura?

Bio
Emanuele, in arte, “Poki”, ha 27 anni, lo sguardo pulito, un grande talento e le idee chiare su quello che vuol dire essere uno street artist. Disegna quello che gli pare, dove gli pare e su qualsiasi dimensione e superficie senza avere vincoli. Ma il suo tratto si vede, anzi si sente, sui palazzi, sui muri diroccati, sui marciapiedi. Nei suoi pesci combattenti e nei sui rinoceronti-cavarella. Disegni fluttuanti e a tratti surreali che pescano l’ispirazione nella natura. Nemo phofeta in patria, ci sono più disegni suoi sparsi per le città d’Italia che nella sua città, Catania e tantomeno nel suo quartiere, Librino. Disegnatore-viaggiatore, o viaggiatore-disegnatore, le due cose si sovrappongono, si interscambiano, in una parola convivono. «Le mie due grandi passioni erano il disegno e il viaggio, ho cercato un modo per unire le due cose e ultimamente grazie alla street art ci sto riuscendo. Ho commissioni anche fuori dalla Sicilia e, per me, è un’opportunità per vedere posti nuovi e per fare quello che mi piace».

SABATO 15 SETTEMBRE: IL CORPO
Centro Storico – ore 10.00
Manutenzione dello sguardo – laboratorio a passo d’uomo
passeggiata aperta a tutti, laboratorio di poster art riservato agli studenti con Emanuele Poki

Bio
Emanuele, in arte, “Poki”, ha 27 anni, lo sguardo pulito, un grande talento e le idee chiare su quello che vuol dire essere uno street artist. Disegna quello che gli pare, dove gli pare e su qualsiasi dimensione e superficie senza avere vincoli. Ma il suo tratto si vede, anzi si sente, sui palazzi, sui muri diroccati, sui marciapiedi. Nei suoi pesci combattenti e nei sui rinoceronti-cavarella. Disegni fluttuanti e a tratti surreali che pescano l’ispirazione nella natura. Nemo phofeta in patria, ci sono più disegni suoi sparsi per le città d’Italia che nella sua città, Catania e tantomeno nel suo quartiere, Librino. Disegnatore-viaggiatore, o viaggiatore-disegnatore, le due cose si sovrappongono, si interscambiano, in una parola convivono. «Le mie due grandi passioni erano il disegno e il viaggio, ho cercato un modo per unire le due cose e ultimamente grazie alla street art ci sto riuscendo. Ho commissioni anche fuori dalla Sicilia e, per me, è un’opportunità per vedere posti nuovi e per fare quello che mi piace».

Centro Storico – ore 10.00
Poesia strada strada
passeggiata aperta a tutti, laboratorio di poesia di strada riservato agli studenti del liceo artistico con Daniele Geniale

Bio
Illustratore e designer grafico, si occupa di comunicazione visuale, continuamente affascinato e attratto da ogni forma di composizione, elaborazione e ricomposizione della realtà percepita visivamente, passando attraverso il filtro dei media più disparati.

Produce testi visuali considerando l’oggetto di ogni opera come parte del contesto che va oltre i confini del quadro, allargandosi alle pareti di una stanza, di uno spazio espositivo, fino all’ambiente urbano. Sensibile a ogni forma di street art, è impegnato nella rivalutazione del tessuto urbano dal quale trae continua ispirazione, creando immagini attraverso le tecniche dello stencil e dell’illustrazione a mano libera. Acquisisce tutto ciò che dallo spazio circostante proviene, per restituire allo spazio stesso nuovi imput.

Piazza dei Bambini – ore 10.00
Controra – piccola scuola naturale – lezione aperta

La parola che cura
Lezione pubblica con Hans Hermans, Giusi Quarenghi, Fuad Aziz, Angela Malcangi

Bio Hans Hermans
Belga, libro pensatore, artista, scrittore di poesie di carta, formatore, narratore, studioso di psicanalisi. Da più di trent’anni lavora nel mondo d’infanzia, come insegnante, come editore, come scrittore, come divulgatore e come artista.

“Se vogliamo un mondo migliore dobbiamo iniziare dai bambini.” E del bambino lui si occupa sopratutto di due “specificità”: “le loro mani e la loro parola.” Caratteristiche umane talmente evidenti che delle volte ci dimentichiamo di dedicargli del tempo. Siamo essere u-mani, siamo essere parlanti. Il saper dire e il saper fare. “Dammi la mano, cosi camminiamo un po’ e ti racconterò… “ questo lo sappiamo fare solamente noi, umani. Ha fatto corsi di formazione in tutta Italia e all’estero. Tenute mostre in varie località. Incontrato bambini di centinaia di scuole. Scritto tante storie e articoli in varie riviste. Incontrato centinaia di genitori durante le serate di letture silenziose. Spera di poter fare ancora cosi per tanti anni, perché è felice di fare questo lavoro.

Bio Giusi Quarenghi
Giusi Quarenghi è nata a Sottochiesa, in Val Taleggio, nel 1951 e vive a Bergamo. Ha scritto racconti, filastrocche, storielle, testi di divulgazione, sceneggiature, romanzi; ha rinarrato fiabe e miti; ha riproposto i Salmi ‘per voce di bambino’. Ha pubblicato con Eelle, Coccinella, Bibliografica, Capitello, La Margherita, Panini, Mondadori, Giunti, San Paolo, Nuages. Nel 2006, ha vinto il Premio Andersen come miglior scrittore. Del 1999, è la prima raccolta di poesie Ho incontrato l’inverno(Campanotto); del 2001, è Nota di passaggio (Book); del 2006, Tiramore (Marsilio).

Bio Fuaz Aziz
Fuad Aziz è nato in una città antichissima nel cuore del Kurdistan, Arbil/Irak, nel 1951.Fin da piccolo ha avuto dentro di sè la passione per l’arte. Ha studiato, infatti, presso l’Accademia di Belle Arti di Baghdad fino al 1974. Ha deciso, poi, di venire in Italia e si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Roma e poi di Firenze, dove ha conseguito la laurea. Pittore, scultore, da alcuni anni lavora anche come autore e illustratore di albi e libri per l’infanzia. Ha realizzato numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero e ha pubblicato numerosi libri presso molte case editrici italiane.

Bio Angela Malcangi
Pugliese di nascita, lavora nella scuola da molti anni. Fa la maestra e non l’insegnante, perché un maestro non è sempre quello che dispensa conoscenza. Un maestro a volte si ferma e aspetta. E impara da e con i suoi alunni. Dall’incontro quotidiano con i bambini, infatti, attinge l’entusiasmo per cercare sempre nuovi stimoli, per far nascere curiosità, desideri, passioni. Le sue di passioni sono la poesia, la lettura, il teatro. Grazie a queste, ha conseguito con i suoi alunni premi e riconoscimenti tra cui il prestigioso premio di poesia San Pellegrino Festival che vince per due volte nel 2014 e nel 2018. Ha curato la scrittura, l’allestimento e la regia di molti spettacoli di teatro d’ombre, per conto di scuole elementari e medie, vincendo per due volte il festival internazionale teatro-scuola di Altomonte.
 Nel 2007 pubblica Che sia poesia, a cui fa seguito nel 2015 Apprendisti poeti (Secop). Sogna una scuola diversa, migliore. Se potesse, la trasformerebbe a modo suo, eliminando, per primi, voti e pagelle.

Al mercato – ore 11.30
180 gr. Dj set per signore e buste della spesa
Un progetto musicale ideato da N-Zino per valorizzare il ritorno alla cultura del vinile e alla musica mixata con attrezzature analogiche. La musica esce dal contesto abituale dei club e contamina il luogo della genuinità per eccellenza, il mercato rionale, per valorizzare e promuovere il territorio.

Larghetto Mastrosanto – ore 16.30
Il caffè della controra: Da vicino nessuno è normale. Etica estetica delle condizioni differenti con Enrico Castellani e Stefano Masotti. Modera Lara Maroccini. A seguire: la tedesca con l’artista (sempre se portate il pallone)

Bio Enrico Castellani
Nasce nel 1930 in provincia di Rovigo. Studia pittura e scultura in Belgio fino alla laurea. Nel 1956 torna in Italia e va a vivere a Milano, dove stringe amicizia con Piero Manzoni e collabora con Agostino Bonalumi e Lucio Fontana.

All’inizio è vicino all’arte informale e si ispira all’action painting, che decide di superare. Nel 1956 assieme a Piero Manzoni fonda la rivista Azimuth, che si propone proprio di azzerare le tendenze artistiche precedenti, sopratutto l’informale.

Sviluppa lo shaped canvas (l’estroflessione), una modalità espressiva che consiste nel deformare la tela verso l’esterno e l’interno, in modo da creare dei giochi di volume. La tela è sempre monocromatica, cioè dipinta di un solo colore. Castellani utilizza un apparato di chiodi che, messi sul retro della tela, esercitano una pressione sulla superficie, creando così una serie di volumi e dei giochi di luce e ombra.

Le sue opere hanno ispirato l’artista americano Donald Judd, uno dei massimi esponenti della mininal art, che considera Castellani il padre del minimalismo. Dagli anni ’60 partecipa a numerose esposizioni e allestisce diverse mostre in Italia e all’estero.

Bio Stefano Masotti
Stefano Masotti è psicologo clinico, psicoterapeuta e operatore teatrale. Da diversi anni utilizza le pratiche del teatro in ottica educativa, formativa e terapeutica. Con l’ass.ne ZeroFavole di Reggio Emilia si occupa di etica ed estetica delle condizioni differenti. In ottica terapeutica ha utilizzato il teatro come strumento per migliorare i livelli qualitativi e quantitativi di persone in stato vegetativo o di minima coscienza. Per anni ha lavorato alla Casa dei Risvegli di Bologna. In questo caso nel processo di riabilitazione tramite il teatro, Stefano Masotti ha utilizzato protocolli clinici, dai quali si è visto che arricchendo la qualità dello stimolo attraverso il teatro, i parametri fisiologici e comportamentali del paziente presentano, nella maggior parte dei casi, una risposta positiva. Tra i vari progetti teatrali con pazienti e persone disabili, in disagio o in condizione di marginalità sociale, alcuni hanno avuto riconoscimenti medici, come il premio SIMFER per l’innovazione scientifica della riabilitazione italiana, e artistici, come la collaborazione con i Babilonia Teatri, fino all’ospitalità all’interno di festival riconosciuti come Biennale Teatro, Mittelfest e Roma Europa Festival. Alcuni progetti, infatti, non hanno solo uno scopo educativo o riabilitativo, ma anche artistico. È quindi chiaro che il tema del teatro come strumento di inclusione sociale stia ricevendo un interesse forte all’interno di istituzioni culturali.

Largo Aregano – dalle ore 18.30
Pietra, corpo, madre. Per un’idea di poema sulla Murgia
Reading di Guido Celli

Bio Guido Celli
Poeta meccanico

Murgia
Di e con Michele Sinisi – TeatroxCasa

Bio Michele Sinisi
Nato ad Andria, si laurea in Lettere all’Università La Sapienza e partecipa a diversi laboratori (Claudio De Maglio, Stefano Perocco di Meduna, Marco Baliani, Valerio Binasco, Geraldine Baron, Leo Muscato).

Premio Della Critica 2016, finalista nel 2014 e nel 2008 e più volte segnalato per i Premi UBU a teatro esordisce nel 1996 con La Bottega del caffè e negli anni è diretto da registi come Baracco (Hamlet), Binasco (Noccioline), Janezic (Zio Vanja), Muscato (Il Guaritore; La Rivincita), Ianniello (Canoe), Lorenzi (Platonov), Cruciani (La Palestra e PreAmleto), Bruni (I Reduci; Sette contro Tebe), Bia (Accadueò), Gonella (Sacco & Vanzetti) e Conte. Lavora su testi di drammaturgia contemporanea e su testi classici: regista ed interprete di spettacoli come Caligola, La Masseria Delle Allodole, I Promessi Sposi, Miseria&Nobiltà, Scene D’Interni, Riccardo III, L’arte della commedia, Le scarpe, Sequestro all’italiana, Amleto, Konfine; regista in La prima cena, Il sogno degli artigiani, Agamennone, Macbeth e Moby Dick; anche autore, oltre che interprete, di spettacoli come Murgia – spettacolo GENERAZIONE SCENARIO 2003 – Li Mari Cunti, Ettore Carafa, Otello.

Per la TV partecipa a serie come Squadra antimafia 7, 1993. Per il cinema, recita in numerosi cortometraggi e film tra cui Thanks for vasellina di Gabriele De Luca, Il Giorno più bello di Vito Palmieri, Il bene mio di Pippo Mezzapesa e CHI M’HA VISTO di Alessandro Pondi.

Monologo
Lo spettacolo è la narrazione di un viaggio di ritorno. Un giovane natio delle Murge ignaro della sua identità di uomo e dei ritmi e idee del suo popolo, scopre per la prima volta quel paesaggio in una delle sue visite alla terra da cui è lontano: decide di restare?

La storia parte dalla sua decisione di ritornare in quel paesaggio dopo averlo sentito per la prima volta. Scopre allora il senso di quel fascino che confondeva allora con un povero e disgraziato sintomo di una cultura ai margini dell’utilità.

Scopre la reale essenza di quel paesaggio, capisce di esserne addirittura una parte sostanziale. Sarà il paesaggio della sua memoria, avvertirà le inquietudini e i problemi del suo popolo come riflessi in quel paesaggio. Dovrà decidere coscientemente se restare e vivere per quella sua terra o lasciarla definitivamente, forse un domani col rimorso di non aver dato nulla per il suo riscatto.

Purgatorio
con Enrico Castellani e ZeroFavole – Babilonia Teatri

Purgatorio è i nostri segreti e i nostri desideri. È un sacco da box che oscilla sopra le nostre teste. Le sue oscillazioni ci sfiorano e ci accarezzano. Ci cullano e ci sbattono. Non sono oscillazioni regolari, né continue. Sono scosse come quelle della corrente alternata. Il pendolo ci ricorda che la nostra parabola non è infinita. Ogni attimo il tempo di oscillazione diventa sempre più breve fino alla stasi. Alla pace.

Con Purgatorio ci chiediamo se è dopo la fine che si comincia a purgare, come ci racconta Dante, o se invece, al contrario, con la fine si mette fine al nostro purgare.

Le lumache vanno fatte spurgare da vive. Le vongole da morte. Noi da che parte stiamo. Al termine del processo di espiazione saremo uomini e donne migliori? Cosa stiamo cucinando? Per chi? Quali sono gli altri ingredienti? Chi giudicherà il risultato? Uno chef stellato? Purgatorio è un progetto di Babilonia Teatri e ZeroFavole.

Babilonia Teatri è una compagnia teatrale italiana fondata nel 2005 da Valeria Raimondi e Enrico Castellani, con sede ad Oppeano (provincia di Verona), in località Le Merle, due volte vincitrice del Premio Ubu (2009 e 2011) e di un leone d’argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia (2016). La compagnia è nata nel 2005 intorno a un progetto sulla guerra in Iraq che si chiamava Cabaret Babilonia. Lo spettacolo non ha visto la luce, ma da quel titolo è nato il nome della compagnia.

Da allora ha portato i suoi spettacoli nelle principali città italiane, europee e non (Berlino, Parigi, Sarajevo, Strasburgo, Bogotà, Mosca). Oltre ai vari premi la compagnia ha ricevuto anche 2 premi Ubu: nel 2009 il premio speciale come gruppo guida dell’attuale cambio generazionale e nel 2011 come miglior “Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica” assegnato ai due fondatori, Valeria Raimondi e Enrico Castellani.

Piazza Di Vagno – ore 22.00
Ogni notte ti metto insieme osso per osso
Performance site specific con Amalia Franco e Anna Moscatelli
Ogni notte ti metto insieme-osso per osso di e con Amalia Franco e Anna Moscatelli
‘Socrate raccomandava ai giovani di guardarsi sovente allo specchio: perché vedendo quanto fossero belli, se ne rendessero degni’. Amalia Franco lavora sulle contaminazioni tra danza, marionette ibride e maschere espressive che realizza lei stessa. Lavora come artista indipendente e come performer per il Teatro del Lavoro e La barca dei matti, IfOperetor production.

Anna Moscatelli consegue il BA (Hons) Dance Theatre Honour Degree presso il TrinityLaban Conservatoire of Music&Dance di Londra e attualmente collabora con Sosta Palmizi, I Nuovi Scalzi, La luna nel letto, Senza Piume Teatro.

Piazza Di Vagno – ore 22.30
Vida Eterna
Ninos du Brasil in concerto

In apertura: Maria Cristallo
Assistere a un’esibizione dei Ninos Du Brasil si pone tra l’esperienza mistica, un rito pagano e una festa carnevalesca (complice la costumistica ricercata, fatta di maschere voodoo e stelle filanti). Una ricetta all’insegna del ritmo al cubo, al cospetto della quale stare fermi è praticamente impossibile.Vida Eterna” raccoglie, fondamentalmente, lo scettro di “Novos Mistérios”. Esso non si discosta particolarmente dalla produzione dell’esordio; c’è sempre questa estasi allucinata di percussioni, l’incedere inesorabile del 4/4, bassi lisergici e insondabili.

DOMENICA 16 SETTEMBRE: L’AMORE
Piazza dei Bambini – ore 10.00
Controra – piccola scuola naturale – laboratorio aperto

Il villaggio dei popoli
con Fuad Aziz
Un villaggio del Mediterraneo sarà il protagonista di questa attività. Lo costruiranno i bambini con carta e cartone e lo popoleranno di personaggi e storie.

Bio
Fuad Aziz: nato ad Arbil nel Kurdistan Iracheno nel 1951. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Baghdad nel 1974. Nel 1977 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze, città dove vive da oltre trent’anni. Ha presentato le sue sculture in numerose mostre personali e collettive in Italia ed all’estero, realizzando opere permanenti in varie città. È Autore di numerose mostre di illustrazioni, di testi ed illustratore di libri per l’infanzia.

Cortile Palazzo Gioia – ore 11.30
Pro-fuga Suoni, visioni e profumi migranti
di e con Giovannangelo De Gennaro e Nicola Nesta.
A seguire: piccolo pranzo etnico comunitario
Due musicisti che s’incontrano e dialogano con strumenti musicali del mediterraneo, proponendo un coinvolgente viaggio attraverso le musiche migranti, l’elettronica e l’arte della cucina.

Pro-fuga è il risultato di una ricerca fatta di suoni e ingredienti lontani che, nota dopo nota si avvicinano, per mettere su una tavola fatta di differenze, un piatto costruito attraverso il bisogno del nutrimento non soltanto fisico.

Bio
Giovannangelo De Gennaro
Canto, viella, Kamanchè, kaval e flauto traverso & food

Giovannangelo de Gennaro è musicista e da circa 8 anni si dedica alla cucina in particolare quella del mediterraneo. La sua ricerca spazia attraverso sonorità di “confine” ed è arricchita da una forte passione innata: la cucina. Figlio di pescatore, sin da piccolo è stato vicino al mare e a tutto il suo universo. Osservatore attento, viaggiatore con la mente e con il corpo, fa dei suoi piatti racconti di viaggio, dondolando tra cucina e musica.

Nicola Nesta
Dopo gli studi accademici di chitarra presso il Conservatorio N.Piccinni di Bari, e numerosi corsi di perfezionamento sotto la guida di maestri come Oscar Ghiglia, Alirio Diaz e Stefano Grondona, accanto all’attività concertistica chitarristica intraprende ricerche nell’ambito della musica Medievale fondando con G. De Gennaro L’Ensemble Calixtinus nel 1992.

Polisportiva San Gerardo – ore 15.00
Bianchi contro Negri
partita di calcio senza esclusione di colpi

Larghetto Mastrosanto – ore 17.00
Il caffè della controra: Odissea di un migrante
Con Mohammed Ba, Viviana Di Bartolo, Annalisa Camilli; modera Francesco Oggiano
a seguire: niente, saremo stanchi
Parole su immigrazione senza retorica.

Annalisa Camillia
Nata a Roma nel 1980, è inviata della rivista Internazionale, per cui lavora dal 2007, negli ultimi anni in particolare ha seguito le rotte dei migranti e i loro viaggi verso l’Europa. Ha lavorato a Rainews24 e all’ufficio di Roma dell’Associated Press. Il suo reportage La barca senza nome ha vinto l’Anna Lindt journalism award 2017.

Mohamed Ba
Originario del Senegal, vive in Italia da sedici anni e lavora come formatore, educatore, attore e drammaturgo teatrale. Ha messo in scena, tra gli altri, Negritudine, Sono incazzato bianco e Riscatto. Collabora con numerose associazioni per diffondere i valori «Intercultura»: «Cerco di costruire un ponte che colleghi il meglio di quello che determina il mio essere africano prima, senegaliano poi, con il meglio che il territorio che mi ospita mi offre». Nel 2007 è stato aggredito per il colore della pelle, a Milano. In tutta risposta, ha scritto una lettera al suo aggressore.

Viviana Di Bartolo
38 anni, diplomata con un Master in Diritti umani, ha lavorato a lungo nei centri di accoglienza migranti in Sicilia e a Bologna. Attualmente lavora come operatrice a bordo della nave Aquarius di Sos Mediterranee.

Francesco Oggiano
Giornalista professionista, pugliese di nascita e milanese d’adozione, lavora per Vanity Fair, dove si occupa d’attualità e politica. Ha pubblicato un libro sul Movimento 5 Stelle (Beppe Grillo parlante, Cairo Editore).

Piazza dei Bambini – ore 18.30
Il Riscatto
Monologo di Mohamed Ba
Nascere e crescere nel sud del mondo, coltivare l’idea ingenua, intollerabile, indegna di gente moderna, che il mondo sia nostra patria comune e che, prima che la morte ci accolga tutti, secondo le credenze e i riti di ognuno, la terra che calpestiamo è di noi tutti. E così è il mare che la avvolge e il cielo che ci disseta capricciosamente. Ritrovarsi in mezzo al nulla assoluto, armati di solo speranza di essere visti, di essere notati, di essere salvati. Il riscatto è uno spettacolo che ci porta a toccare con mano tutto quello che bisogna sapere sul fenomeno migratorio, e forse a capire almeno un perché tra gli altri mille perché.

In questo spettacolo della durata di un’ora, Mohamed Ba ci invita a cogliere l’occasione che ci offre la povertà per un riscatto, per una vera rilettura del nostro essere, nient’affatto impermeabile alle contaminazioni. Il sogno diventa realtà e l’esule diventa il prima cittadino. E se succedesse?

Palazzo Gioia – ore 19.30
Cantillazioni
Performance di danza di e con Amalia Franco, Anna Moscatelli, Renata Frana
Cantillazioni di e con Amalia Franco, Anna Moscatelli, Renata Frana
È un atto d’amore. Quell’amore che ristruttura e ripara l’architettura della creazione. Lo ‘stato amoroso’ del corpo corrisponde allo slancio fuori, verso altro da sé, alla rinuncia, anche solo per un attimo, al proprio personale baricentro.

Bio
Amalia Franco lavora sulle contaminazioni tra danza, marionette ibride e maschere espressive che realizza lei stessa. Lavora come artista indipendente e come performer per il Teatro del Lavoro e La barca dei matti, IfOperetor production. Anna Moscatelli consegue il BA (Hons) Dance Theatre Honour Degree presso il TrinityLaban Conservatoire of Music&Dance di Londra e attualmente collabora con Sosta Palmizi, I Nuovi Scalzi, La luna nel letto, Senza Piume Teatro.

Renata Frana si dedica alla musica e all’arte visiva. Suona il basso elettrico e la dilruba. Approfondisce lo studio della musica classica indiana e afghana. Co-fonda il collettivo artistico IOtilde, progetto di musica elettronica.

Teatro degli Intonaci – ore 20.30
Verso altri cieli, verso altri amori: il paese che adottò il poeta
Reading-concerto con Paolo Maria Cristalli e Gianluca De Rubertis
Corato è il primo paese al mondo ad aver adottato un poeta. Paolo Maria Cristalli adesso vive anche grazie a una pensione di genialità raccolta dalla comunità di Verso Sud attraverso un crowdfunding. Le sue poesie si mescoleranno alle note e alle parole di Gianluca De Rubertis, raffinatissimo, profondo cantautore.

Bio
Paolo Maria Cristalli
poeta e autore di canzoni
vive con tre gatti tra fastidiose correnti di povertà
e cumuli di scatole con cui si ripromette di creare opere d’arte
ha inaugurato la seconda edizione di Verso Sud in un mercoledì d’ottobre con la tramontana
abbiamo deciso di adottarlo perché è un poeta e altro non può essere.

Nel 2010 Ha vinto il premio De Andrè.

Gianluca de Rubertis
Nasce a Lecce nel 1976. Nel 2001 fonda, assieme alla sorella Matilde, a Riccardo Schirinzi e Giancarlo Belgiorno, gli Studiodavoli, che vincono l’Arezzo Wave festival 2002 e nel 2003 firmano per Recordkicks con cui pubblicano “Megalopolis” (2004) e “Decibels for dummies” (2006), imponendosi sin da subito come band unica in Italia per suono, stile e riferimenti. Questi gli esordi. Oggi con Leo Pari, Dario Ciffo e Lino Gitto porta in giro una retrospettiva musicale su Lucio Battisti che riscuote notevole successo in molti club italiani. Nel maggio 2015 entra in contatto con MarteLabel, già etichetta per Dellera e Nobraino, ed è con quest’ultima che Gianluca fa uscire il suo secondo album: “L’universo Elegante”.

Piazza di Vagno – ore 22.30

SonOra
Oeoas in concerto. 60 musicisti per Verso Sud, diretti da Elio Martusciello
Un incontro tra improvvisazione orchestrale e composizione con musicisti che operano in nuove tecnologie elettro-elettroniche e musicisti con strumenti acustici tradizionali. Saranno 60 gli interpreti provenienti da tutt’Italia e saranno diretti da uno dei massimi esponenti italiani della musica di ricerca a livello modiale: Elio Martusciello. SonOra sarà una performance dove la dislocazione dei musicisti sarà una vera sorpresa per il pubblico.

Bio
Elio Martusciello è un musicista e compositore italiano autodidatta di musica sperimentale, e insegna musica elettronica al conservatorio di Napoli. Ha studiato fotografia con Mimmo Jodice e arti visive con Carlo Alfano, Armando De Stefano e Rosa Panaro. La sua estetica musicale deriva essenzialmente dall’arte acusmatica, ma oltre alla composizione musicale acusmatica egli compone per strumenti e live electronics, opera nell’ambito dell’installazione d’arte, dei multimedia, delle arti visive e dell’improvvisazione elettroacustica.

Chiostra d’Onofrio – ore 00.00
Street art e santità – La Madonna fotografica
Inaugurazione edicola votiva contemporanea di Claudio Laudani
Primo progetto nel mondo che si occupa della nascita di nuove edicole votive, con linguaggio artistico contemporaneo, fotografico. Prima tappa di un progetto che proseguirà negli anni, riempiendo Corato di nuovi simboli artistici legati alla ricerca sul sacro. Un progetto innovativo, che se da una parte rinnova i canoni della cosiddetta street art, ricongiungendoli con una radice sacra oltre che politica o meramente espressiva, dall’altra opera sull’iconografia sacra, umanizzando la figura di Maria ma “trasmodando” allo stesso tempo le sue sembianze, secondo l’uso dantesco del verbo (Par. XXX, 19-20). La Madonna fotografica ha ricevuto l’interesse (documentato) di padre Marko Ivan Rupnik, artista, teologo e presbitero sloveno, gesuita, l’artista sacro più importante della cristianità.

Bio
Claudio Laudani laureato in matematica all’università di Padova , ha lavorato presso lo studio degli scultori Romano e Ruggero Abate e Sergio Longo e frequentato l’accademia del ferro di Toni Benetton , iniziatosi come autodidatta alla pittura viene scoperto nel 2002 dallo scrittore padovano Giulio Mozzi che inventa un modo di narrare ispirato alle sue opere. Alcuni blog di New York e Los Angeles pubblicano i suoi quadri . Vari scrittori apprezzano e scrivono sulla sua opera tra cui Umberto Casadei e Vitaliano Trevisan . Attualmente studia la possibile unificazione del concetto di ‘riconoscimento di forma ‘ tra arte, informatica e matematica.

Violazioni, il suono dei luoghi
Concerto per viola da gamba a lume di candela e profumo d’incenso, con Vito Maria Laforgia
Il progetto violAzioni è un viaggio sonoro che attraversa le suggestioni timbriche della musica antica e di quella della tradizione del bacino del Mediterraneo, attraverso la pratica dell’improvvisazione e la ricerca timbrica.

Bio
Vito Maria Laforgia
Attivo sulla scena musicale italiana da molti anni, ha studiato, come contrabbassista, tecnica strumentale ed improvvisazione con: Ray Brown, Peter Kowald, Bruno Tommaso, Furio DiCastri, Paolino Dalla Porta e ai seminari di Siena Jazz e We Love Jazz di Genova. Ha, inoltre, intrapreso lo studio della viola da gamba, che utilizza in progetti specifici, anche con l’uso dell’elettronica.

Ha suonato e collaborato con molti musicisti ed artisti di diversa estrazione, tra i quali: Peter Kowald, K.Ohta, Y. Tachibana, Antonello Salis, Gianluigi Trovesi, Guido Mazzon, C.Actis Dato, E.Colombo, Roberto Ottaviano, Sandro Satta, Michele Rabbia, Mike Cooper con il danzatore indonesiano N. B. Kentus e molti altri.

Ha partecipato a numerosi festival e rassegne di jazz e di musica improvvisata e di musica etnica. Ha curato le musiche nello spettacolo teatrale ‘Mondo G’ su Giorgio Gaber ed è stato ideatore di numerosi progetti musicali e multimediali. Particolarmente interessato alla ricerca delle potenzialità timbriche del Contrabbasso oltre che alla utilizzazione dell’elettronica e di alcuni strumenti etnici, ha inciso una quindicina di cd con diverse formazioni. Ha fondato l’etichetta discografica indipendente “Afk Records”.

A luglio 2017 è stato pubblicato l’ultimo lavoro discografico “2X”, in duo con Giuseppe Mariani, per viola da gamba ed elettronica, pubblicato dall’etichetta Setoladimaiale-musiche non convenzionali.

“La passione per la musica è già da sola una confessione” (Emil Cioran).

mercoledì 5 Settembre 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 9:08)

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Pensante
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5 anni fa

Penso che la poesia sia morta perché è una forma artistica lenta, lascia molti spazi, usa le figure retoriche che rappresentano la complessità, questo invece è un mondo chip, smart. La profondità che era increspatura, ora è stata stesa, stirata e tutto, per essere compreso è diventato fruibile, semplice, per tutti.
Quegli spazi bianchi lasciati dopo poche parole (o meglio ancora poche sillabe) non riescono più a raccontare questo mondo che non ha il tempo per gli spazi bianchi, tutti hanno così necessità di comunicare che gli accavallamenti sono il tempo odierno. Le parole dovrebbero essere tutte attaccate e senza spazi, i punti di vista sovrapponibili per creare confusioni e altri punti di vista.
La poesia, oggi, non è più in grado di raccontare questo mondo, figuriamoci il sud.